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Chiese agostiniane: Bovolenta

Chiesa di S. Agostino a Bovolenta

La chiesa di S. Agostino a Bovolenta

 

 

CHIESA DI S. AGOSTINO DI BOVOLENTA

 

 

 

L'importanza di Bovolenta, un grosso centro nella campagna di Padova, è testimoniata nell'XI secolo dalla sua chiesa che compare con il titolo di pieve dedicata a sant'Agostino. Il 1090 è l'anno in cui il vescovo Milone consacra la prima chiesa, fin da allora dedicata a sant'Agostino. Non ne restano testimonianze perché l'edificio fu distrutto da un incendio. Venne ricostruito nel 1141 in pietra a tre navate e fu consacrato dal vescovo Bellino.

Nella controfacciata a sinistra di chi entra si possono riconoscere alcune tracce murarie della precedente chiesa. L'edificio venne ampliato nel 1642 grazie alle donazioni dei fedeli. Fra le opere conservate al suo interno due sono particolarmente interessanti e databili al primo Cinquecento: al centro del presbiterio si trova la pala della Crocifissione con santi attribuita a Pietro de Saliba, nipote del più famoso Antonello da Messina. Risalente all'ultimo quarto del XV secolo, raffigura Gesù in croce attorniato dalla Madonna, Maria Maddalena riconoscibile dai lunghi capelli, Agostino di Ippona, vestito con l'abito episcopale e dai dodici apostoli. Attivo soprattutto a Genova e Venezia tra il 1497 e il 1530, De Saliba, anche conosciuto come Pietro da Messina, è un pittore profondamente influenzato dalla lezione di Giovanni Bellini e di Cima da Conegliano, sia nel vivace cromatismo sia nella costruzione della scena. La seconda opera, databile all'ultimo quarto del Quattrocento, è un Crocifisso ligneo custodito nella sacrestia vecchia, che si ammira per il suo elegante realismo di stile tedesco. La gran parte delle altre opere testimoniano il gusto artistico del XVII e XVIII secolo. Fra le varie pale d'altare si distingue la pala centinata dell'altare dedicato a sant'Agostino in fondo alla navata destra, che raffigura la Madonna della cintura e santi, opera di Carlo Ridolfi. Nel presbiterio si può ammirare una tela firmata Bartolomeo Ceruti e datata 1632 che descrive l'Ultima cena. La pala con la Gloria di san Carlo Borromeo e i santi Domenico e Nicola, che si trova nel primo altare dopo il battistero, viene attribuita a Giambattista Bissoni. La chiesa possedeva anche degli splendidi altari lignei seicenteschi documentati nelle visite pastorali, di cui è sopravvissuto l'unico esempio relativo alla Madonna del Carmelo. Di grande pregio è pure l'apparato monumentale marmoreo settecentesco. Le sculture barocche dell'altare maggiore si devono a Giovanni Bonazza, mentre sono del figlio Antonio quelle sull'altare di sant'Agostino. L'altare dedicato alla Madonna del Carmine nella navata sinistra conserva opere della bottega di Alvise Tagliapietra. L'imponente battistero marmoreo, restaurato nel 2004, è stato realizzato nel 1771 da Pietro Danieletti, che lo ha arricchito con eleganti figure allegoriche delle virtù teologali.

 

Il più antico documento storico relativo a Bovolenta risale al 1027, dove si cita la donazione di vasti terreni da parte di Litolfo di Carrara all'abbazia di Carrara Santo Stefano. L'origine di Bovolenta risale tuttavia all'età romana come è testimoniato dai resti di acquedotto romano rinvenuti nel giardino antistante la scuola elementare.