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Chiesa di sant'Agostino a Treviso
CHIESA DI S. AGOSTINO DI TREVISO
La chiesa di sant'Agostino si trova nella omonima via della città, detta un tempo Via Ungaresca perché conduceva verso le regioni nord-orientali. La Chiesa di sant'Agostino è il solo esempio che si è conservato in città di edificio sacro in stile barocco ad aula centrale ellittica. Forse di origine longobarda, una prima chiesa dedicata a sant'Agostino è citata nel 1148. Antica sede parrocchiale, l'edificio fu affidato nel 1597 alla Congregazione dei Padri Somaschi, che fondò nelle vicinanze un Collegio per l'accoglienza e l'educazione della gioventù. La chiesa medioevale fu sostituita con l'attuale con lavori a partire dal 1752 su disegno del Padre somasco Francesco Vecelli. Costui, che apparteneva al Collegio dei Chierici Regolari Somaschi originari del bergamasco, aveva già partecipato alla progettazione di biblioteche veneziane e di altre chiese.
La chiesa fu completata e consacrata nel 1767 e costituisce un prodotto architettonico straordinario in cui si armonizzano le strade della ricerca dettata dagli esiti finali della cultura barocca con la declinazione della sensibilità artistica locale. Nella facciata domina il contrasto tra la nervosa e rigida articolazione delle parti basse e l'elastica plasticità dell'attico.
La sovrapposizione di un timpano convesso di origine seicentesca e di una serliana d'origine palladiana mostra la volontà di amalgamare esperienze di diversa estrazione culturale.
All'interno, la luminosa e bellissima aula a pianta ellittica con pareti partite da pilastri corinzi, tutta decorata da stucchi che spiccano entro quadrature verde pistacchio e con altari in marmi policromi, ha un'eleganza fastosa, quasi profana.
Vi si conserva uno splendido organo di Serassi che fu costruito nel 1858. La presenza di un organo di tradizione costruttiva lombarda va messa in relazione alla presenza della Congregazione religiosa dei Somaschi originaria della Lombardia bergamasca.
Interno della chiesa
Questo strumento si differenzia dallo stile costruttivo e fonico veneti, di solito ricco di registri di colore. Recentemente restaurato, attualmente si trova nella cantoria sopra la porta principale della chiesa. E' racchiuso in cassa neoclassica decorata in finto marmo.
Vi è poi quella di Antonio Martinetti, detto "il Chiozzotto", seguace del Piazza, collocata su
All'interno di Sant'Agostino numerose sono le opere che si possono ammirare: appena entrati dalla porta maggiore troviamo due affreschi raffiguranti uno la "Flagellazione" l'altro San Sebastiano, risalenti ai secoli XIV e XV. In una nicchia posta a sinistra si ammira la Madonna della cintura che assieme alle due statue di Sant'Agostino e sua madre Santa Monica, ora poste ai lati dell'altare maggiore, proviene dalla Chiesa di Santa Margherita. Due sono le pale che si possono ammirare: quella di Ludovico Pozzoserrato (raffigurante San Aniano, patrono della Scuola dei " Calegheri " - calzolai -, mentre rattoppa una scarpa sotto gli sguardi di San Marco, di San Giuliano e della Madonna) che si trova sull'altare di destra.
Vi è poi quella di Antonio Martinetti, detto "il Chiozzotto", seguace del Piazza, collocata sull'altare maggiore e raffigurante la Madonna e Sant'Agostino nell'atto di consegnare la Regola della "congregazione dei padri somaschi" a San Girolamo Emiliani suo fondatore. Tra le altre tele è possibile ammirare le opere di Carlo Loth, di Martinetti e di Maggiotto.
Di grande interesse è pure l'insieme degli arredi in legno, tra cui principalmente l'insegna e le torce processionali della Confraternita dei Morti. La chiesa è stata ristrutturata nel 1930.