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Chiese agostiniane: Vicenza

Facciata dell'Oratorio di san Nicola da Tolentino a Vicenza

Oratorio di san Nicola da Tolentino

 

 

CHIESA DI S. NICOLA DA TOLENTINO A VICENZA

 

 

 

L'edificio fu costruito all'inizio del Cinquecento dalla Venerabile confraternita di San Nicola da Tolentino, che si era costituita a Vicenza nel 1498. Questa "Venerabile Confraternita di S. Nicola da Tolentino" aveva un altare nella vicina chiesa nella chiesa di san Michele degli Agostiniani, eretta tra il 1260 e il 1285 e oggi scomparsa per l'improvvida distruzione del 1812.

Nel 1505 i padri agostiniani cedettero alla confraternita parte del sagrato davanti alla chiesa per permettere la costruzione di un oratorio.

Nel corso dei secoli l'oratorio fu allungato (1634-1654), innalzato per il rifacimento del soffitto e concluso con la bella facciata opera probabilmente del vicentino Carlo Bottiron, compiuta fra 1676 e il 1681. L'oratorio dal 1810 dipende dalla Chiesa di S. Maria in Foro. La facciata presenta quattro pilastri corinzi su alto zoccolo, sormontata da un timpano triangolare, con al centro la stella simbolo di san Nicola Nicola da Tolentino. Sopra il timpano tre statue che furono realizzate entro il 1679, probabilmente dal lombardo Francesco Pozzo, rappresentano la Madonna con il Bambino fra sant'Agostino e san Nicola.

All'interno dell'Oratorio sono conservate numerose tele che raccontano episodi della vita di san Nicola da Tolentino, disposte su due fasce orizzontali che corrono lungo le pareti e sul soffitto.

La sequenza dei quadri, appena entrati, propone la Guarigione miracolosa di san Nicola, opera eseguita nel 1687 da Antonio Zanchi.

Seguono I miracoli di Perugia e Foligno, su tela di Francesco Maffei, con in primo piano san Nicola che salva un condannato. Scopriamo quindi l'opera di Giovanni Carpioni che descrive san Nicola che libera un ossesso del 1656. Sulla parete di fondo una tela di Giuseppe Alabardi detto degli Schioppi descrive san Nicola mentre conversa sulla riva del mare con donne e bambini.

A sinistra dell'altare un'altra opera del 1626 del pittore vicentino Maffei propone un san Nicola in preghiera mentre viene visitato da un angelo. Lungo la parete di sinistra, in ordine si possono osservare un san Nicola che libera dall'Inferno l'anima del confratello Pellegrino Osimo di Giovanni Cozza, un artista vicentino che la dipinse nel 1662. Segue la scena più complessa dipinta dal Maffei con san Nicola che prega per le anime del Purgatorio. La scena mostra a sinistra il santo che osserva le anime purganti dopo aver celebrato in loro suffragio la Messa. Lo stesso autore propone quindi la tela del Miracolo di Cordova, allorché, in questa cittadina piemontese il Crocifisso e la statua di san Nicola vennero trasportati in due distinte processioni per intercedere per la cessazione della peste. Orbene al momento del loro incontro statua e crocifisso prendono vita e si abbracciano.

Lungo la parete destra si trovano altre scene fra cui un san Nicola che guarisce Filippo dell'Amandola da una piaga a una gamba, poi, la scena della Nascita di San Nicola, e infine l'episodio del giovane Nicola che veste l'abito e la cintura degli Eremitani di S. Agostino.

Il racconto della vita di san Nicola prosegue lungo la parete sinistra con nuove scene, con questa sequenza: san Nicola che disputa con i miscredenti e li rende pensosi, poi, la Resurrezione di Francesco di Treia, un miracolo compiuto nel 1317, quindi segue l'Annuncio miracoloso della sua nascita. In quest'ultima scena san Nicola da Bari appare ai futuri genitori di Nicola da Tolentino. Sopra il portale, nella controfacciata, si può vedere la scena in cui san Nicola e l'angelo custode salvano un bambino dal demonio, cui segue quella in cui il santo fa scaturire l'acqua da una canna piantata nella terra. Da ultimo si trova S. Nicola che restituisce la funzionalità al braccio amputato di un frate agostiniano.