LA CHIESA DI SANTA MONICA A GUADALAJARA

 

 

 

Il gesuita padre Feliciano Pimentel costruì a Guadalajara un convento per suore agostiniane, oggi scomparso, di cui resta la chiesa dedicata a santa Monica.

Il convento venne completato nell'anno 1733, in contemporanea alla edificazione della chiesa di San Filippo Neri. Questa chiesa costituisce il miglior esempio di arte barocca in Messico. Le sue facciate sono magnificamente decorate con elementi vegetali e con ogni tipo di pietra. Sul lato nord-ovest si trova una scultura di San Cristoforo. I restauri condotti nel 2010 hanno riportato alla luce nuovi elementi di pareti scolpite in pietra che erano nascoste, alcuni dipinti murali, monete, medaglie, crocifissi e statue.

In due occasioni il convento fu espropriato dallo Stato, precisamente durante il periodo della Reforma e in occasione della Guerra Cristera. Una parte del convento venne utilizzato come edificio militare e ultimamente è stato destinato in parte a Museo di Archeologia e in parte a uffici governativi.

La costruzione contrasta con l'umiltà e la povertà manifestato dall'Ordine agostiniano. La facciata est è la facciata principale ed è anche la più elaborata, composta da nove corpi verticali composti da sette contrafforti. Si intrecciano a una fascia orizzontale decorata con forme fitomorfe. L'interno si presenta a navata unica, con una torre all'estremità meridionale e al suo interno una scala a chiocciola che conduce al campanile. L'altare maggiore è di stile neoclassico con l'immagine di santa Monica. Tra il bordo della cornice e l'arco si trova un elemento in ottone che dà l'idea di un sole splendente.

Una curiosa leggenda è legata alla storia della statua di San Cristoforo. Si tramanda che le donne che volevano sposarsi venivano ai suoi piedi, implorando il santo: "San Cristobalazo, grandi piedi, grandi pugni, quando mi sposi?".

Le donne invece che non avevano un buon rapporto con i loro mariti chiedevano: "Cristobalito i piedini, le mani piuttosto piccole, quando me lo prendi?"