Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Congregazioni > Famiglia Agostiniana > Colloretani

CONGREGAZIONE AGOSTINIANA Colloretana

I ruderi del monastero agostiniano di Colloreto

I ruderi del monastero agostiniano di Colloreto

 

 

COLLORETANI

 

 

 

 

A qualche chilometro da Morano, immerso in grandi boschi di elci e faggi, ai piedi del massiccio del Pollino, sorgono i ruderi del grande convento degli agostiniani di Colloreto. Fu costruito nel 1546 dal Beato Bernardo da Rogliano, forse sui ruderi di un edificio più antico.

Il cenobio poté godere della protezione di molti nobili del luogo tra cui la principessa Erina Kastriota Skanderbeg, moglie del feudatario Antonio Sanseverino, per grazia ricevuta in seguito alla nascita di Nicola Bernardino (1551-1606), ultimo dei Sanseverino.

La Congregazione degli Eremitani di Colloreto, divenuta molto potente, fu soppressa una prima volta nel 1751, per finanziare la costruzione del Real Albergo dei Poveri a Napoli; riaperto l'anno seguente, il convento venne definitivamente chiuso nel 1809 con le leggi francesi. In seguito a questi eventi, le prestigiose opere d'arte custodite nella chiesa dei Colloretani confluirono nelle chiese di Morano. Il successivo degrado della struttura permette oggi di riconoscere solo la chiesa sul cui muro terminale si dipartono tre nicchie, la bella torre campanaria rotonda e le stalle.

Un tale Giovanni Leonardo Tufarello così scrive: "ch'egli è un picciol colle irrigato da bei ruscelli e inargentati rivoli di freschissime acque i quali del continuo lo rendono colorito". Il posto nel 1546 nella Platea et sentencia Morani, foglio 22, viene ricordato come "valle di Collorido".

Leonardo Milizia, questo il vero nome di Fra Bernardo, era nato a Rogliano il 1519 e morì nel 1602 in Colloreto, ove fu sepolto. Fondò una Congregazione che ebbe il titolo di Santa Maria di Colloreto di Morano di Calabria Citra dell'ordine eremitico di Sant'Agostino dell'Osservanza ratificata da Papa Paolo V. La chiesa, ad una sola navata, orientata a ponente, era inglobata nel convento circondato da alte mura e da due torri campanarie coperte da ampie feritorie, utili contro gli assalti cui il luogo era esposto. Non è da escludere che terminassero con un tetto conico. Gli Agostiniani di Colloreto, si distinsero rispetto agli altri ordini ecclesiastici presenti in Morano, per le commissioni di alto livello artistico fatte pervenire nella loro Chiesa.

A tale ordine, possessore anche di tre case in Morano, appartennero una chiesa a Viggianello, 1598, una ad Orsomarso, 1601, e una cappella o chiesa a Mormanno, Santa Maria del Serrone, distrutta da un fulmine nel 1844. Nel 1751, Papa Benedetto XV soppresse tale Congregazione trasferendo i suoi beni al Reale Albergo dei Poveri che doveva essere eretto in Napoli. Il convento e le sue pertinenze furono acquistati nel 1752 dagli Agostiniani calabresi e rimasero in attività fino al 7 agosto del 1809 quando Gioacchino Murat, ordinando la soppressione di tutti monasteri posseduti dagli ordini religiosi, ne decretò la definitiva scomparsa. Alla sua chiusura seguirono saccheggi e spoliazioni. Troviamo molti suoi tesori sparsi qua e là. Un crocifisso ligneo trovasi a S. Basile. Le statue di Santa Lucia e Santa Caterina, opere giovanili di Pietro Bernini, insieme ad un'altra della Vergine detta della Candelora furono portate, come già accennato, in S. Pietro.

Nella Maddalena trovarono posto i marmi di S. Agostino e Santa Monica, collocati sull'altare maggiore. Dal Serrone sono pervenuti a Santa Maria del Colle di Mormanno, un calice d'argento, datato 1677, usato per le occasioni solenni, e il quadro raffigurante l'elemosina di S. Tommaso del 1719. Al limitare dei ruderi del convento, un sentiero si immette nel bosco e inizia subito uno stretto sentiero che sale e permette di attraversare il vallone Colloreto.