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CANONICI REGOLARI AGOSTINIANI DI S. SALVATORE

Particolare di Agostino in una crocifissione di Tamagni

Agostino: tela di Tamagni

 

 

CANONICI REGOLARI AGOSTINIANI DI S. SALVATORE

 

 

 

 

Ad Orticaja nel Val d'Arno pisano, nella Contrada fuori della Porta orientale di Pisa, sorgeva la chiesa e il monastero che fu S. Jacopo d'Orticaja dei Canonici regolari di S. Salvatore. La chiesa di S. Jacopo sorge a poca distanza dalla Porta alle Piagge, nel suburbio orientale di Pisa, vicino alla riva destra dell'Arno ormai ridotta a pubblico oratorio.

La chiesa del priorato di S. Jacopo di Orticaja, che si vuol fondata sulla fine del secolo XII, fu ufficiata dai canonici regolari Agostiniani della congregazione di S. Salvatore, per cui nel registro delle chiese della diocesi pisana redatto nel 1372, questa di S. Jacopo in Orticaja fu qualificata Canonica.

Tra i primi documenti che parlano di questo insediamento monastico troviamo un Breve di Alessandro III del febbraio del 1177 indirizzato al priore Antonio di S. Maria di Pulsano che gli confermava il diritto di governare questo monastero di S. Michele fuori le mura di Pisa. La protezione papale fu riconfermata con una Bolla del 1189. In origine i monaci pulsanesi seguivano la regola benedettina, avevano vesti bianche e giravano scalzi, da cui venne la denominazione popolare di S. Michele degli Scalzi. In epoca imprecisata, fra la fine del Duecento e l'inizio del Trecento, questi monaci passarono alla regola agostiniana. Da una lettera del Pontefice Alessandro IV indirizzata il 16 febbrajo 1260 a frate Mansueto dell'ordine de' Minori sta scritto che fino d'allora i canonici regolari Agostiniani abitavano nella Canonica di S. Jacopo d'Orticaja, dove risiedettero fino a quando papa Eugenio IV con bolla del 2 giugno 1444 ordinò che il priorato di S. Jacopo d'Orticaja presso Pisa fosse incorporato coi suoi beni al monastero delle monache Brigidine posto in Pian di Ripoli nel luogo detto il Paradiso.

Questa unione fu confermata anche dal suo successore Niccolò V con un breve del 20 maggio 1447. Tuttavia quest'ultimo Pontefice con altra bolla del 12 luglio 1451 revocò l'unione del priorato di S. Jacopo con il Monastero del Paradiso (ARCH. DIPL. FIOR. Carte di Bonifazio.)

Questi pochi fatti relativi alla Canonica di S. Jacopo d'Orticaja aiutano a modificare le ipotesi dagli Annalisti Camaldolensi, che applicarono i documenti relativi ai canonici regolari di S. Jacopo d'Orticaja presso Pisa al monastero di S. Jacopo di Orticaja presso Dicomano in Val di Sieve, che fu invece un priorato dei Camaldolensi. Quando il monastero fu abbandonato dai canonici Agostiniani, la chiesa contigua fu eretta in parrocchia, e si mantenne tale finchè nel 1748 l'Arcivescovo di Pisa la cedette ai preti, per farvi gli esercizi spirituali e incorporò i suoi beni al seminario Arcivescovile. La chiesa di S. Jacopo in Orticaja fu infine assegnata nel 1792 ad una confraternita secolare che tuttora la amministra. 

La chiesa, divisa in tre navate, è stata internamente ristrutturata ed all'esterno manifesta ancora qualche particolare delle antiche vestigia architettoniche. Come recita un vecchio testo: "I capitelli sono antichi e giusta il costume sono di varia scultura; gli archi sono semicircolari. Non è dispregevole la facciata e nel primo ordine incrostato di marmi pisani notabili si rendono alcune opere di scultura, tutte mezze figure. Nel soprornato della porta maggiore avvi quella del Salvatore distaccata dal fondo. Nove se ne contano nel fregio a bassorilievo, nel superiore orlo di cui si legge anche da terra il significato di esse. Ma volendo noi disaminar da vicino quei caratteri che sono nel marmo ove campeggia il Salvatore vi trovammo analoghi nell'anno segnato 1294."