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CONGREGAZIONE AGOSTINIANA DI Mortara

Mappa degli insediamenti dei Mortariensi

Mappa degli insediamenti dei Mortariensi

 

 

CANONICI REGOLARI DI SANTA CROCE DI MORTARA

 

 

 

La canonica mortariense è sorta nel 1083 e si unì nel 1449 a quella lateranense. Questa Congregazione di canonici regolari fu definita Mortariensis Ecclesia e sorse presso la chiesa di Santa Croce di Mortara secondo la regola di sant'Agostino.

Fu Adamo da Mortara a far costruire nel 1080 una imponente chiesa e un monastero, in località Braida di Santa Croce, dedicati alla Santa Croce.

Adamo affidò probabilmente il complesso a monaci provenienti da un cenobio dedicato a san Michele, ma attorno al 1083 furono sostituiti da una comunità di chierici locali guidata da Gandolfo da Garlasco.

Costoro seguivano la regola di Sant'Agostino e si impegnarono nell'assistenza ai pellegrini sulla strada tra Mortara e Parma.

Papa Gregorio VII concesse ai canonici numerosi privilegi che resero la canonica di Santa Croce una meta di pellegrinaggi. A Gandolfo successe il governo di Airaldo, che in seguito fu nominato vescovo di Genova. Il rapido incremento dei canonici rese possibili altre fondazioni: con Airaldo si aggregarono alla congregazione i priorati di Sant'Andrea di Ticineto, Santa Maria di Carbonara e Sant'Andrea di Clengo. Nel 1090 papa Urbano II consacrò solennemente un altare della chiesa, dedicandolo alla Santa Croce, a Maria Santissima e agli Apostoli.

Il monastero accolse anche papa Innocenzo II che, nel 1132, consacrò la chiesa. La protezione apostolica, concessa da Innocenzo II nel 1134, chiarisce le caratteristiche della regola mortariense, secondo la quale i canonici vivevano nel principio dell'unanimità delle decisioni, al loro ingresso nella comunità lasciavano ogni bene materiale alla canonica e non potevano abbandonare il monastero senza il permesso del priore. Anche i laici, desiderosi di abbracciare le norme di vita e di povertà personale della comunità, potevano aderire. Alla comunità mortariense nel 1168 Alessandro III concesse un privilegio, dove per la prima volta si legge la adesione all'ordo canonicus agostiniano. Quest'ultimo privilegio papale sancisce la dipendenza diretta della Mortariensis Ecclesia dalla Sede Apostolica. All'epoca di papa Innocenzo II la congregazione contava già 14 monasteri mentre sotto Urbano III erano ormai 42. Alla fine del XII secolo le dipendenze dei canonici regolari mortariensi erano situate nelle diocesi di Milano, Pavia, Novara, Vercelli, Ivrea, Torino, Alba, Asti, Acqui, Tortona, Genova, Piacenza e Parma.

Nel1221 papa Onorio III affidò ai canonici di Santa Croce la chiesa di San Pietro in ciel d’Oro a Pavia, in quel momento in grave crisi e decadenza.

Il preposto di Santa Croce, Palmerio, divenne preposto anche del monastero pavese. Nel 1228 papa Gregorio IX intimò che tutte le comunità mortariensi obbedissero all’abate della chiesa di San Pietro in ciel d’oro, che doveva diventare la nuova sede generalizia dell’ordine mortariense. L'ordine papale creò disordini interni alla congregazione, tanto che nel 1237 Gregorio IX ritrasferì a Mortara il centro della congregazione, conferendo al preposto i privilegi del pastorale e dell’anello.

I mortariensi possedevano un vastissimo patrimonio terriero e la loro attività diede sviluppo all'agricoltura nella sabbiosa terra di Lomellina. Dalla Valle d'Aosta vennero trasportate pietre per costruire le macine e realizzare un primo sistema di irrigazione. All'inizio del XV secolo guerre e disordini politici non permisero nuove fondazioni e molte case divennero commenda. La decadenza fu favorita anche dal ruolo assunto dal preposto, la cui carica era a vita, per cui si succedettero preposti appartenenti alla stessa famiglia. Nel 1440 divenne preposto Raffaele Salviati d'Altomonte, padre domenicano che lasciò il proprio ordine, probabilmente mandato dal papa per avviare la necessaria restaurazione del canonicato. Nel 1448 Salviati convocò l'ultimo capitolo generale in San Matteo a Tortona, nel tentativo di riportare l'ordine e l'osservanza nella congregazione, ma non ci riuscì.

Papa Nicolò V, con una bolla del 1449, decretò l'unione della canonica mortariense con quella lateranense. L'unione venne tuttavia avversata e quando don Benedetto di Piacenza, superiore generale dei lateranensi, si recò a Mortara fu respinto e solo l'intervento armato delle truppe dell'ufficiale veneziano Giacomo Marcello gli permise di prendere possesso della canonica. I pochi canonici rimasti provvidero ad abbellire la chiesa, ma verso la fine del Cinquecento, l'antica canonica versava ormai in rovina. Nel 1595 furono avviata la costruzione di una nuova chiesa, dentro le mura cittadine dedicata sempre alla Santa Croce. Nella nuova chiesa fu trasportato gran parte del materiale murario dell'antica canonica: sono ancora visibili un affresco raffigurante sant'Agostino, una reliquia marmorea su cui è impresso il piede del Redentore e una pala d'altare di Bernardino Lanino, raffigurante l'adorazione dei Magi. L'organo a canne fu rimontato nella nuova abbazia, a cui furono aggiunte quattro ante dipinte nel 1545, oggi nella sacrestia dell'abbazia. Con la bolla di papa Pio VI nel 1798 la canonica mortariense fu soppressa conl'obbligo per i lateranensi di abbandonare i domini di casa Savoia.

La chiesa abbaziale è diventata parrocchia aperta al culto.

 

 

Insediamenti dei Morteriensi

 

1. Olengo (Novara) priorato di S. Andrea

2. Ticinetto (Alessandria) priorato di S. Andrea

3. Carbonata (Pavia) priorato di S. Maria

4. Genova, Basilica di san Teodoro fondato nel 1100

5. Tortona, priorato di S. Matteo

6. Mortara, chiesa dei SS. Siro e Gemignano

7. Mortara, chiesa di S. Cassiano

8. Bra (Cuneo) priorato di S. Andrea

9. Carpenzago (Milano), priorato di S. Maria

10. San Salvatore Monferrato, priorato di S. Andrea

11. Castellazzo (Alessandria) priorato della SS. Trinità di Gamondio

12. Asti, priorato di S. Maria Nova

13. Asti, priorato di S. maria del borgo S. Martino

14. Neive (Cuneo) priorato arcipretato di S. Pietro

15. Stazzano (Alessandria) priorato di S. Giovanni

16. Zeme (Pavia) priorato di S. Maria

17. Piacenza, priorato di S. Matteo

18. Genova, priorato di S. Maria di Priano a Sestri Ponente, oggi detta Virgo Potens

19. Parma, priorato di S. Michele di Porta Nuova

20. Vercelli, priorato di S. Graziano

21. Pavia, prepositura di S. Marcello

22. Nizza Monferrato (Asti) priorato di S. Giovanni Lanerio

23. Nizza Monferrato (Asti) priorato di S. Giovanni Lanerio

24. Chiappa (Genova) priorato di S. Nicolao di Capo di Monte

25. Pavia, prepositura di S. Vittore

26. Novara, priorato di S. Giacomo de Strata

27. Bianzé (Vercelli) priorato di S. Maria

28. Ivrea, priorato di S. Lorenzo

29. Bra (Cuneo) priorato di S. Maria in Castro

30. Neive, priorato di S. Michele

31. Neive, priorato di S. Giuliano

32. Asti, priorato di S. Martino

33. Pecorara (Piacenza) priorato di S. Pietro

34. Vesola (Tortonese) priorato di S. Maria

35. Genova, priorato di S. Giovanni di Pavarano

36. Pontestura (Alessandria) priorato di S. Agata

37. Genova, priorato di S. Maria del Monte, passata ai Francescani nel corso del Quattrocento

38. Genova, priorato di S. Maria del Prato in Albaro, oggi annessa alla casa generalizia delle Figlie di Maria Immacolata fondate dal Beato Agostino Roscelli

39. Parma, priorato di S. Michele in Zenzono

40. Genova, priorato di S. Pietro di Pra, fondato nel 1171

41. Pavia, abbazia di S. Pietro in Ciel d'Oro

42. Isola del Tino (Spezia), abbazia di S. Venerio di Tiro

43. Chieri (Torino) prepositura di S. Andrea

44. Alessandria, priorato di S. Bartolomeo

45. Alessandria, prepositura di S. Maria di Castello

46. Novi Ligure (Alessandria) priorato della S. Trinità d'Orba

47. Avigliana (Torino) priorato di S. martino

48. Voghera (Pavia) priorato di Ponte della Staffora

49. Nizza Monferrato (Asti) priorato di S. Giovanni

50. Genova, priorato di S. Maria di Granarolo

51. Genova, priorato di Madonna di Castello

52. Genova, priorato di S. Maria delle Vigne

53. Novara, prepositura di S. Maria dell'Argine

54. Novara, prepositura di S. Stefano in Bornago

55. Mortara, priorato di S. Maria de Strada

56. Castello d'Agogna (Pavia) priorato di S. Maria

57. Nicorvo (Pavia) priorato di S. Terenziano ad nemus

58. S. Angelo Lomellina (Pavia), cappella di S. Rocco

59. Sampierdarena (Genova) priorato di Borbonino

60. Genova, priorato  S. Maria dei Cassinelli presso Priano

61. San Salvatore Monferrato, parrocchia di S. Siro

62. Castello d'Agogna, chiesa di S. Martino

63. Carbonara (Pavia) ospedale

64. Castellazzo (Alessandria) ospedale di S. Ranieri in Gamondio

65. Rivoli (Torino), ospedale di Mortara

 

A. Paverano, san Giovanni Evangelista fondato nel 1157, oggi inglobato nel complesso assistenziale don Orione

B. Masone, priorato S. Maria della Vezzulla

C. S. Giovanni Evangelista di Borbonoso

D. S. Maria di Cassinelle, ultimo ad essere fondato nel 1308