Età romana
Già nel Seicento qualcuno si era accorto che a
Cassago si conservavano vestigia d'antichità e
che queste erano forse da mettere in relazione a
S. Agostino. Chi ne parlò fu il cardinale Federigo Borromeo, arcivescovo di Milano
(1595-1631), famoso per la sua passione per la
cultura e le cose antiche, che lo stimolarono a
fondare la Biblioteca Ambrosiana. Orbene il
Borromeo, che visitò Cassago durante le sue
visite pastorali, lasciò scritto che "... id
porro Casissiacum quem locum inclyti Doctoris
verba celebrant, nos credidimus esse Cassagum,
coniecturamque nostram et natura loci et ratio
nominis et veterum aedificiorum reliquiae,
plurimaque vestigia antiquitatis adiuverunt. "
Già allora erano evidenti dunque reperti di
interesse archeologico a Cassago sia sotto forma
di ruderi di vecchi edifici sia sotto forma di
abbondanti vestigia d'antichità, presumibilmente
romane.
Una di queste, una lapide, era addirittura
conservata nella chiesa medioevale di S. Brigida
Vergine. Di questa lapide, che andò persa
durante i lavori di ampliamento della chiesa
parrocchiale nel 1930, conserviamo tuttavia il
testo, che fu studiato dal Mommsen, il quale
riportò:
MARRILLA ROMINI F. O. V. M. F.
Lo stesso Mommsen scrisse inoltre di essa "cum
ecclesia antiqua diruta est et absumpta in turri
campanaria facienda". In realtà la lapide non
fu incorporata nel campanile, ma rimase murata
nel pilastro di S. Giacomo nella nuova chiesa
parrocchiale fino al 1930 quando, come lasciò
scritto Vincenzo Confalonieri, "dal parroco con
scarso senso civico fu interrata nel rifacendo
pavimento."
Del testo di questa lapide, che esprime la
presenza in epoca romana di una certa Marrilla,
esistono tuttavia varie versioni e diverse
interpretazioni da ascrivere principalmente a
Carlo Sangalli, l'architetto-ingegnere che curò
la demolizione della vecchia chiesa medioevale e
la costruzione della nuova nel 1759-1760, a
Seletti e a mons. Luigi Biraghi.
Il Sangalli il 13 febbraio 1759 annotò che
"nelle rovine di detta chiesa si è trovato le
infrascritte iscrizioni sopra una lapide di
sasso ciericcio di figura semicircolare di
lunghezza di Braccia 3 circa: MARILLA R(ecepto)
OMINI F(austo) O(raculo) V(eneris) M(onumentum)
F(aciebat)."