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Florilegio agostiniano

Capolettera iniziale (con figura di sant'Agostino) di un codice del XIII secolo che riporta il commento di due teologi domenicani al De civitate Dei, Biblioteca Ambrosiana, Milano

Capolettera iniziale (con figura di sant'Agostino)

di un codice del XIII secolo

 

 

 

FLORILEGIO AGOSTINIANO

L'AMICIZIA

 

 

 

 

"In questa umana convivenza assai colma di errori e di sofferenze, ci confortano solo la fede non simulata e la solidarietà di veri e buoni amici".

(De. Civ. Dei 19, 8)

 

"Anche in questa vita i buoni ci arrecano non piccoli conforti. Se, infatti, ci angustiasse la povertà, se ci addolorasse il lutto, ci rendesse inquieti un malanno fisico, ci rattristasse l'esilio, ci tormentasse qualche calamità ma ci fossero vicine delle persone buone che sapessero non solo godere con quelli che godono, ma anche piangere con quelli che piangono, che sapessero rivolgere parole di sollievo e conversare amabilmente, allora verrebbero lenite in grandissima parte le amarezze, alleviati gli affanni, superate le avversità. Questo affetto è prodotto in essi e per mezzo di essi da Colui che li rese buoni con suo spirito". 

(Ep. 130)

 

"Nessuna amicizia è fedele se non in Cristo. E' in lui solo che essa può essere felice ed eterna. Ama veramente il suo amico colui che nel suo amico ama Dio".

(Disc. 336)

 

"Nessuno può essere amico dell'uomo se non è innanzitutto amico della verità: questo amore se non è disinteressato non è assolutamente possibile".

(Ep. 155, 1)

 

"L'amicizia non deve essere circoscritta in limiti angusti poiché abbraccia tutti quelli a cui sono dovuti affetto e amore, quantunque si rivolga con più propensione verso alcuni e con più esitazione verso altri. Essa si estende sino ai nemici per i quali siamo tenuti anche a pregare"

(Ep. 130, 6)

 

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