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Dupuch: Traslazione Reliquia di Agostino 

Documento numero X

Documento numero X

 

 

 

DOCUMENTI AUTENTICI CITATI NELLA RELAZIONE

N. X

 

 

 

 

A SUA ECCELLENZA REVERENDISSIMA

MONSIGNOR ADOLFO DUPUCH

VESCOVO D'IPPONA E D'ALGERI

 

La notizia dell'inaspettato arrivo di Vostra Eccellenza Reverendissima nella nostra Città ci ha recata la più grande consolazione nella fiducia di poter ammirare nella Sacra Vostra Persona il nuovo Pontefice della testé rinata Chiesa d’Ippona, il Successore del nostro S. Agostino, e dopo Lui il primo Apostolo di tanti paesi dell'Affrica novellamente convertiti alla nostra Santa Religione, l’Operatore di tante rinomate azioni in quella nascente cristianità. La nostra consolazione però giunse al colmo, allorché, dopo replicate divotissime visite da Voi fatte al Sacro Deposito, che si conserva nella nostra Cattedrale, che formava l'oggetto sospirato del vostro lunghissimo viaggio, invitato dal rispettabile nostro Vescovo vi degnaste d'assistere pontificalmente in sua vece sul suo trono episcopale alla Messa Capitolare del Venerdì Santo. Questo fu per noi un giorno di santa esultazione, questo giorno formerà un'epoca gloriosa e consolante per noi, per i nostri successori e per la Chiesa Pavese, e ci è pur grato di confessarlo ingenuamente, che fu inesplicabile la commozione, che tutti provarono per questo fortunatissimo avvenimento. Ma oh quanto ci sorprese e ci riempì di nuova gioja il vederci onorati di una vostra lettera scritta tutta di vostra mano nella notte stessa che precedeva immediatamente il giorno della vostra, ahi troppo presta, partenza per 1'Affrica !

In questa eloquente lettera, che noi conserveremo gelosamente per sempre nei nostri archivii come un prezioso tesoro della vostra bontà singolare, voi avete la compiacenza di esporci i motivi della vostra venuta fra noi, ci parlate della statua di bronzo, e del monumento, che sta per sorgere sull’antica città d'Ippona al più illustre Santo Padre, che col suo nome la rese famosa per tutti i secoli, ci descrivete il vivo impegno, che spiegarono gli ottantotto Vescovi della Francia all'erezione di questo grandioso monumento, i caldi voti della nascente Chiesa di Affrica, e la sovrana munificenza di Sua Maestà Luigi Filippo I, che Vi somministrò le spese del lungo viaggio intrapreso da Vostra Eccellenza Reverendissima per una così celebre missione, che onora, ed onorerà pei secoli avvenire la vostra memoria; indi colle più umili maniere, coi più efficaci modi, colle più eloquenti espressioni ci chiedete la più notabile reliquia, che per noi vi si possa accordare delle sacre spoglie del Santo Vescovo d'Ippona, di cui siamo gloriosamente possessori e custodi.

Venerabile Vescovo, la vostra domanda è commendevole, giusti ne sono i motivi, santissimo il fine. Le vostre parole intenerirono i nostri cuori. I canonici componenti il Capitolo della Cattedrale di Pavia tutti unanimemente, e col massimo piacere concorrono ad assecondare la lodevolissima vostra domanda, e saranno dal canto loro ben lieti di concedervi quella notabile porzione delle sacre reliquie, che tanto vi sta a cuore. Come mai potrebbero i nostri animi essere freddi ed indifferenti al giubilo, all'entusiusmo universale dei rispettabilissimi Vescovi della Francia, all'alto favore, che comparte ai vostri disegni il Re de' Francesi, alle autorevoli vostre suppliche approvate persino da Sua Santità Gregorio XVI, Padre comune di tutti i fedeli?

Consolatevi nel Signore, novello Apostolo dell'Affrica, il sacro dono, che tanto ardentemente desiderate, l’avrete, e sarà tale da non defraudare la vostra aspettazione, e i desiderii della novella vostra greggia, da riuscire accetto all’illustre Chiesa di Francia, e meritevole dell' aggradimento del vostro Sovrano. Sua Eccellenza il nostro amatissimo Vescovo, alla cui saggezza si è da noi lasciata la scelta del pezzo, che fra le sacre spoglie doveva esservi accordato in dono, ha voluto segnalare la sua generosità, concedendovi 1'ulna ovvero osso del cubito del braccio destro della lunghezza di circa un piede parigino.

L'Illustrissimo Municipio, che tiene la cittadina rappresentanza ed il Capitolo della Cattedrale sono concorsi nello stesso volere. Fortunato Pastore, voi dunque avrete una parte insigne del braccio destro del santissimo vostro antecessore, di quel braccio, che reggeva la mano infaticabile a scrivere tanti volumi pieni di celeste sapienza, di quel braccio, che Egli stese tante volte a benedire il dilettissimo suo popolo, che alzò tante volte al Cielo per far discendere sull’Affrica i divini favori. Possa questo braccio, che fu sì potente un giorno, venire in vostro rinforzo, ed operare per voi prodigi, e corroborarvi nell'ardue imprese del laborioso vostro ministero.

Noi viviamo nella dolce speranza di avere compiutamente appagate le vostre brame, e se questa speranza non ci fallisce, Pavia si reputerà felice di aver somministrato la porzione più nobile del monumento, che il corpo episcopale della nazione francese innalza a S. Agostino sul conquistato suolo Ipponese. In quella guisa poi, che questo dono richiamerà all'Affrica la memoria del Santissimo vostro Predecessore e dei tempi della primitiva Chiesa; così il vostro anello pastorale, che già possediamo ad illustre ornamento del Sacro Deposito, ed il mosaico prezioso, che graziosamente ci offrite a maggior lustro della Cappella del Santo, che riceveremo volontieri dalla vostra pia generosità, segneranno per noi, per la Chiesa Pavese e per tutto il mondo la vostra venuta fra noi, l’epoca del Successore di S. Agostino dopo l'interruzione di quattordici secoli, il risorgimento della cattolica Religione sul crollato islamismo d'Ippona.

Noi già trascorriamo col pensiero a quella celebre giornata, in cui un Vescovo della Francia, come ci assicurate, verrà nella nostra Città a ricevere il Sacro Fardello per trasportarlo con religiosa pompa al suo destino ! Ah potesse qualcuno fra i nostri colleghi farsi compagno del viaggio al fortunato Prelato ed assistere in Ippona spettatore dell'augusta cerimonia ! In quel giorno avventurato spargerebbe a nome della Chiesa Pavese lagrime di consolazione sui trionfi delle vostre apostoliche fatiche. Ma se noi consentirà il piccol numero dei canonici componenti il Capitolo, i più dei quali sono di assai grave età incapaci di sostenere un sì lungo e faticoso cammino porgeranno invece da questo tempio preghiere a Dio, onde a larga copia diffonda le sue benedizioni sulla vostra novella greggia e sul zelantissimo di Lei Pastore.

Piacciavi, Eccellenza Reverendissima, di accogliere i sinceri nostri ossequj e i veraci sentimenti dell'affettuosa venerazione, che Vi professiamo, mentre supplichevoli invocando il sussidio delie fervorose Vostre orazioni, e la santa vostra benedizione ci rechiamo ad onore di sottoscriverci e protestarci tutti

Di Vostra Eccellenza Reverendissima

 

Pavia dalla Sala Capitolare il 16 Aprile 1842.

Umilissimi obbedientissimi umilissimi servi

 

Proposto Siro Landriani dott. di Sacra Teologia Vicario Generale.

Arcidiacono Siro Chiesa Dott. di Sacra Teologia e Diritto Canonico.

Arciprete Giuseppe Brambilla.

Primicerio Giovachino Vitaloni Dott. in ambe le leggi.

Decano Giovanni Vitali Dott. in diritto Canonico e Teologia.

Canonico Professore Pietro Lanfranchi.

Canonico Gaetano Coppa.

Canonico Teologo Carlo Vigoni Dott. in ambe le leggi.

Canonico Luigi Bosisio Dott. Collegiato.

Canonico Giovanni Bosisio Penitenziere Maggiore.

Canonico Ordinario Giovanni Zanini.

Canonico Ordinario Annibale Tronconi.

Canonico Ordinario Angelo Francesco Segagni.