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I relatori al tavolo della conferenza
Dante, politico medioevale con la rivisitazione di un giovane studente
Due le relazioni della terza serata della Settimana Agostiniana di Cassago Brianza
venerdì sera 3 settembre 2021
di Italo Allegri
Due le relazioni della terza serata della Settimana Agostiniana di Cassago Brianza venerdì sera 3 settembre: l'uomo Dante nel contesto politico medioevale e la rivisitazione del divin Poeta di un giovane studente. Sala occupata in tutti i posti a sedere.
È un crescendo di adesioni agli incontri culturali promossi dall'Associazione Storico Culturale Sant'Agostino di Cassago Brianza per la XXXI Settimana Agostiniana. Venerdì sera 3 settembre la sala conferenze dell'Oratorio di Cassago ha registrato il tutto esaurito: una sessantina di posti a sedere, con il prescritto distanziamento anti-pandemico e presentazione della carta verde, e alcuni uditori rimasti all'esterno dell'aula. Altra novità positiva, la presenza di un nutrito numero di giovani, il cui interesse nei confronti della cultura rappresenta un messaggio di concreta speranza. Due gli argomenti trattati nel corso della serata. Il primo: "Dante, uomo politico medievale", relatore il Prof. Alessandro Ghezzi, docente di storia e filosofia presso il Liceo Carlo Porta di Erba.
Per comprendere Dante e la sua opera Divina Commedia, poeticamente massima espressione del rinnovamento di un linguaggio che diventerà poi unificante per il nostro Paese, e i suoi contenuti di carattere allegorico, è indispensabile conoscere il contesto politico del XIV secolo. Siamo in pieno medioevo non solo in Italia ma anche in altri stati dell'Europa, ciascuno dei quali lo vive nella sua specificità: Germania, Inghilterra, Spagna, affrontano in modo diverso la ventata di rinnovamento portata nella nostra penisola da un processo politico che raggiunge l'apice a metà dello stesso secolo con i liberi comuni. Una forma di governo coinvolgente il popolo nella fascia che oggi definiremmo della media borghesia ed evolve verso l'esperienza repubblicana fiorentina, governata da un consiglio, noto a Firenze come Signoria, periodicamente rinnovata negli incarichi direttivi con esponenti delle corporazioni di arti e mestieri, appannaggio degli uomini della finanza di quel tempo.
APPROFONDIMENTO
Cardini del potere restano comunque due importanti figure istituzionali: il Papa e l'Imperatore, in nome dei quali si consumano anni di lotte intestine nel Paese con spargimento di sangue. Parteggiare per l'uno o per l'altro significa schierarsi nell'agone politico: i Guelfi dalla parte del Papa e i Ghibellini a favore dell'Imperatore. Un partito, quello dei Guelfi, che si scinderà poi in Guelfi bianchi e Guelfi neri, ma non sarà in grado di garantire la pace cittadina.
Ciò che caratterizza Dante come uomo medievale è la religiosità: prima virtù fondamentale; egli vive con il pensiero rivolto all'al di là, ma per certi aspetti anche all'al di qua. Nel ruolo di poeta o letterato racconta l'esistenza fisica dell'Inferno, Purgatorio e Paradiso. È ossessionato dal peccato, quale atteggiamento di infrazione dei comandamenti, e intriso di mentalità simbolica, che ben rappresenta in modo magistrale nella sua opera di più elevata liricità: la Divina Commedia o semplicemente Commedia, con esplosione ordinata della numerologia, dove il tre e i suoi multipli ricorrono frequentemente in un disegno puntigliosamente ordinato che rimanda alla divina Trinità. Dante è pellegrino nella vita e nell'al di là.
Dante è un letterato del suo tempo: il termine intellettuale o scrittore ancora non esisteva; che canta l'amore della donna amata nella sfera più nobile e sublime attraverso Beatrice. Egli si considera un filosofo, ovvero esponente di quella scienza che prepara, introduce alla teologia. Ma il suo interesse principale è quello della politica che tanti dispiaceri poi gli recherà, costringendolo a vagabondare oltre la sua Firenze. Il suo pensiero in particolare è espresso in forma allegorica nel canto XVI del Purgatorio. Concepisce la società governata da due istituzioni: Impero equiparato ai demoni e la Chiesa che dovrebbe agire per la salvezza delle anime, ma è troppo coinvolta nel potere temporale. E ciò è attribuito alla donazione costantiniana, posta a fondamento della costituzione dello Stato pontificio, mentre la Chiesa è chiamata a svolgere la sua missione spirituale.
La sua esperienza politica culmina con l'elezione fra i sei Priori cittadini nel 1300, quando Firenze è dilaniata dalle lotte interne fra Bianchi e Neri e quando questi ultimi prendono il sopravvento sulla fazione avversa Dante è costretto all'esilio. L'opera di Dante è posta a cerniera tra la fine del medioevo e il nuovo umanesimo, dove l'uomo sarà artefice del proprio destino. Nel ricostruire la personalità di Dante uomo politico medievale, il relatore ha attinto ad alcuni canti significativi della Commedia a supporto delle sue affermazioni, spiegando allo stesso tempo i contenuti allegorici di personaggi citati e situazioni ricostruite. Il segno tangibile dell'apprezzamento della sua esposizione da parte del numeroso pubblico presente in sala è stato il convinto e caloroso applauso finale.
La seconda relazione è stata svolta da Filippo Ronzoni, un giovane studente liceale che ha concluso gli studi quest'anno con l'esame di maturità, che ha presentato la sua rivisitazione attualizzata di Dante dal titolo: “Una promessa è per sempre”.
Filippo ha esordito raccontando la sua esperienza di studente al liceo Don Gnocchi di Casate Brianza, dove nel corso degli studi del secondo anno è stato folgorato dalla figura di Dante, accostandosi alla letteratura che è diventata la grande passione della vita, compendio concreto nella sua formazione sul piano umano e relazionale con i compagni. Egli si è soffermato sull'opera dantesca Vita Nuova che racconta l'esperienza di una straordinaria storia d'amore vissuta dal divin Poeta con Beatrice, che può essere ancora oggi attuale e trovare corrispondenza nei primi amori giovanili, quando tutto si tinge di roseo ma, al tempo stesso, è di aiuto nel costruire la propria formazione personale anche in presenza degli inevitabili ostacoli che la vita stessa presenta, perché l'amore ci rende più buoni. La letterature è quindi da considerare non tanto come una materia noiosa che si deve studiare, ma attraverso la letteratura cogliere le esperienze concrete che ci sono di aiuto nelle crescita personale e nei confronti delle persone che ci stanno accanto.
Anche Filippo ha ricevuto un caloroso appaluso finale per l'esperienza concreta raccontata con tanta passione e convincimento, nella affermazione del proprio pensiero e dei propri ideali. Interesse nei confronti della letteratura che continuerà nei prossimi anni con gli studi presso la facoltà di lettere in un ateneo milanese.