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Dante Alighieri presenta la sua Commedia
LA SPIRITUALITA' DELL'UNITA' E DELLA DIVISIONE FRA AGOSTINO E DANTE
lunedì 1 settembre 2021
di Italo Allegri
Il Prof. Giuseppe Redaelli ha aperto mercoledì 1° settembre la XXXI Settimana Agostiniana per la parte culturale, esaminando il rapporto tra Sant'Agostino vescovo di Ippona e Dante. Lusinghiera la presenza in sala degli uditori, interessati e partecipanti alla discussione.
Il Prof. Giuseppe Redaelli ha aperto mercoledì 1° settembre la XXXI Settimana Agostiniana per la parte culturale, esaminando il rapporto tra Sant'Agostino vescovo di Ippona e Dante. Lusinghiera la presenza in sala degli uditori, interessati e partecipanti alla discussione. È come sempre di elevato profilo culturale la riflessione del Prof. Giuseppe Redaelli, Head of Secondary Academics International School of Milan, alla XXXI Settimana Agostiniana in corso di svolgimento a Cassago Brianza, promossa dall'omonima Associazione Storico Culturale Sant'Agostino. Nel primo dei quattro incontri serali il relatore ha trattato il tema: "Una sola anima e un solo cuore. La spiritualità dell'unità e della divisione, tra Agostino e Dante", che si è svolto mercoledì 1° settembre presso l'Oratorio di Cassago Brianza, nel rispetto della normativa vigente del distanziamento sociale e ingresso subordinato all'esibizione della carte verde. Lusinghiera la partecipazione degli uditori, che alla fine hanno interagito con il relatore nell'approfondimento di alcune problematiche da lui esposte.
APPROFONDIMENTO
Una scelta quasi obbligata quella della presente edizione, considerato che l'anno in corso ricorda il VII centenario della morte di Dante. In effetti il sommo poeta pare non amasse molto Agostino, poiché non lo cita mai direttamente, ma pone le sue parole sulla bocca di alcuni suoi personaggi. In effetti il pensiero di Agostino fa da sfondo ad ogni categoria di idee del mondo medioevale. Una lettura attenta della Divina Commedia, infatti, rivela come molte idee agostiniane siano poste alla base della sua narrazione. I due autori sono poi accomunati da una tematica di fondo sul valore dell'unità: della Chiesa per Agostino, della sua amata Firenze per Dante, che sogna un impero giusto e una unità religiosa sotto un Papa giusto, due istituzioni operanti per diffondere la pace. Entrambi: Agostino nelle Confessioni e Dante nella Divina Commedia, percorrono la stessa finalità che è quella della propria conversione, attraverso la ragione mossa dall'amore di Dio.
Agostino in seguito alla conversione ritorna in Africa con la prospettiva di servire Dio incarnando il messaggio cristiano nella solitudine dello studio, ma comprende poi che l'azione di Dio lo spinge all'azione nel tessuto sociale in senso religioso e politico. L'esatto contrario a ciò che fecero nella vita gli ignavi, incapaci di prendere un posizione chiara schierandosi a favore di una causa.
Dante invece nella sua vita si schiera dalla parte dei guelfi bianchi per curarsi del bene della popolazione, mentre Agostino in Africa di fronte alla scissione della Chiesa tra donatisti e cattolici, prende posizione nei confronti di questi ultimi per una Chiesa universale rispetto a una identità religiosa locale. L'intento di Agostino, tuttavia non è quello di far vincere la sua fazione ma il suo obiettivo è di restaurare l'unità della Chiesa stessa, egli riconosce i propri errori con franchezza, dopo aver ribadito di amare i suoi avversari. Il richiamo all'unità trova fondamento nell'articolazione trinitaria divina. Consapevole dei limiti umani Agostino sollecita entrambi le parti a perseguire l'unità nell'umiltà, perché l'unità della Chiesa universale è più importante delle divisioni.
Qual è l'atteggiamento da conservare di fronte al fallimento della propria azione si chiede il relatore? La risposta di Agostino è il richiamo all'umiltà e carità cristiana, pronto a rinunciare alla dignità di vescovo per amore dell'unità di tutti i cristiani.
Dante nella Commedia si pone la stessa domanda confrontandosi con l'impotenza dello sconfitto cui è stata tolta la menzogna: riflessione condotta attraverso alcune situazioni o personaggi intercettati nei diversi canti.
La spiritualità dell'unità tra Agostino e Dante si pone nel percorso di apprendimento tracciato nella Divina Commedia, dove il personaggio Dante pellegrino comprende come andare oltre le fazioni che avvelenano Firenze e l'Italia. Dal canto suo invece Agostino pone l'unità come fine della vita comune, ma è lo sforzo spirituale e ascetico dell'individuo che la realizza.
E conclude Redaelli: "La vera pace è possibile solo come meta del percorso spirituale: un percorso che è individuale, perché impegna l'individuo in una lotta costante con se stesso; ma che è anche, per sua natura, sociale, perché solo all'interno della società umana è possibile esercitare le virtù cristiane. Il cammino nell'interiorità si proietta allora nel mondo; e quell'unità della Trinità che l'individuo contempla in se stesso diventa unità sociale, mezzo e risultato del perfezionarsi dello spirito".