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CICLo AGOSTINIANo di Miguel de Santiago a QUITO

Traslazione del corpo del conte di Orgaz, opera di Miguel de Santiago nel convento agostiniano di Quito

Traslazione del corpo del conte di Orgaz

 

 

MIGUEL DE SANTIAGO

1656

Monastero agostiniano di Quito

 

Traslazione del corpo del conte di Orgaz

 

 

 

La tela sembra dipinta da due mani, fra cui Santiago che ha messo mano al secondo corteo con persone di qualità plastica. A destra si vede un vescovo di profilo sotto una pesante cappa di vestiti. E' Agostino che accompagna il feretro del conte di Orgaz. E' preceduto da un sacerdote con l'aureola che regge i piedi della lettiga con il morto.

 

Il dipinto che si conserva a Quito in Ecuador nel convento agostiniano di San Agustín raffigura La sepoltura del conte di Orgaz, un avvenimento di grande importanza nella Spagna trecentesca che ebbe un sussulto devozionale per diversi secoli.

La sepoltura di Don Gonzalo Ruiz de Toledo, conte di Orgaz, che si celebrò nella Chiesa di Santo Tomé, ha avuto una risonanza sociale notevole nei secoli che seguirono. I fedeli cristiani infatti rimasero impressionati dall'evento miracoloso che la tradizione affermava con insistenza: nell'occasione della sepoltura del conte si sarebbe verificato il miracolo della presenza dei santi Stefano ed Agostino che avrebbero accompagnato Don Gonzalo nell'ultimo viaggio terreno.

Questo evento miracoloso venne raccolto e immortalato nel famoso dipinto "La sepoltura del conte di Orgaz", realizzato da El Greco nel 1588, due secoli e mezzo dopo la morte del gentiluomo cristiano. La scena che venne dipinta a Quito non riprende lo scenografico impianto di El greco con tutto il suo carico di drammaticità barocca. Piuttosto sembra rifarsi ad altri modelli, molto più sobri e classici che provenivano dalle stampe allora in voga in Europa e che erano realizzate soprattutto in Olanda e Belgio nelle aree di influenza spagnola.

Nella scena qui riprodotta il corpo del conte di Orgaz viene portata a spalle verso la sepoltura. Nel corteo che accompagna la salma si possono notare diversi nobili, chierici, il vescovo Agostino e santo Stefano, la cui presenza è all'origine del miracolo. Il convento di sant'Agostino a Quito venne costruito dopo l'ultima eruzione nel 1575 del vulcano Pichincha.

Dopo questo disastro la ricostruzione della città venne affidata all'architetto Becerra che costruì anche la chiesa e il convento di sant'Agostino, nel cui progetto dovette risolvere il difficile problema di costruire su un terreno con forte obliquità una piattaforma orizzontale. Basta dare uno sguardo al muro della chiesa che si affaccia sulla strada e alle pareti del cono per apprezzare il lavoro di riempimento del terreno eseguito con lo scopo di realizzare il disegno elegante e semplice di Becerra.