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PITTORI: Giovanni Canavesio

Agostino vescovo e monaco

Agostino vescovo e monaco

 

 

CANAVESIO GIOVANNI

1499

Torino, Museo delle Arti Decorative Accorsi-Ometto

 

Agostino vescovo e monaco

 

 

 

Cresciuto nel contesto della pittura piemontese dominata verso la metà del Quattrocento dalla lezione gotica di Giacomo Jaquerio, Canavesio realizzò opere relative a grandi cicli di affreschi le cui raffigurazioni pittoriche erano didatticamente pensate come "Biblia Pauperum" ad uso dei fedeli. Come in questa raffigurazione di Agostino egli fece propri i canoni stilistici di una pittura religiosa, che aveva una sua funzione pedagogica e pertanto doveva rendere con immediata crudezza le passioni dell'animo umano.

Il volto di Agostino ha una fisionomia particolarmente espressiva con due occhi puntati sul fedele che lo osserva. L'accenno a qualche ruga sulla fronte e sulle guance ci restituisce un santo realistico e paterno. La barba filiforme grigiastra assicura al volto di Agostino una ulteriore autorevolezza.

Il santo indossa il piviale episcopale e con la mano sinistra regge il bastone pastorale. Con la mano destra alzata accenna a una benedizione rivolta al fedele. In testa porta una mitra stilisticamente assai elaborata all'interno di un'aureola altrettanto ricca di decorazioni.

Sotto il piviale il santo indossa la tunica nera dei monaci che seguono la sua regola ed è ben visibile anche la cintura di cuoio caratteristica dell'Ordine che porta il suo nome.

 

 

Giovanni Canavesio

Circa la vita di questo pittore, che fu sacerdote, si hanno pochi dati certi: a Pinerolo, sua città natale, esiste un documento del 1450 in cui si fa riferimento a Magister Iohannes canavexii pinctor. Altri documenti scoperti all'Archivio di Stato di Genova del 1472 lo vedono attivo ad Albenga. Agli affreschi aggiunse la realizzazione di numerosi polittici destinati a decorare gli altari di chiese nelle vallate liguri, a cui lavorò fino al 1500. Il profilo artistico di Canavesio non va tuttavia confinato nella dimensione di un onesto frescante, che ripropone fuori tempo canoni stilistici ormai desueti. Canavesio rappresenta il punto di arrivo e di esaurimento della tradizione pittorica neogotica di cui mantiene gli schemi iconografici ma non lo spirito.