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Martiri AfricaNI: Felice di Thibiuca

Fonte batesimale nella basilica paleocristiana a Bulla Regia

Bulla Regia: fonte battesimale paleocristiano

 

 

FELICE DI THIBIUCA

 

 

 

Vescovo e martire in Africa (morto nel 303) Felice, vescovo di una provincia della Proconsolare, forse di Thibiuca (nella regione di Cartagine), è una delle vittime del primo editto di persecuzione emanato alla fine del febbraio 303, che obbligò i cristiani a consegnare i libri sacri e gli edifici destinati al culto: l'applicazione di questo editto fu particolarmente severa in Africa.

Possediamo i verbali processuali dell'interrogatorio, che si succedono in ordine logico. Il magistrato municipale, Magniliano, fa dapprima comparire i chierici, in assenza del vescovo, e poi il vescovo in persona. Magniliano gli ingiunge: "Consegna i libri sacri, perché possano essere bruciati".

Felice risponde: "meglio che sia bruciato io piuttosto che le Scritture divine, perché è meglio obbedire a Dio che agli uomini". Dopo tre giorni di riflessione, Felice persiste nel suo rifiuto e viene mandato a Cartagine: lì, per ordine del legato, è incarcerato. Dopo sedici giorni di prigione, Felice è condotto in catene dal proconsole Anulino nella quarta ora della notte.

Egli rifiuta ancora di consegnare le Scritture, ed il proconsole ordina di decapitarlo. Prima di morire, Felice proclama solennemente la sua fede: "Dio del cielo e della terra, Gesù Cristo, tu che rimani in eterno, io piego la mia testa davanti a te come una vittima". Fu decapitato il 15 luglio del 303 e deposto nella basilica di Fausto, sulla via detta degli Scillitani. E' probabile che una parte delle reliquie del martire sia stata trasportata da Cartagine in Italia al momento dell'invasione dei Vandali.

Più città italiane rivendicarono l'onore di possederle (in particolare Venosa nell'Italia meridionale) e rimaneggiarono la storia del martire in modo tale da giovare alla sua gloria ben meno che alla gloria della città. E' festeggiato il 24 ottobre.