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L'africa romana di sant'agostino: Martiri africani

San Cipriano da Cartagine, Mosaico bizantino del VI sec. particolare della Processione dei Martiri, Ravenna, Basilica di Sant'Apollinare Nuovo

San Cipriano da Cartagine

 

 

MARTIRI CRISTIANI AFRICANI

 

 

 

La storia della Chiesa nell'Africa settentrionale nel II e III secolo sembra una zona di penombra ove alcuni dettagli, più o meno sicuri, lasciano intravedere i lineamenti essenziali del quadro. A sprazzi, brevi lampi di luce, in cui si crede di vedere l'evoluzione storica confondersi mentre i fatti sembrano organizzarsi intorno ad una figura di importanza centrale. Così accade per gli avvenimenti relativi al decennio del 250 intorno a Cipriano. Egli ci appare come un personaggio tutto di un pezzo: una conversione senza compromessi, una sicurezza di sé che non si spiega pensando semplicemente alla sua indole, un pensiero nel contempo complesso e coerente; il tutto in mezzo a persecuzioni, controversie e polemiche che rinascevano su fronti inattesi, stranamente simmetrici, quasi che volessero metterlo alla prova e forzarlo ad approfondire ciò che, non senza qualche irrigidimento talora dettato dal suo amor proprio, egli giudicava centrale nella sua missione di vescovo.

L'Africa, da molto tempo in pace, ricca della sua agricoltura e di quella elegante civilizzazione urbana che è ben simboleggiata dalla sua capitale Cartagine, si trova ora coinvolta nelle lotte tra imperatori rivali (sacco di Cartagine nel 238) ed assalita dalle rivolte e dalle incursioni dei barbari del sud. Per ragioni difficili a cogliersi, la Chiesa in questa regione conosce una rapida crescita e l'istituzione si infoltisce (all'epoca dei Severi ci sono 70 vescovi di Numidia e della Proconsolare in occasione di un concilio che definisce la dottrina della Chiesa africana a proposito del battesimo degli eretici; al tempo di Cipriano ci sono note almeno 135 sedi vescovili, la cui densità, come la presenza romana, si indebolisce da est a ovest dopo Cartagine che esercita un primato di fatto). Tuttavia, ad un così grande successo, alla vasta fioritura che aveva dato all'antica cristianità di lingua latina il suo primo autore originale, Tertulliano (malgrado il suo passaggio allo «scisma», Cipriano non smetterà mai di chiamarlo maestro, magister), si accompagna - o per lo meno Cipriano se ne lamenta - un certo rilassamento morale in un popolo cristiano sempre più numeroso, molto mescolato ormai - anche tra gli stessi vescovi - sul piano sociale, culturale e spirituale. Le eresie di tipo gnostico sembrano aver perduto la loro virulenza; le persecuzioni, che fino ad allora erano consistite in pogroms spontanei ed in atti di repressione locale, si sono assopite da alcuni anni.

 

 

AFRICA AGOSTINIANA: I martiri cristiani

 

MAPPA DELL'AFRICA CRISTIANA CON LE SUE CHIESE NEL 256 d. C.

 

CIPRIANO  (Cipriano ovvero Caecilius Cyprianus è nato intorno agli anni 210-220 d. C.)

CRISPINA  (martire in Africa nel 304 d. C. era originaria di Tagora in Numidia)

FELICE DI THIBIUCA  (vescovo di Thibiuca nell'Africa Proconsolare e martire nel 303 d. C.)

LUCIO, MONTANO E COMPAGNI  (Due muoiono in carcere. Altri cinque saranno giustiziati nel 259)

MARCELLO DI TINGIS  (Centurione e martire nel 298 a Tingis l'odierna Tangeri)

MARIANO, GIACOMO E I LORO COMPAGNI  (Mariano (lettore) e Giacomo (diacono) e compagni martirizzati nel 260)

DATIVO E I MARTIRI DI ABITINA  (martiri nel 303 durante le persecuzioni di Diocleziano)

MASSIMA, DONATILLA E SECONDA  (Vergini e martiri nel 304 Donatilla e Massima sono due sorelle)

MASSIMILIANO   (martire in Africa nel 295, viene seppellito a Cartagine nella Basilica di Cipriano)

PERPETUA E FELICITA  (originarie di Thuburbo Minus subirono il martirio nell'anfiteatro di Cartagine nel 203)