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DEI E MITI DELL'Africa romana: Prassitele

Il Diadoumenos di Policleto ad Atene

Il Diadoumenos di Policleto ad Atene

 

 

PRASSITELE

 

 

 

 

Prassitele, ovvero, in greco, Praxitelês, è uno scultore ateniese fra i più grandi del IV secolo a. C. ed attivo tra il 375 ed il 326 a. C., anno della sua morte. Nasce verso il 390 in un clima intellettuale dove i valori sentimentali prendevano il sopravvento sulla serenità dello spirito. Figlio di un altro scultore, Kephisodotos il Vecchio, Prassitele fu autore di opere memorabili, ancora copiate dai Romani, in età imperiale. Prassitele al contrario rappresenta la voluttà della calma e della grazia giovanile. I suoi modi raffinati, segnati dal gusto della sensualità che ha conosciuto grazie ai suoi contatti con l'arte orientale, si esprime nella rappresentazione del corpo femminile nelle sue forme complete in pose languide. Rappresenta anche il corpo virile impregnato di una grazia quasi androgina.

Benché lavorasse il bronzo, preferiva a questo il marmo che, alla fine, il pittore Nicia trattava per lui con cere colorate. La peculiarità dell'arte prassitelica sta nella dolcezza del modellato delle sue statue marmoree, caratterizzate da una sorta di malinconia, pigrizia ed abbandono delle figure.

Contemporaneo di Scopas e di Lisippo, partecipò alla decorazione delle sculture dell'Artemisio di Efeso e scolpì per la villa di Cnido la famosa Afrodite, che è senz'altro il suo capolavoro e che realizzò utilizzando un modella la sua amante Phryne, il che costituì un vero e proprio scandalo per la sua epoca. I suoi personaggi non sono più i saldi ed equilibrati eroi del passato, ma dèi giovani, sfiniti, umanizzati. Il baricentro della figura si sposta su un lato, mettendo la figura rappresentata in una posizione di riposo. In molti casi, l'eroe o il dio è appoggiato ad un tronco o ad una colonna, come se non avesse più le forze per sostenersi da solo in piedi, anche se in realtà puntelli e sostegni di questo tipo sono indispensabili nelle statue in marmo, per ragioni strutturali. Molto stimato nel V sec., l'arte di Prassitele esercitò una grande influenza sulla statuaria attica e ispirò graziose figurine in terra cotta a Tanagra.

 

Opere celebri di Prassitele furono:

l'Afrodite Cnidia, il primo nudo femminile della storia,

Hermes con Dioniso,

l'Apollo sauroctono,

l'Apollo citaredo,

una testa di Afrodite,

Satiro a riposo, ed altre ancora.

Di molte di esse non si conservano più gli originali, andati perduti, ma si sono conservate copie di età romana. A Prassitele sono stati attribuiti anche il famoso Satiro danzante o in Estasi di Mazara del Vallo e l'Eracle dell'Esquilino che faceva parte di una decorazione del frontone per il tempio di Eracle a Tebe citato da Pausania. Tradizionalmente si riconosce l'unico originale del maestro proprio nella statua di Hermes con Dioniso fanciullo, opera datata al 340 a. C. e ritrovata, grazie ad un riferimento presente nell'opera di Pausania il Periegeta, nel tempio di Hera ad Olimpia durante una campagna di scavo tedesca.