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Percorso : HOME > Africa agostiniana > Siti archeologici > Hippo DiarrhytusAFRICA ROMANA: Hippo Diarrhytus
Hippo Diarrythus: mosaico con il cavallo Diomedes da una terme privata
HIPPO DIARRYTHUS
Hippo Diarrhytus, l'odierna Biserta, fu un antico porto prima fenicio e poi romano. Nel 310 a. C. fu conquistata da Agatocle, tiranno di Siracusa.
Più tardi, col nome di Hippo Diarrhytus, la città venne innalzata al rango di colonia dell'impero romano. Interessanti sono alcuni mosaici, oggi trasferiti al Museo del Bardo, che danno un'idea della ricchezza degli abitanti di questa città e della loro agiatezza. A fianco frammento di un pavimento a mosaico che proviene da una terme privata. Raffigura due cavalli da corsa, attaccati a una colonna, di cui se ne vede uno solo, Diomedes. Il cavallo ha la coda legata a un ramo d'ulivo.
Diomedes come Alcides, l'altro cavallo, portano il marchio della scuderia a cui appartengono. Il mosaico risale al IV secolo d. C. e proviene da Sidi Abdallah nei pressi di Biserta. Di Hippo Diarrythus parla Plinio il Giovane. Caio Plinio Cecilio Secondo, detto Plinio il Giovane fu nipote di Plinio il Vecchio, visse fra il 62 e il 113. Console della provincia del Ponto e Bitinia nel 100 è famoso per le sue lettere.
APPROFONDIMENTO
In una delle sue lettere ricorda che "a Hippo i piaceri della pesca e del nuoto rendono di buon umore tutti quanti e in particolare i bambini, poiché l'attrazione dei giochi è irresistibile. mettono i loro cuore e il loro coraggio in una gara che consiste nel nuotare e nell'allontanarsi il più possibile dalla costa. Un giorno, un ragazzo più coraggioso degli altri, si allontana e incontra un delfino.
Il delfino nuota davanti al ragazzo, dietro e attorno a lui. Lo carica sul suo dorso e lo immerge nell'acqua. Quindi trasporta il ragazzo impaurito lontano al largo, poi fa un semicerchio, si avvicina alla costa e lo riporta sulla terraferma vicino ai suoi amici.
L'episodio si propagò nella colonia, la gente veniva da ogni parte e il ragazzo era considerato una specie di prodigio. Era interrogato continuamente, lo si ascoltava e si riportava la sua storia straordinaria di nuovo ovunque."