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Percorso : HOME > Cammino di sant'Agostino > Genova > CuroneIl Cammino di sant'agostino: Curone
La chiesa di san Sebastiano a Curone
Timbro della chiesa di S. Sebastiano
IL CAMMINO DI SANT'AGOSTINO
Curone
Chiesa di san Sebastiano
La chiesa parrocchiale è stata edificata nel luogo ove sorgeva una cappella dedicata a san Sebastiano, da cui il paese ha preso il nome. La costruzione originaria risale al XVI secolo. Diverse opere degne di rilievo sono contenute al suo interno. Nell'abside si conserva un Martirio di san Sebastiano, un dipinto che fu probabilmente realizzato nella seconda metà del Seicento. Mons. Rino Callegaris nel suo libro "Documenti di pittura genovese a San Sebastiano Curone" lo ha attribuito al pittore genovese Giovanni Raffaele Badaracco. Il Santo è rappresentato con il capo reclinato all'indietro, lo sguardo rivolto al cielo, le labbra dischiuse in atto d'invocazione, i polsi legati con corde a pali incrociati, tre frecce conficcate nel corpo.
Ai piedi del Santo è raffigurato uno scudo decorato da un fregio. Di fronte al Santo sono rappresentati due arcieri romani in procinto di scoccare altre frecce. Sullo sfondo è delineato un paese che quasi certamente rappresenta una veduta dell'epoca del paese. Un'altra rappresentazione del patrono san Sebastiano è collocata in un altare laterale. Si tratta di una scultura in legno policromo, risalente al XIX secolo e attribuita allo scultore Luigi Montecucco di Gavi Ligure, autore di numerosi gruppi lignei.
Questa statua viene portata in processione per le vie del paese l'8 maggio di ogni anno, festa del Voto. In un altare laterale è collocato un grande altorilievo in legno policromo e dorato rappresentante una Crocifissione seicentesca. La scena della Croce è rappresentata come è descritta da San Giovanni nel suo Vangelo "Ora presso la Croce di Gesù stavano sua Madre, e la sorella si sua Madre, Maria di Cleofa e Maria Maddalena".
L'Altare del Rosario ha al suo centro una Madonna con Bambino in legno policromo e dorato, circondata da tele del ciclo del Rosario. L'opera è una scultura lignea genovese del XVII secolo. Gesù Bambino che appare a Sant'Antonio da Padova, olio su tela della seconda metà del Seicento, è un dipinto importante, attribuito alla bottega di Domenico Fiasella. Il Santo, con indosso il saio francescano, è raffigurato in ginocchio nell'atto di stendere la braccia verso Gesù Bambino.
Gli affreschi della chiesa sono opera dell'accademico di Brera Francesco Mazzocchi (XX secolo). Particolare curioso è che diversi personaggi raffigurati ritraggono abitanti del paese che posarono per l'autore. L'altare maggiore in marmi policromi e sculture, è opera dello scultore genovese Solari e la sua costruzione risale al 1759, grazie alla donazione dell'allora feudatario Principe Andrea Doria. Il coro ligneo, di ambito lombardo-piemontese e databile alla seconda metà del Seicento, è composto di diciassette stalli in legno di noce intagliato.
Curone si trova lungo la via del Sale, la stessa strada che seguì la traslazione dei resti di sant'Agostino da Genova a Pavia. La Via del Sale è antichissimo percorso che deve forse la sua origine ai popoli liguri, ma che secondo alcune teorie fu tracciato da Livio Ercole Arniense e quindi detto, durante l'Impero Romano, "Strada Preromana Erculea". Certamente il suo percorso non fu sempre il medesimo, poiché i carovanieri variavano le tappe in base alla stagione e alle esigenze dei loro commerci, passando attraverso altri paesi o per valli limitrofe, toccando o evitando quel borgo o quel feudo: in sostanza percorrevano una direttrice schematica, frammentata in differenti itinerari. Lungo il percorso descritto si incontrano però il maggior numero di tracce di questa percorrenza nei paesi, tra i toponimi, negli archivi.
Al tempo del re longobardo Liutprando, vi transitò il corpo di sant'Agostino, sottratto agli Arabi che occupavano la Sardegna. Trasportato a Sampierdarena via mare, le spoglie furono trasferite a Savignone e poi da lì condotto a Pavia molto probabilmente attraverso la "Via del Sale". Segno di questo passaggio avvolto dalla leggenda, é ancora oggi la particolare venerazione del santo africano che si professa a Savignone e Vergagni. La strada, caratterizzandola dalle altre che attraversavano l'Appennino, dopo il 1495 fu detta "Via dei Feudi Imperiali", poiché percorreva le terre soggette all'Impero e al potere dei suoi vassalli.