Contenuto
Percorso : HOME > Cammino di sant'Agostino > Pavia > MilanoIl Cammino di sant'agostino: Milano
Il fonte battesimale dove Agostino fu battezzato da Ambrogio nel 387 d. C.
Timbro al Duomo di Milano nell'anno giubilare
IL CAMMINO DI SANT'AGOSTINO
Milano
Sant'Ambrogio, il Duomo, chiesa di S. Agostino
Agostino nel 384 riuscì ad ottenere, probabilmente con l'aiuto del prefetto di Roma, Quinto Aurelio Simmaco, la cattedra vacante di retorica a Milano. Dopo il suo trasferimento nella capitale imperiale nel 385 fu raggiunto dalla madre Monica, la quale conscia del travaglio interiore del figlio, gli fu accanto con la preghiera e con le lacrime. Milano fu la tappa decisiva della sua conversione; qui ebbe l'opportunità di ascoltare i sermoni del vescovo Ambrogio. Fu la frequentazione con un anziano sacerdote, Simpliciano, che aveva preparato Ambrogio all'episcopato, a dargli l'ispirazione giusta proponendogli di leggere i neoplatonici, perché i loro scritti suggerivano "in tutti i modi l'idea di Dio e del suo Verbo".
Un successivo incontro con Ambrogio, procuratogli dalla madre, segnò un altro passo verso il battesimo; fu convinto da Monica a seguire il consiglio dell'apostolo Paolo, sulla castità perfetta: rimandò in Africa la donna con cui conviveva e tenne presso di sé il figlio Adeodato. A casa di un amico Ponticiano, sentì parlare della vita casta dei monaci e di Antonio abate, e, ritornato a casa sua, Agostino disorientato si appartò nel giardino, dando sfogo ad un pianto angosciato e mentre piangeva, avvertì una voce che gli diceva "Tolle, lege, tolle, lege". Aprì a caso il libro delle Lettere di S. Paolo e lesse un brano: "Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri" (Rom. 13, 13-14).
Dopo qualche settimana ancora d'insegnamento di retorica, Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, a Cassiciaco, l'odierno Cassago Brianza, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali.
Condusse con sè la madre, i familiari e gli amici, perché partecipassero con le loro parole sapienti. Nella Quaresima del 387 ritornarono a Milano per una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino, il figlio Adeodato e l'amico Alipio ricevettero nella notte del sabato santo, dalle mani del vescovo Ambrogio.
Duomo
La piazza attuale del Duomo è sopraelevata rispetto al livello del suolo originario di ben quattro metri: e a tre metri di profondità si trova il battistero, di epoca posteriore all'imperatore Valente (364-378), che fu probabilmente voluto da sant'Ambrogio stesso. Si accede al battistero di san Giovanni alle Fonti con un percorso sotterraneo: purtroppo resta poco dell'alzato, poiché la struttura fu sacrificata quando fu avviato il cantiere del Duomo nel Trecento. La forma ottagonale che richiama alla resurrezione cristiana caratterizza la vasca centrale, profonda 80 centimetri e larga più di 5 metri. Il battesimo avveniva anticamente per immersione, proprio come accadde ad Agostino nella notte di Pasqua del 24 aprile 387 d. C. per mano del vescovo Ambrogio. Rimangono resti della pavimentazione in opus sectile e un frammento di affresco del XII secolo. Le tessere dei mosaici che dovevano ornare la volta del battistero sono visibili in alcune vetrinette insieme a monete, gioielli e altri reperti rinvenuti durante gli scavi. San Giovanni alle Fonti doveva essere un luogo magnifico di cui cogliamo solo alcuni elementi assieme alle tracce della zona absidale della basilica di Santa Tecla, perdute durante i lavori della metropolitana negli anni Sessanta.
Basilica di sant'Ambrogio
La basilica di Sant'Ambrogio è una delle più antiche chiese di Milano e rappresenta un importante esempio di architettura monumentale dell'epoca paleocristiana e medioevale. Edificata tra il 379 e il 386 per volere del vescovo di Milano Ambrogio, fu costruita in una zona in cui erano stati sepolti i cristiani martirizzati nel corso delle persecuzioni. Per questo venne dedicata ai martiri ed era chiamata Basilica Martyrum: lo stesso Ambrogio voleva riporvi tutte le reliquie dei santi martiri Satiro, Vittore, Nabore, Vitale, Felice, Valeria, Gervasio e Protasio. Vi fu sepolto Ambrogio e da allora cambiò nome, diventando basilica ambrosiana. Nel IX secolo, subì importanti ristrutturazioni volute dal vescovo Angilberto II (824-860).
Inizialmente furono i Benedettini ad occuparsi della basilica e furono loro ad incaricare Donato Bramante nel 1492 ottenne perché progettasse la nuova canonica, ricostruendo alcune parti del monastero e risistemando la disposizione delle cappelle nella chiesa. I Benedettini rimasero sino al 1497 quando vennero sostituiti dai Cistercensi dell'abbazia milanese di Chiaravalle che promossero numerose iniziative culturali come ad esempio l'apertura al pubblico della grande biblioteca monastica.
L'interno venne strutturato secondo le più avanzate novità d'Oltralpe, con l'uso di volte a crociera a costoloni, nelle quali ogni elemento confluisce in una struttura portante apposita, con un'architettura rigorosa e coerente.
Il quadriportico, cioè il cortile porticato su quattro lati antistante la chiesa, aveva un tempo la funzione di raccogliere i catecumeni al cospetto della chiesa. L'attuale cripta, ipogea rispetto all'altare maggiore, venne costruita nella seconda metà del X secolo, durante i lavori di risistemazione dell'area absidale della basilica per meglio accogliere le spoglie dei santi che qui ancora oggi sono venerati: Ambrogio, Gervaso e Protaso. Tracce di una cripta nella basilica sono riconducibili già all'epoca di sant'Ambrogio in quando si sa che fu lo stesso santo milanese nel 386 a prelevare i corpi di san Gervaso e san Protaso dalla loro originaria sepoltura e a tumularli solennemente sotto l'altare della nuova basilica, in un sarcofago di marmi pregiati che egli aveva disposto già per la propria sepoltura.
Nella piazza, sul lato sinistro rispetto alla basilica, è visibile una colonna, comunemente detta "la colonna del diavolo". Si tratta di una colonna di epoca romana, che presenta due fori, oggetto di una leggenda secondo la quale la colonna fu testimone di una lotta tra sant'Ambrogio ed il demonio. Il maligno cercando di trafiggere il santo con le corna finì invece per conficcarle nella colonna.
Chiesa di sant'Agostino
La chiesa di sant'Agostino a Milano sorge in via Lanzone, poco discosta dalla Basilica di sant'Ambrogio e dalla casa dove fu ospite Francesco Petrarca durante il suo soggiorno milanese. Sull'architrave d'entrata si trova la seguente scritta:
DIVUS AUGUSTINUS AD LUCEM FIDEI
PER SANCTUM AMBROSIUM EVOCATUS
HIC UNDA CAELESTI
ABLUITUR ANNO DOMINI CCC.LXXXVIII
Una lapide ricorda il soggiorno di Francesco Petrarca a Milano in una casa sulla piazza che si apre all'entrata della Basilica di sant'Ambrogio. Il poeta, che fu chiamato a Milano dal Visconti, che intendeva servirsi delle capacità diplomatiche del poeta, rimase nella metropoli lombarda dal 1353 fino al 1358.
La sua casa sorgeva poco lontano dalla chiesa di sant'Agostino, dove il poeta sicuramente si recò. Egli ne parla nei suoi scritti assieme all'espressione di grande ammirazione per Agostino, il cui pensiero lo affascinò per tutta la vita.