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Percorso : HOME > Cammino di sant'Agostino > Pavia > Il pellegrinoIl Cammino di sant'agostino: I Pellegrini
Arca di sant'Agostino a Pavia in san Pietro in Ciel d'Oro
Timbro della basilica di san Pietro in Ciel d'Oro
L'ESPERIENZA DEL CAMMINO DI SANT'AGOSTINO
di Vittorio Motta
Da Monza a Milano fino a Pavia
Eccomi, di nuovo sul percorso del Cammino di Sant'Agostino. Da solo, perche Renzo, neo nonno, è troppo indaffarato. Dopo aver effettuata la prima parte e anche la più lunga dell'itinerario complessivo, chiamata appunto "La Rosa briantea", riprendo da Monza per percorrere il così detto gambo della Rosa milanese, passando da Milano per poi arrivare a Pavia e rendere omaggio alle spoglie di Sant'Agostino, deposte nel Santuario di San Pietro in Ciel d'Oro. Prima di lasciare la neo città capoluogo di provincia, ossia Monza, ho ritenuto doveroso e importante far visita al Duomo. In vita mia, malgrado fossi stato moltissime volte a Monza, non avevo mai visitato la bellissima Basilica di San Giovanni Battista detta appunto il Duomo di Monza.
Questa chiesa ha da poco compiuto settecento anni e appare, con le sue cinque imponenti navate, una vera e magnifica testimonianza di stile gotico. All'interno oltre ad aver osservato frettolosamente le varie opere e decorazioni, mi sono soffermato, innanzi alla cappella, a sinistra dell'altare maggiore, dedicata alla regina Teodolinda. Qui ho potuto ammirare, con tanta emozione, la famosissima "Corona Ferrea", radiosamente illuminata. Lasciata Monza, sono giunto, nel pomeriggio, a Milano. Dopo aver percorso un dedalo di strade, arrivo alla Basilica di San Marco, nella omonima piazza. Con grande delusione apprendo da un sacerdote che la chiesa non è più gestita dai Padri agostiniani ma è diventata una delle tante comuni parrocchie di Milano.
Proseguendo il mio prestabilito itinerario, giungo alla Basilica di Sant'Ambrogio, dove già recentemente, inseritomi in una compagnia culturale di amici ad Arese, accompagnati da una valida guida, ho potuto far visita e ben apprenderne quasi tutte le meravigliose caratteristiche storiche e artistiche della Basilica. E pertanto, si è trattato di compiere una veloce visita, solo per il semplice fatto che Sant'Agostino, oltre a essere contemporaneo di Sant'Ambrogio fu battezzato dallo Stesso. E anche per proseguire più rapidamente per poi soffermarmi più a lungo in Duomo. Eccomi arrivato al Duomo di Milano. Mi interrogo e mi domando quale annessione vi sia fra Sant'Agostino e il Duomo di Milano.
La figura di Sant'Agostino, una delle personalità più ricche e influenti della storia della Chiesa, da secoli illumina e accompagna il cammino degli uomini affascinati dall'acutezza dei suoi scritti, e quasi sedotti dal suo ragionare erudito e caldo. Presto attenzione anche sotto l'aspetto più personale e biografico. Le sue vicende esistenziali, passarono attraverso una gamma vastissima di esperienze umane e culminarono in quella folgorazione dello spirito che lo trasformò in uomo nuovo. Questa clamorosa "conversione" avvenne proprio qui a Milano nel 386; sono perciò trascorsi milleseicento anni da quello storico avvenimento. Noi però lo viviamo come qualcosa di molto vicino, tanti sono i richiami, attualissimi, dai quali ci sentiamo circondati: Sant'Agostino a Milano, Sant'Agostino e Sant'Ambrogio, Sant'Agostino e il fonte battesimale (Battistero di San Giovanni alle Fonti) finalmente restituito, nei suoi ruderi, all'occhio e alla devozione del visitatore nel sottosuolo del nostro Duomo. E questa stessa nostra Cattedrale che compie i seicento anni di vita e comincia a nascere esattamente nella ricorrenza millenaria della conversione di Sant'Agostino (1386). Questa sua conversione è divenuta una pietra portante che Dio ha collocato, tramite il ministero di Sant'Ambrogio, nelle fondamenta della Chiesa milanese. Il presente cammino che vede la luce proprio in concomitanza di questo luogo sacro e di queste ricorrenze, vuole offrire al pellegrino di oggi, anche il più distratto, una ricostruzione molto discorsiva della vita di Sant'Agostino, uomo, pensatore, vescovo. Perciò il cammino assume quasi i toni di una aggregazione di persone abituate a comunicare e reca chiara l'impronta dell'ammirazione verso una personalità tanto eccezionale, passata, però, attraverso esperienze umanissime, nelle quali a tutti riesce facile riconoscersi in qualche maniera.
Il mio auspicio e augurio è che la fatica così appassionata del pellegrino rappresenti un contributo stimolante alla rivisitazione delle opere del grande Dottore, ma anche alla riflessione più attenta dell'itinerario della sua vita. Prima di lasciare la Cattedrale, mi sono informato dove fossero deposte le spoglie dei due Santi Arialdo ed Erlembardo (i due martiri fondatori del movimento "Pataria", quel movimento religioso e sociale riformistico, che si oppose alla decadenza e alla corruzione del costume ecclesiastico nel XI secolo, incominciando una coraggiosa predicazione contro tali corruzioni a tal punto d'essere torturati e uccisi). Esse si trovano in un'unica urna all'interno dell'altare dedicato a Santa Caterina da Siena, posto vicino alla parte sinistra del transetto del Duomo. Purtroppo, tale urna si può osservare soltanto allo scoperchiamento dell'altare stesso, che avviene ogni primo di novembre giorno dei Santi. Comunque era una mia particolare promessa di far loro visita devota dopo aver ascoltato la loro storia dal sacerdote incontrato nel Santuario della Madonna della Neve di Cucciago. Ultima cosa bella che ho potuto contemplare, nel Duomo di Milano, è l'opera lignea raffigurante il battesimo di Sant'Agostino per mano di Sant'Ambrogio, che si trova fra tante altre belle opere lignee nella cappella iemale o del coro, al posto 32, dietro all'altare maggiore.
Senza alcuna difficoltà sono giunto a Pavia, desideroso di conoscere l'ubicazione delle spoglie di Sant'Agostino. In questi ultimi mesi è stato l'argomento da me più chiacchierato, e ora, dopo tanto camminare e parlare, sono contento di aver soddisfatto il desiderio di far visita a questo luogo santo. Giunto nella piazza di San Pietro in Ciel d'Oro, mi aspettavo di vedermi di fronte la basilica, invece è quasi seminascosta alla destra della piazza. Dalla facciata noto che lo stile della basilica può essere altomedioevale. In effetti, dopo un approfondimento, vengo a sapere che fu costruita tra l'XI e XII secolo. Entratovi, con un poco d'emozione, dò un'occhiata generale e veloce e mi reco in sacrestia per chiedere alcune informazioni, rimandando a dopo, con più calma, la visita. In sacrestia incontro Padre Giancarlo, un sacerdote un po' sofferente, infatti noto in lui difficoltà di movimento, ma molto gentile e disponibile. Dopo essermi presentato quale pellegrino del Cammino di Sant'Agostino, giunto a Pavia e in predicato di ritornarvi tra qualche giorno e precisamente proveniente da Genova, inizio una interessante e lunga conversazione.
Innanzi tutto mi son fatto spiegare il significato di "San Pietro in Ciel d'Oro", ricevendo una interessante e soddisfacente risposta, mi precisa che nel settecento il re longobardo Liutprando rilevò una basilica, dedicata all'apostolo San Pietro, detta allora. in cielo aureo. forse per un soffitto ligneo dorato o per un mosaico absidale a fondo oro. Qui vi collocò con tutti gli onori, in una cassetta d'argento, il corpo di Sant’Agostino, che aveva fatto trasportare dalla Sardegna a Pavia capitale del regno. Mi dà poi molte altre notizie, e si rammarica che non può accompagnarmi, per via della sua precaria salute, come guida per visitare più dettagliatamente la basilica. Dalle sue precise indicazioni riesco a gustare la bellezza architettonica e artistica, e anche comprendere in modo rapido ma preciso, la complessità delle vicende storiche. Mi soffermo di più innanzi all'Arca dove riposano i resti di Sant’Agostino. Una brevissima visita agli altari di Santa Rita e del Sacro Cuore. Prima di lasciare il Santuario, mi riprometto di tornare con più tempo e soffermarmi più a lungo per una prossima visita che farò tra qualche giorno, quando verrò da Genova. Una occhiatina in sacrestia per salutare Padre Giancarlo e ringraziarlo di tutto quanto. Una calda stretta di mano ed arrivederci a presto.
Vittorio
Camminerò, camminerò sulla tua strada Signor:
dammi la mano voglio restar per sempre insieme a te.