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L'Oratorio di Cassago nel 1930
DON GIOVANNI BOSCO
L'Oratorio di Cassago, costruito nel 1930 fu inizialmente dedicato a sant'Agostino: con don Giovanni Motta, che lo ristrutturò nell'immediato dopoguerra, verso gli anni '50, fu preferito Giovanni Bosco, probabilmente perché degli Oratori moderni è stato il fondatore ed perché trascorse l'intera vita nel servizio e nella educazione dei giovani.
Detto popolarmente, anche dopo la canonizzazione, Don Bosco (Castelnuovo d'Asti [oggi Castelnuovo Don Bosco], 16/8 1815-Torino, 31/1 1888). Figlio di umili contadini della frazione dei Becchi (denominaz. popolare invece di Bechis), esercitò vari mestieri prima di raggiungere il sacerdozio; fu ordinato nel 1841.
Dimorando in Torino nel Convitto ecclesiastico di S. Francesco d'Assisi, sotto la direzione di S. Giuseppe Cafasso, cominciò ad occuparsi dei giovanetti poveri ed abbandonati, radunandoli nei giorni festivi e prestando loro assistenza morale e materiale. Particolare importanza ebbero per l'indirizzo della sua vita e della sua opera i famosi sogni, di manifesta origine divina.
Diede così principio all'opera degli Oratori. Stabilitosi nel rione torinese di Valdocco (1846), raccolse centinaia di ragazzi, creando così l'Oratorio di S. Francesco di Sales, al quale unì ben presto un ospizio di vaste proporzioni. Ebbe a soffrire contrarietà e vere persecuzioni, e fu persino ritenuto pazzo. In questa prima fase della sua opera fu efficacemente coadiuvato dalla pro- pria madre Margherita Occhiena, la pia, umile e saggia Mamma Margherita (Capriglio, 1788- Torino, 1863). Per meglio servire all'opera fondò (1864) la Pia Società Salesiano (Salesiani) ed a fianco di questa l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice; aggiunse poi ai Salesiani la Pia Unione dei Cooperatori, viventi nelle proprie famiglie e sparsi in tutte le nazioni.
Moltiplicò i suoi Oratori, ospizi e collegi per l'istruzione professionale e per tutti i gradi di scuole, dapprima in Italia, poi in Francia, Spagna, Belgio, Austria ed Inghilterra. Nel 1875 mandò il primo manipolo di missionari nella Repubblica Argentina ad intraprendervi l'evangelizzazione della Patagonia e della Terra del Fuoco. Lui vivente, le sue fondazioni si estesero nell'Argentina, nell'Uruguay, nel Brasile, nel Cile e nell'equatore.
Vide uno dei primi suoi discepoli, il Cagliero. innalzato alla dignità vescovile e nominato vicario apostolico della Patagonia (1884). Carissimo ai Pontefici Pio IX e Leone XIII, in anni in cui le relazioni fra il governo italiano e la Santa Sede erano estremamente delicate e difficili, egli fece più volte da intermediario ufficioso fra i due poteri. Eresse tre grandi chiese: due a Torino, il santuario di Maria Ausiliatrice (1868). accanto all'Oratorio di Valdocco, culla della sua opera mondiale. e la bella chiesa di S. Giovanni Evangelista (1862) in un quartiere nuovo, popoloso e privo di edifici per il culto. A Roma edificò il magnifico tempio del S. Cuore di Gesù (1887), quale voto nazionale al Divino Cuore. Nel 1884, già affranto - più che dall'età dalle fatiche - fu da Leone XIII invitato a nominarsi un vicario con diritto di successione; egli scelse don Michele Rua, che fin dalla fanciullezza era vissuto sempre al suo fianco, occupato in uffici della maggior fiducia.
La fama di santità che durante la sua vita era andata crescendo, si diffuse per tutto il mondo civile dopo la sua morte; vennero in luce molti fatti edificanti, i miracoli, le guarigioni compiute, le profezie. Nel 1890 si iniziò il processo informativo ordinario presso la Curia torinese; nel 1907 fu introdotta la causa di beatificazione e nel 1927 si ebbe il decreto di Pio XI sull'eroicità delle virtù. La sua Beatificazione è del 2/6/1929, la canonizzazione il giorno di Pasqua (1/4) del 1934; la sua festa si celebra il 31/1. Spetta al Santo il merito di aver reso popolari nel mondo gli Oratori festivi con due innovazioni: i ragazzi non si riunivano più, come prima, solo in certe ore dei dì festivi, ma per l'intera giornata, meno l'intervallo del mezzogiorno; inoltre i suoi Oratori non erano soltanto parrocchiali, ma aperti a tutti, anche nei giorni feriali.
Altri suoi meriti furono l'organizzazione delle scuole professionali ed agricole e l'aver messo in onore e divulgato il metodo preventivo nell'educazione della gioventù. Su questo argomento tracciò alcune sapientissime norme, frutto del suo intuito pedagogico e della sua lunga esperienza, ma anche e soprattutto della sua santità e della sua unione continua con Dio. Poco scrisse in proposito, ma lasciò una tradizione che si perpetua nei suoi istituti.
Pubblicò molti scritti miranti all'educazione ed istruzione popolare; i più notevoli sono: la Storia sacra, 1845; Il Giovane provveduto per la pratica de ' suoi doveri religiosi, 1847; Il Cattolico istruito, 1853; Storia d'Italia, 1856; Vite dei Papi dei primi secoli, 1857-1865, ecc. Fondò le Letture cattoliche in fascicoli mensili, una Biblioteca della Gioventù italiana ed il Bollettino Salesiano.