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Percorso : HOME > Cassiciaco > Vexata quaestio > Tristano CalchiTristano Calchi: il rus cassiciacum di sant'Agostino
Edizione a stampa del 1627 del testo di Calchi
Il rus Cassiciacum di sant'Agostino
di Tristano Calchi
Tristano Calchi (1450 ca. -1515) fu storico rinascimentale di grande esperienza ed onestà critica. Fu capo della Biblioteca Visconteo-sforzesca di Pavia e successivamente nel 1496 fu chiamato a Milano da Bartolomeo Calco a dirigere la Biblioteca ducale.
APPROFONDIMENTO
Bartolomeo Calco (1434-1508), primo segretario di Ludovico il Moro, gli consegnò il settore latino della collezione libraria della prestigiosa biblioteca dell'umanista Giorgio Merula, perché ne proseguisse l'opera storiografica. Tristano Calchi concluse verso il 1490 una Storia di Milano, la Mediolanensis in libros viginti Historia Patriae, di cui esiste un manoscritto A 233 inf. conservato presso la Biblioteca Ambrosiana. Una edizione a stampa della medesima opera vide la luce nel 1620 a Milano col titolo Mediolanensis Historia Patriae.
Interim Augustinus tagastensis Afer, ab urbe Roma, Artis oratorice Docenda gratia, stipendio publico dato accersitur, sequuntur complusculi discipuli, et amici et Mater Monica, atque Adeodatus filius, vacavitque triennium ei professori. Per quod tempus in suburbano Cassiaco frequenter secedens, tres libros Academicos et unum Gramatices absolvit, coeterarum verum disciplinarum singules inchoavit, qui extant Audiebat et subinde Ambrosium de fide catholica concionantem, at tandem eius oratione dissolutus erroribus opinionis manichea quam hactenus tenuerat, transire ad eum sequentis Doctrinae eius peritus tradere constituit quod et obtinuit intercendente Simpliciano vetere hospite et Romae iam familiariter cognito. Non longe a Cenobio Ambrosiano distat aedicula rudis, informisque, qualis tunc fuisse creditur in qua Baptismate lustratum et sacris institutionibus eruditum ferunt. Nec ita multo post Adeodatum egregiae indolis et spei adolescente amisit. |
Nel frattempo Agostino, un africano di Tagaste, viene chiamato dalla città di Roma a insegnare l'arte della retorica presso le scuole pubbliche (di Milano). Lo accompagnano numerosi discepoli e amici, la madre Monica, il figlio Adeodato. Per tre anni si occupò dell'insegnamento e poi allontanatosi per qualche tempo nella campagna di Cassiaco, scrisse i tre libri contro gli Accademici e uno di Grammatica. Incominciò a esporre ad una ad una le verità di altri argomenti, che sono ancora noti. Ascoltava di quando in quando Ambrogio mentre predicava i fondamenti della fede cattolica e, sciolti gli errori del manicheismo che un tempo lo avevano avvinto, decise, grazie alle sue preghiere, di aderire alla dottrina cristiana da lui insegnate. Ottenne ciò che desiderava grazie ai buoni uffici di Simpliciano, un vecchio amico già conosciuto familiarmente a Roma. Non lontano dalla Basilica Ambrosiana sorge un'edicola rozza e cadente, dove si crede abbia ricevuto il battesimo e sia stato educato ai sacri riti cristiani. Poco tempo dopo morì Adeodato, giovanetto di ottima indole e buone speranze. |
TRISTANO CALCHI, Mediolanensis in Libros viginti Historia Patriae, manoscritto A. 233 Inf. 34v/35r della Biblioteca Ambrosiana, 1490. Volume a stampa Mediolanensis Historiae Patriae, lib. II, Milano 1620, 38.