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CICLo AGOSTINIANo della VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA

Agostino chiede a Simpliciano alcuni monaci da portare in Africa, immagine tratta dalla Vita sancti Augustini

Agostino chiede a Simpliciano alcuni monaci da portare in Africa

 

 

VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA

1450-1490

Ms. 1483, Boston, Public Library

 

Agostino chiede a Simpliciano alcuni monaci da portare in Africa

 

 

 

La cappella separa questa dalla precedente scena. A sinistra scopriamo Agostino e Monica. Agostino si rivolge a Simpliciano, seduto, in compagnia di un monaco, all'entrata del suo cenobio in un caratteristico atteggiamento di serenità e di spiritualità mistica. Sullo sfondo si vedono due cappelle cristiane che riescono a dare una degna ambientazione al colloquio fra Agostino e Simpliciano.

Ibi beatus Augustinus victus piis precibus matris ad Affricam reuersurus accedit ad sanctum Simplicianum, cum lacrimis et gemitibus sibi deuote supplicans pro XII fratribus cumi quibus heremiticam vita m in Affrica posset inchoare et cum eis ibidem ordinem pIantare. Hoc ex sermone beati Augustini inmediate superius allegato. Capitulum XLIII.

 

Simpliciano attirò l'attenzione di Agostino sull'importanza della lettura delle lettere di Paolo. In esse capì che l'uomo, soltanto attraverso la grazia divina, riesce a raggiungere il fine cui tende: l'unione con Dio mediante la fede, che egli, come neoplatonico, aveva sperato di raggiungere con l'aiuto della meditazione filosofica.

In un'ora in cui la lotta tumultuava più violenta che mai nel suo spirito, gli fu additato da Simpliciano, con quale fermezza e risolutezza il celebre rètore Mario Vittorino avesse superato, alla fine, tutti gli impedimenti che si erano frapposti alla sua entrata nella Chiesa, e un'altra volta un amico gli narrò la vita di austero ascetismo dell'anacoreta Antonio e di altri monaci e romiti. Quella fu per lui l'ora della decisione. Secondo le leggende medioevali, Agostino durante il suo soggiorno milanese avrebbe visitato e conosciuto il cenobio eremitico che faceva capo a Simpliciano. Colpito dalla vita dei monaci avrebbe chiesto a Simpliciano di concedergli qualche frate da portare in Africa per diffondere anche nel suo paese natale quello stile di vita. La leggenda medioevale intendeva sottolineare la diretta continuità del modello monastico dell’età agostiniana con le esperienze e la vita che conduceva l’Ordine agostiniano costituito nel 1256.

 

San Simpliciano svolse lo stesso ruolo nell'esperienza religiosa di Agostino da Ippona, che grazie a lui fu spinto alla carriera religiosa. Il rapporto tra i due fu sempre costante e attivo anche sotto l'aspetto intellettuale ed epistolare, in particolare da quando Agostino si trasferì nella propria sede episcopale africana di Ippona.

 

Ti sei degnato, o padre Simpliciano, di sottopormi apertamente la più gradita e delicata delle tue domande. Se mi rifiutassi di rispondere sarei non solo maleducato ma addirittura ingrato. Mi sono già occupato a trattare e scrivere qualcosa sulle difficoltà desunte dall'apostolo Paolo che tu mi hai proposto di chiarire. Tuttavia, insoddisfatto dell'indagine e della spiegazione precedente, ho approfondito più seriamente e scrupolosamente le parole stesse dell'Apostolo e il loro contenuto dottrinale. Se la loro interpretazione fosse facile e ovvia, neppure tu ti preoccuperesti di indagarle.

AGOSTINO, Le diverse questioni a Simpliciano, 1, 1

 

Secondo Enrico di Friemar Agostino fu frate eremitico fin dal suo battesimo, giacché allora "S. Ambrogio lo rivestì dell'abito nero e lo cinse con la cintura". Prosegue dicendo che "rimase a Milano per circa un anno con l'abito eremitico per essere meglio istruito nella fede cattolica dai beati Ambrogio e Simpliciano."

In questa occasione avrebbe chiesto aiuto a Simpliciano perchè lo provvedesse di monaci che lo seguissero in Africa per fondare monasteri e ripetere laggiù l'esperienza eremitica milanese. L'episodio narrato da Enrico di Friemar nel XIII secolo deriva forse da una tradizione leggendaria medioevale più antica: certamente costituì il supporto e la giustificazione per le relative scene che comparvero nella iconografia agostiniana.

 

Simpliciano fu arcivescovo di Milano dal 397 al 401, succedendo nella cattedra episcopale a sant'Ambrogio. Il legame tra san Simpliciano e sant'Ambrogio fu sempre molto forte: Ambrogio, quando ancora stava preparandosi a ricevere il battesimo, incaricò il sacerdote Simpliciano di completare la sua istruzione religiosa. San Simpliciano svolse lo stesso ruolo nell'esperienza religiosa di Agostino da Ippona, che grazie a lui fu spinto alla conversione definitiva.

Il rapporto tra i due fu sempre costante e attivo anche sotto l'aspetto intellettuale ed epistolare, in particolare da quando Agostino si trasferì nella propria sede episcopale africana di Ippona. Simpliciano viene ricordato essenzialmente per essere stato un gran catechista, nato da genti cristiane e cristiano egli stesso per tutta la propria vita. Dopo diversi anni impegnati negli studi classici e nei viaggi, venne ordinato sacerdote, divenendo rinomato sacerdote autore di conversioni da quando riuscì a cristianizzare la fede dell'intellettuale Gaio Mario Vittorino. Fu sant'Ambrogio stesso, morendo il 4 aprile 397, a volere Simpliciano come suo successore, sebbene egli avesse quasi ottant'anni, dando vita a un episcopato di appena quattro anni, di cui si hanno poche notizie.