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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Quattrocento > Ms. 1483 di Boston > Predica a Ippona a un riccoCICLo AGOSTINIANo della VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA
Agostino predica a Ippona a un ricco
VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA
1450-1490
Ms. 1483, Boston, Public Library
Agostino predica a Ippona a un ricco
Agostino sta seduto e si rivolge con semplicità ai propri uditori, seduti dirimpetto a lui all'entrata di una cappella. Fra di essi un uomo dalla testa nuda e seduto in mezzo, gli risponde con la mano alzata. Un monaco incrocia le braccia sulle ginocchia mentre l'uomo dal ricco vestito è chiamato amicus Augustini, l'amico di Agostino.
Ibi sanctus Augustinus, cum eius fama ubique diffunderetur et in omnibus libris et actibus suis ammirandus haberetur, ad Ypponensem ciuitatem ad preces et instancias cuiusdam viri Christiani magnarum opum, que Verbum Dei ex ore eius audire desiderabat et seculo renunciare cupiebat, peruenit et ibidem locum aptum ubi constitueret monasterium ad seruiendum Deo cum suis amicis et fratribus quesiuit. Hoc in parte ex legenda Possidonii et in parte in quodam sermone beati Augustini de communi vita clericorum, que incipit: «Propter quod uolui et rogaui.» Capitulum LIII.
Agostino, che per non pochi anni fu retore di professione, una volta convertitosi all'impegno ecclesiale predicò sempre con entusiasmo, non solo a Ippona, sua sede episcopale, ma anche a Cartagine e occasionalmente anche altrove. I suoi sermoni, improvvisati, come usava allora, sulla base di qualche previo abbozzo orale, abitualmente venivano stenografati e poi messi in bella copia a opera dei monaci del suo monastero, per essere diffusi in raccolte più o meno organiche.
Christine Mohrmann ha dimostrato, in uno studio di ormai parecchi anni fa, che Agostino ha messo in opera, nei sermoni, un tipo particolare di eloquenza, caratterizzato da periodi generalmente brevi e comunque costruiti con prevalenza della paratassi sull'ipotassi, con largo impiego di figure retoriche semplici e, insieme, molto espressive, tali da sottolineare, senza oscurarlo, il senso del discorso: espressioni simmetriche, ripetizioni, assonanze, giochi di parole, sì da facilitarne comprensione e apprendimento da parte di un uditorio in larga parte di bassa condizione e cultura.
Agostino è stato il primo che nella cristianità di lingua latina si pose con chiarezza il problema della comunicazione a livello comunitario, arrivando a proporre, nel De catechizandis rudibus, diversi modi di espressione, più o meno elaborati, a secondo del diverso livello culturale dell'uditorio al quale veniva rivolta la predica, e affrontando di petto, nel quarto libro del De doctrina christiana, il problema del rapporto tra religione cristiana e retorica.
Agostino è tanto convinto dell'esigenza che il sermone predicato al popolo, per poter risultare efficace, debba essere presentato in forma adeguata, che arriva a consigliare al predicatore di per sé poco eloquente di imparare a memoria e recitare una predica composta da altri, come più di un secolo dopo avrebbe consigliato in Gallia Cesario di Arles.
Il suo biografo Possidio descrive così il successo di questa predicazione: "I suoi discorsi, che scaturivano e derivavano da mirabile grazia divina ed erano sorretti sia da abbondanza di argomenti razionali sia dall'autorità delle Scritture, gli stessi eretici correvano ad ascoltarli insieme con i cattolici, spinti da intenso ardore: chi voleva e ne aveva la possibilità, si valeva di stenografi i quali trascrivevano ciò che veniva detto" (POSSIDIO, Gesta Augustini 7, 3).