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CICLo AGOSTINIANo della VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA

Agostino discute con Fortunato manicheo, immagine tratta dalla Vita sancti Augustini

Agostino discute con Fortunato manicheo

 

 

VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA

1450-1490

Ms. 1483, Boston, Public Library

 

Agostino discute con Fortunato manicheo

 

 

 

Fortunatus dai capelli riccioluti che cadono fin sulle spalle è seduto di fronte ad Agostino. Due persone, una giovane e l'altra vecchia lo circondano. Altre piccole figure sedute ai loro piedi ne ripetono gli stessi gesti. Agostino con la cocolla nera dei monaci eremitani sta sulla sinistra e sta spiegando le sue ragioni accompagnandosi con ampi gesti delle mani a sostenere con vigore le parole che sta pronunciando.

Ibi sanctus Augustinus ad magnam instanciam plurium contra Fortunatum prespiterum, Manicheorum heresi infectum, certamen disputandi condicto die et loco subiit. Concurrentibus itaque pluribus studiosis turbisque copiosis, notariorum que talibus tabuIis ad excipienda verba singulorum apertis, ipsum firmissimis dictis et racionibus insolubilibus publice superauit. Et sic per Dei seruum Augustinum de omnium e cordibus tam presencium quam absencium, ad quos illa peruenit disputacio, error ille ablatus est et intimata et confirmata est catholice veritatis religio. Hoc Possidonius. Capitulum LXXVI.

 

Al suo ritorno in Africa Agostino scopre a Ippona un presbitero manicheo, un certo Fortunato, e forse anche per dimostrare al popolo le sue doti di oratore lo invita a una discussione pubblica, in cui ha facilmente ragione dell'avversario.

E' notevole vedere per la prima volta Agostino valersi contro i manichei dell'argomento di cui nelle Confessioni egli dice che, usato da Nebridio, lo aveva scosso fin da quando era a Cartagine. Certo è che Fortunato, vinto anche dall'abilità di Agostino, che non poteva dimenticare di essere stato per anni un retore, vi fece una meschina figura e poco tempo dopo abbandonò la città. La disputa ebbe luogo nelle terme di Soffio il 28 e il 29 agosto del 392.

 

In quel tempo ad Ippona la peste dei manichei aveva infettato e contagiato molti cittadini e stranieri, sviati e tratti in errore da un prete della setta, di nome Forcheo ... Fortunato aveva già conosciuto a Cartagine Agostino quando questo era ansioso di entrare in discussione con lui. Tuttavia fu costretto a venire a discussione con lui. S'incontrarono nel giorno e nel luogo stabilito dove si erano radunati molti che erano interessati alla questione e gran folla di curiosi: gli stenografi aprirono le tavolette e cominciò la discussione nel primo giorno per concludersi nel successivo. In essa Fortunato non fu in grado di confutare la posizione cattolica ... Fortunato, pieno di vergogna successivamente partì da Ippona e non vi fece più ritorno.

POSSIDIO, Gesta Augustini 6, 1-8

 

Agostino scrisse molte opere contro l'eresia manichea:

De moribus Ecclesiae catholicae et de moribus Manichaeorum o " I costumi della Chiesa e i costumi dei Manichei", scritto a Roma nel 368;

"De duabus animabus contra Manichaeos" o "Le due anime contro i Manichei", scritto prima del 392;

Acta seu disputatio contra Fortunatum manichaeum o "Atti della disputa contro il manicheo Fortunato", del 392;

Contra Felicem manichaeum o "Contro il manicheo Felice", del 404

De libero arbitrio o "Il libero arbitrio", opera importante per la trattazione dell'origine del male;

Contra Adimantum manichaei discipulum o "Contro Adimanto, discepolo manicheo";

Contra epistolam Manichaei quam vocant Fundamenti o "Contro la lettera di Mani che chiamano della Fondazione";

Contra Faustum manichaeum o "Contro il manicheo Fausto";

Contra Secundinum manichaeum o "Contro il manicheo Secondino";

De Genesi contra Manichaeos o "La Genesi contro i Manichei";

De natura boni contra Manichaeos o "La Natura del bene contro i Manichei".

 

Il quinto giorno prima delle calende di settembre, sotto il consolato degli illustrissimi Arcadio Augusto, console per la seconda volta, e Rufino, nella città di Ippona, ai bagni di Sossio, ebbe luogo, in presenza del popolo, la disputa contro Fortunato, prete manicheo.

1. AGOSTINO: Io ora ritengo un errore quello che prima ritenevo una verità. Se giudico rettamente, desidero ascoltarlo da te in persona. In primo luogo ritengo un errore capitale credere che Dio onnipotente, nel quale risiede la nostra unica speranza, sia suscettibile in qualche sua parte di essere violato o contaminato o corrotto. So che la vostra eresia afferma ciò, a dire il vero però con parole diverse da quelle delle quali ora mi servo. Se vi si domanda, infatti confessate che Dio è incorruttibile, assolutamente inviolabile e incontaminabile; ma, non appena cominciate ad esporre il resto, siete costretti a riconoscere che è corruttibile, penetrabile e contaminabile. Dite infatti che non so quale progenie delle tenebre si è ribellata contro il regno di Dio; che poi Dio onnipotente, vedendo quale grande rovina e devastazione minacciava i suoi regni se non avesse opposto qualcosa alla progenie nemica e non gli avesse resistito, inviò questa potenza, dalla cui mescolanza con il male e con la progenie delle tenebre nacque il mondo. Questa è la ragione per cui quaggiù le anime buone soffrono, sono schiave, errano, si corrompono e hanno bisogno di un liberatore che le purifichi dall’errore, le svincoli dalla mescolanza e le liberi dalla schiavitù. Ritengo che sia empio credere che Dio onnipotente abbia potuto temere qualche progenie nemica o che si sia trovato nella necessità di precipitarci tra i tormenti.

AGOSTINO, Contro Fortunato 1, 1