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CICLo AGOSTINIANo della VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA

Agostino fonda un terzo monastero nella casa del vescovo, immagine tratta dalla Vita sancti Augustini

Agostino fonda un terzo monastero nella casa del vescovo

 

 

VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA

1450-1490

Ms. 1483, Boston, Public Library

 

Agostino fonda un terzo monastero nella casa del vescovo

 

 

 

Davanti al monasterium clericorum e alla domus episcopi Agostino ormai vescovo, con in mano il bastone pastorale, si rivolge a quattro monaci o fratres regulares. La scritta riporta Hec sunt que ut observetis in monasterio constitui. Il miniaturista ha rappresentato un grande monastero, quasi fosse una chiesa preceduta da un largo portico.

Ibi sanctus Augustinus factus episcopus, quia cum fratribus suis, ut in primo monasterio edificato in heremo, nec in secundo frequenter corpore habitare poterat, sicut hactenus fecerat, tam a propter episcopatus curam quam susceperat, tam propter hospitalitatis humanitatem assiduam hospitibus siue transeuntibus exhibendam, que ambo in consuetudine illorum monasteriorum fratrum fieri poterant, ideo in ipsa in episcopali domo, consenciente sancto Valeria episcopo, tercium monasterium instituit et cum eisdem e uiuere incepit seculidum modum et regulam sub sanctis appostolis constitutam, maxime ut nemo quidquam proprii in illa societate haberet, sed essent eis omnia communia, sicut in duobus prioribus monasteriis fratrum omnia erant communia. Hoc ex sermone beati Augustini de obediencia ad prespiteros ypponenses que incipit: "In omnibus operibus vestris", etc. Et ex sermone eiusdem de iusticia que incipit. "Vt bene nostis, fratres karissimi", etc. Capitulum LXXVIIII.

 

Diventato vescovo di Ippona (vicino all'antica Cartagine, odierna Tunisi) nel 395, Agostino si accorse che non gli era possibile continuare a stare nel monastero, se voleva che la vita di esso continuasse il suo corso ordinario di vita religiosa quale egli la concepiva. Le continue visite e l'ospitalità che il vescovo non poteva negare a nessuno, avrebbero reso la vita del monastero tutt'altro che monastica. Perciò decise di ritirarsi a vivere nell'episcopio con i suoi chierici.

"Giunto all'episcopato - dirà più tardi - vidi la necessità per un vescovo d'offrire continuamente ospitalità ai visitatori, alla gente di passaggio: se un vescovo non facesse ciò, s'acquisterebbe la nomea di inospitale; ma se io avessi permesso queste cose nel monastero, sarebbe stato un grande inconveniente. Per questo ho voluto avere con me, in questa casa dell'episcopio, un monastero di chierici". Questo monastero quindi altro non era che un ritrovato, se così posso dire, di Agostino per poter continuare in qualche modo il suo ideale di vita monastica, che non era quello del monastero dei chierici o dell'episcopio, ma quello che si viveva nel monasterium virorum ad Ippona o in monasteri simili ad esso. A questo ideale S. Agostino continuò a guardare sempre con nostalgia, come si deduce chiaramente da un celebre passo del libro Il lavoro dei monaci.

 

Io ho amato ardentemente questo ideale e con tutte le mie forze esorto gli altri a seguirlo, ed ho con me fratelli che si sono decisi ad abbracciarlo per l'opera del mio ministero.

AGOSTINO, Lettera a Ilario

 

Fatto prete, subito istituì un monastero accanto alla chiesa e cominciò a vivere con i servi di Dio secondo il modo e la norma stabiliti al tempo degli apostoli. Norma capitale era che nessuno in quella società avesse qualcosa di proprio, ma tutto doveva essere in comune, e a ciascuno venir distribuito secondo il bisogno; ciò che egli aveva fatto già prima ritornando d'oltre mare al suo paese.

POSSIDIO, Gesta Augustini