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CICLo AGOSTINIANo della VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA

Agostino opera delle conversioni, immagine tratta dalla Vita sancti Augustini

Agostino opera delle conversioni

 

 

VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA

1450-1490

Ms. 1483, Boston, Public Library

 

Agostino opera delle conversioni

 

 

 

Agostino tiene in mano un rotulus ancora completamente avvolto. Di fronte a lui ci sono due persone: un uomo piuttosto giovane, un adulto con la barba che porta il cappello. Tutti e due l'ascoltano con attenzione. Sopra il gruppo una iscrizione precisa il significato della scena: Heretici conversi ad fidem.

Ibi sanctus pater Augustinus multos ex ipsis hereticis diuinis oracionibus, inspiracionibus suisque profundissimis disputacionibus et predicacionibus ad fidem catholicam conuertit.

Hoc Possidonius et alii doctores. Capitulum LXXXIIII.

 

Pilato e i magi prefigurazione della conversione dei pagani.

2. Anche Pilato fu ispirato da un certo soffio di verità quando nella crocifissione di Cristo fece scrivere sul titolo della sentenza: Re dei Giudei. I Giudei, proprio essi così pieni di errori, tentarono di farlo correggere. Ma Pilato rispose loro: Ciò che ho scritto, ho scritto. Era stato infatti già predetto nel Salmo: Non distruggere l'iscrizione del titolo. Poniamo attenzione a questo grande e mirabile sacramento. I magi venivano dai pagani e anche Pilato veniva dai pagani. Quelli videro la stella nel cielo, costui fece scrivere il titolo sulla croce; ambedue tuttavia o cercavano o riconoscevano il re non dei pagani ma dei Giudei. I Giudei invece da parte loro né seguirono la stella né approvarono il titolo.

Infatti veniva già prefigurato quanto poi lo stesso Signore disse: Molti verranno dall'Oriente e dall'Occidente e si assideranno a mensa con Abramo ed Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, ma i figli del regno saranno gettati nelle tenebre esteriori. Infatti i magi erano venuti dall'Oriente, Pilato dall'Occidente. Quelli riconoscevano il re dei Giudei in Cristo che sorgeva, cioè nasceva; costui lo riconosceva in Cristo che tramontava, cioè moriva. Così che potevano assidersi a mensa nel regno dei cieli con Abramo e Isacco e Giacobbe, dai quali i Giudei traevano origine, non discendenti da essi per generazione carnale, ma inseriti in essi con la fede. Veniva così prefigurato l'oleastro selvatico - di cui parla l'Apostolo - da innestare nell'olivo domestico. Cristo veniva cercato o riconosciuto dagli stessi pagani come re dei Giudei, non dei pagani, perché l'oleastro selvatico veniva innestato nell'olivo domestico, non l'olivo domestico nell'oleastro.

I rami che si sarebbero spezzati, cioè i Giudei infedeli, ai magi che chiedevano dove Cristo sarebbe nato risposero: In Betlemme di Giuda; e a Pilato, che li biasimava perché volevano crocifiggere il loro re, resistettero con forte pertinacia. Pertanto i magi lo adorarono, mentre i Giudei si limitarono a indicare loro il luogo dove Cristo era nato: tramite la Scrittura, che i Giudei hanno ricevuto, noi conosciamo Cristo. Pilato, un pagano, si lavò le mani, mentre i Giudei reclamavano la condanna a morte di Cristo: con il sangue che i Giudei hanno sparso noi abbiamo lavato i nostri peccati. Della testimonianza che Pilato diede attraverso l'iscrizione del titolo, nel quale fece scrivere che Cristo era il re dei Giudei, si deve però parlare in altro luogo, nel tempo della passione.

AGOSTINO, Discorso 201, Epifania del Signore, 2