Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Quattrocento > Ms. 1483 di Boston > Dona una Regola ai monaci e religiosiCICLo AGOSTINIANo della VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA
Dona una Regola ai monaci e religiosi
VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA
1450-1490
Ms. 1483, Boston, Public Library
Dona una Regola ai monaci e religiosi
Quattro monaci et religiosi sono inginocchiati davanti ad Agostino vescovo che li benedice. La scena ripete i gesti della precedente. Sotto il manto vescovile Agostino porta sempre la cocolla nera degli eremitani. I monaci sono inginocchiati in atto di devozione e di accettazione di quanto Agostino sta loro consegnando.
Ibi sanctus Augustinus regulam et debitum modum viuendi tradidit monachis et religiosis. Hec ex libris et epistolis beati Augustini. Capitulum LXXXVI.
I più recenti studi concordano nell'attribuire a S. Agostino solo la Regula ad servos Dei; in epoca successiva questa Regula fu adattata al femminile e unita alla Lettera 211 che già conteneva indicazioni per le monache di Ippona. La Consensoria monachorum, invece, è stata attribuita ad un anonimo autore dell'ultimo periodo della letteratura visigotica in Galizia e scritta tra il 650 e il 711. L'Ordo monasterii pur restando nella tradizione della vita agostiniana un documento di riferimento venerando, non è stato più attribuito ad Agostino già dalla critica rinascimentale.
La grande diffusione della Regola di Agostino come vera e propria norma di vita cominciò nel secolo XI e soprattutto dopo che venne adottata nell'ambito nelle comunità di canonici regolari prima in Francia e poi nelle altre nazioni europee. È necessario, tuttavia, quando si parla di Regola agostiniana negli ambienti canonicali, accertarsi se il riferimento sia alla Regula tertia o Praeceptum, o alla Regula secunda o Ordo monasterii. L'Ordo monasterii, più esigente in quanto a disciplina, fu adottato tra gli altri, dai Canonici di Springiersbach e dai Canonici Regolari Premostratensi; tuttavia dopo il XIII secolo ad esso fu preferita la Regula tertia.