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CICLo AGOSTINIANo della VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA

Agostino provvede ai bisogni dei monaci eremiti, immagine tratta dalla Vita sancti Augustini

Agostino provvede ai bisogni dei monaci eremiti

 

 

VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA

1450-1490

Ms. 1483, Boston, Public Library

 

Agostino provvede ai bisogni dei monaci eremiti

 

 

 

Ogni abbellimento scenico quasi è scomparso. davanti alla chiesa-monastero, immersa in un bosco di alti alberi, Agostino, vestito da vescovo è sprovvisto della aureola in testa. Egli mostra ai monaci due uomini che portano delle vesti, vestes, vale a dire calzature e abiti per monaci.

Ibi sanctus Augustinus fratres suos deuotissimos in solitudine commorantes paterne consolatus fuit non tantum sua dulci presenciali conuersacione et sermonum suorum suaui refeccione, sed eciam caritatum a temporalium provisione. Vnde ipse in sermone de oracione ad eosdem fratres sic ait: «Non tedeat uos orafe quia non familiam regere, sed tantum Deo placere debemus; et ut bene psallere et orare possitis absque magno impedimento corporis, de bonis episcopatus Ecclesie Ypponensis C et XL vestimenta cum calciamentis uobis, dilectis fratribus mèis, deportari precepi, ut tempore frigoris, quantum necesse est, unusquisque recipiat, reponentes ea et custodientes ea in communi vestiario curo affini diligencia et caritate.»

Capitulum LXXXXVII.

 

"Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme!": sono le parole con le quali si apre il Salmo 132, centrato sullo straordinario valore della vita fraterna. È il testo biblico che Agostino legge e analizza ampiamente nel suo Commento al Salmo 132. I Salmi hanno occupato infatti un posto rilevante nella vita e nella spiritualità dell'Ipponate, prova ne è il fatto che li ha commentati tutti, con molta attenzione e cura. Per Agostino la vita che si conduce nel monastero diventa in piccolo l'immagine dell'unità della Chiesa.

 

Oltre all'esperienza personale, un'altra fonte d'ispirazione per Agostino è sicuramente la Sacra Scrittura con il vivo esempio della prima comunità apostolica di Gerusalemme . Nella concezione di Agostino, infatti, ogni persona che decide di entrare in convento deve assolutamente cambiare la sua identità per assumerne un'altra: quella di Cristo che è venuto per servire e, dunque, deve essere una persona nuova, che è lì per dare e non per prendere. Non è più un singolo, ma è uno insieme con gli altri: un'anima sola ed un cuore solo in Dio. «Et erat illis, anima una et cor unum in Deum» . Agostino aggiunge che è bello e dolce vivere insieme mettendo tutto ciò che si possiede a disposizione di tutti gli altri: «Et ipsi primi habitaverunt in unum, qui omnia quae habebant vendiderunt, rerumque suarum pretia ad pedes Apostolorum posuerunt» .

Il monaco non può possedere nulla di suo, ma tutto deve essere dato ad ognuno secondo le sue necessità: «Et distribuebatur unicuique sicut cuique opur erat; et nemo dicebat aliquid proprium, sed erant illis omnia communia» . Nella vita di comunità, dunque, tutto è comune: il singolo, del resto, gioisce o soffre per le gioie o per le sofferenze dei suoi fratelli. Questo significa avere un'anima sola e un cuore unico! Agostino tiene molto a sottolineare che bisogna porre l'unità a fondamento della vita del monaco e del monastero: l'unità deve essere espressione della moltitudine; l'unità di intenti deve essere espressione della molteplicità delle volontà; il desiderio unico di amare Dio deve essere espressione dei diversi desideri di entrare in dialogo con Lui. Tutti i monasteri, che Agostino fonda, hanno come modello e punto di riferimento indiscusso la prima comunità religiosa di Gerusalemme. La Regola stessa prende le mosse da quelle parole: «Vivevano in un sol cuore e in una sola anima», con l'aggiunta tutta agostiniana: "protesi verso Dio".

Agostino cura personalmente la formazione culturale e spirituale dei suoi monaci. A riprova di ciò abbiamo l'opera Le Ottantatre diverse questioni, che contiene le domande dei monaci e le risposte di Agostino. Egli non è uno studioso da tavolino dell'ideale della vita religiosa, ma un uomo che la vita monastica la vive in prima persona e proprio per tale motivo è in grado di scriverne l'esperienza. Ciò spiega anche la modernità dell'ideale monastico di Agostino, che, con grande equilibrio e realismo, sa tenere in piedi l'austerità e la moderazione: «Moderazione e austerità, interiorità e ricerca del bene comune, amicizia schietta e ascesa costante verso Dio, autorità umile ed efficiente e fraternità sincera si fondono in essa per creare un equilibrio mirabile, quell'equilibrio sapienziale che è proprio, per dono di natura e di grazia, del Vescovo d'Ippona».

 

1. 1 È un salmo breve ma molto noto e frequentemente citato. Ecco, com'è buono e giocondo che i fratelli vivano nell'unità ! È una melodia così soave, questa, che anche la gente ignara del salterio canta questo versetto. È soave quanto la carità che spinge i fratelli a convivere formando una unità. E questo fatto, che cioè il convivere nell'unità sia una cosa buona e gioconda, non c'è bisogno, fratelli, né di delucidarlo né di esporlo. Al contrario le affermazioni successive contengono degli aspetti che saranno chiariti [solo] a chi bussa. Siccome però la comprensione del salmo nella sua struttura globale deriva da questo primo verso, è necessario che lo consideriamo, e ripetutamente, in apertura. Occorre cioè appurare se le parole : Com'è buono e giocondo che i fratelli vivano nell'unità ! siano dette di tutti i cristiani o ci sia una specifica categoria di persone che, mature nella perfezione, convivano nell'unità, per cui la benedizione di questo salmo non è per tutti ma per certi privilegiati dai quali poi si propaga agli altri.

AGOSTINO, Sul Salmo 132, 1, 1