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Il popolo di Pavia accoglie le reliquie
HISTORIA AUGUSTINI
1430-1440
Manoscritto 78A 19a Kupferstichkabinett di Berlino
Il popolo di Pavia accoglie le reliquie
Il corteo sta arrivando a cavallo. In testa si trova Liutprando, seguito da un portatore con il gagliardetto. Un uomo indica il carro dove si trova il corpo del santo, mentre il vescovo della città si avvicina all'incontro con il re. In atto di omaggio il vescovo ha tolto la mitra dal capo e si inginocchia. Due accoliti impugnano delle bandiere. Due monaci si affacciano alla porta della città di Pavia.
Un lungo resoconto della traslazione delle spoglie del santo ci è noto da Beda il Venerabile (672-735), contemporaneo all'avvenimento. Nel IX secolo si trova un breve accenno nel Martirologio di Adone che fu composto a Lione prima dell'anno 859: "Hujus corpus venerabile primo de sua civitate propter barbaros Sardiniam translatum nuper a Luitprando rege, dato magno pretio, Ticinis relatum ... "
Un altro racconto dell'episodio è noto da Jacopo da Varagine:
Il re appena lo seppe si affrettò ad andare incontro alle reliquie e le ricevette con gioia e venerazione. Il giorno appresso non si riuscì a procedere fino a che il re non ebbe fatto il voto di innalzare una chiesa in onore di S. Agostino se le reliquie fossero giunte a Pavia. Fatto il voto si poté procedere con la massima facilità, ed il re, fedele sue promesse costruì in onore del santo una magnifica basilica, sul luogo stesso dove il miracolo era avvenuto. Lo stesso fatto accadde il giorno appresso a Casale, ed anche lì fu eretta una chiesa. Il re vedendo che il santo era desideroso che fossero erette delle chiese in suo onore, e d'altra parte temendo che egli volesse fermarsi in qualche città differente da quella che egli stesso aveva scelto, si affrettò a costruire una chiesa in ciascun dei luoghi dove, passando, il corpo soggiornava. Giunto finalmente a Pavia, lo fece riporre con gran venerazione nella chiesa di S. Pietro.
JACOPO DI VARAGINE, Legenda Aurea
PHILIPPE DE HARVENGT, Vita Augustini, 33
Liutprando sentendo che i Saraceni, devastata la Sardegna, infestavano anche quei luoghi ove un tempo, per salvarle dalla profanazione dei barbari, erano state trasportate e onorevolmente sepolte le ossa di sant'Agostino vescovo, mandò dei messi, e pagando una forte somma, le ottenne, le trasportò a Pavia e le ripose con l'onore dovuto a così grande padre. In questi giorni la città di Narni fu occupata dai Longobardi
PAOLO DIACONO, Historia Langobardorum, VI, 48