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CICLo AGOSTINIANo della Historia Augustini

Simmaco invia Agostino a Milano, immagine tratta dalla Historia Augustini

Simmaco invia Agostino a Milano

 

 

HISTORIA AUGUSTINI

1430-1440

Manoscritto 78A 19a Kupferstichkabinett di Berlino

 

Simmaco invia Agostino a Milano

 

 

 

In questa occasione il pittore ha fatto un grosso sforzo per rappresentare il personaggio di Simmaco (Symmachus) il prefetto di Roma. Egli sta seduto su un trono con due scalini e porta una lunga capigliatura riccioluta che scende fino alle spalle. La sua veste è ampia e mette in risalto il gesto che compie verso Agostino inginocchiato ai suoi piedi mentre a sua volta gli risponde con un gesto ampio di accondiscendenza.

Immediatamente a destra Agostino arriva a Milano, Mediolanum, facendo uso del curcus publicus o posta impieriale. A cavallo, con la mano alzata attraversa la porta della città accompagnato da un amico.

 

L'episodio ricorda l'incontro che avvenne a Roma tra Agostino e il prefetto della città, il nobile Simmaco, che era imparentato con il vescovo Ambrogio. Simmaco tuttavia era pagano e sul finire del IV secolo apparteneva all'ala conservatrice romana che intendeva salvaguardare il patrimonio storico-religioso delle antiche divinità romane.

Per questo Simmaco, accogliendo una richiesta di una delegazione milanese, affidò ad Agostino, manicheo, il compito di insegnare a Milano presso la corte imperiale con lo scopo di dare ai milanesi un professore non cristiano.

 

384 d. C.

Grazie al probabile intervento di Simmaco prefetto di Roma, Agostino si trasferisce a Milano residenza dell'imperatore d'Occidente per insegnare retorica alla scuola imperiale. In questa città ha occasione di conoscere il vescovo Ambrogio che avrà, con la Chiesa milanese un ruolo fondamentale nella sua evoluzione spirituale e nella sua conversione al cristianesimo.

 

Nel frattempo i Milanesi chiesero a Simmaco, prefetto di Roma, che mandasse un maestro di retorica, ed egli mandò Agostino.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

E così quando da Milano giunse a Roma, al prefetto dell'urbe, il mandato per la nomina di un maestro di retorica da assegnare a quella città, addirittura col viaggio compreso, a spese pubbliche, io mi diedi personalmente da fare proprio servendomi di quei vacui esaltati dei manichei - e il bello è che me ne andavo per liberarmi di loro, ma né io né loro lo sapevamo - perché il prefetto allora in carica, Simmaco, una volta superata la consueta prova di tecnica oratoria, nominasse me.

E arrivai a Milano dal vescovo Ambrogio, noto a tutto il mondo come uno dei migliori, tuo devoto cultore, la cui eloquenza dispensava allora con vigore al tuo popolo il fiore del tuo frumento e la gioia del tuo olio e la sobria ebbrezza del tuo vino.

AGOSTINO, Confessioni, V, 13, 23