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CICLo AGOSTINIANo della Historia Augustini

Agostino insegna ai monaci, immagine tratta dalla Historia Augustini

Agostino insegna ai monaci

 

 

HISTORIA AUGUSTINI

1430-1440

Manoscritto 78A 19a Kupferstichkabinett di Berlino

 

Agostino insegna ai monaci

 

 

 

Quattro monaci sono seduti per terra. Agostino è invece in piedi al pulpito di legno intrecciato posto fra due alberi. Lo stile passa da una forma miniaturista ad una più ampia quasi impressionista. I monaci in parte ascoltano Agostino, in parte discutono fra di loro scambiandosi opinioni su quanto va discorrendo il santo.

 

La nascita dell'Ordine agostiniano, soprattutto nel Trecento e Quattrocento, costituì un forte stimolo alla produzione iconografica che celebrava le attività e i lavori quotidiani che contraddistinguevano la vita nei monasteri medioevali. I miniaturisti e i pittori cercarono inoltre di riprodurre fedelmente i rapporti che intercorsero fra Agostino e le sue comunità monastiche con l'evidente scopo di sottolineare la continuità fra gli antichi e i contemporanei insediamenti monastici.

Agostino cura personalmente la formazione culturale e spirituale dei suoi monaci. A riprova di ciò abbiamo l'opera Le Ottantatre diverse questioni, che contiene le domande dei monaci e le risposte di Agostino. Egli non è uno studioso da tavolino dell'ideale della vita religiosa, ma un uomo che la vita monastica la vive in prima persona e proprio per tale motivo è in grado di scriverne l'esperienza.

Ciò spiega anche la modernità dell'ideale monastico di Agostino, che, con grande equilibrio e realismo, sa tenere in piedi l'austerità e la moderazione: «Moderazione e austerità, interiorità e ricerca del bene comune, amicizia schietta e ascesa costante verso Dio, autorità umile ed efficiente e fraternità sincera si fondono in essa per creare un equilibrio mirabile, quell'equilibrio sapienziale che è proprio, per dono di natura e di grazia, del Vescovo d'Ippona».

Oltre all'esperienza personale, un'altra fonte d'ispirazione è sicuramente la Sacra Scrittura con il vivo esempio della prima comunità apostolica di Gerusalemme . Nella concezione di Agostino, infatti, ogni persona che decide di entrare in convento deve assolutamente cambiare la sua identità per assumerne un'altra: quella di Cristo che è venuto per servire e, dunque, deve essere una persona nuova, che è lì per dare e non per prendere. Non è più un singolo, ma è uno insieme con gli altri: un'anima sola ed un cuore solo in Dio. «Et erat illis, anima una et cor unum in Deum» . Agostino aggiunge che è bello e dolce vivere insieme mettendo tutto ciò che si possiede a disposizione di tutti gli altri: «Et ipsi primi habitaverunt in unum, qui omnia quae habebant vendiderunt, rerumque suarum pretia ad pedes Apostolorum posuerunt» . Il monaco non può possedere nulla di suo, ma tutto deve essere dato ad ognuno secondo le sue necessità: «Et distribuebatur unicuique sicut cuique opur erat; et nemo dicebat aliquid proprium, sed erant illis omnia communia» . Nella vita di comunità, dunque, tutto è comune: il singolo, del resto, gioisce o soffre per le gioie o per le sofferenze dei suoi fratelli.

Questo significa avere un'anima sola e un cuore unico! Agostino tiene molto a sottolineare che bisogna porre l'unità a fondamento della vita del monaco e del monastero: l'unità deve essere espressione della moltitudine; l'unità di intenti deve essere espressione della molteplicità delle volontà; il desiderio unico di amare Dio deve essere espressione dei diversi desideri di entrare in dialogo con Lui, di "indiarsi". Tutti i monasteri, che Agostino fonda, hanno come modello e punto di riferimento indiscusso la prima comunità religiosa di Gerusalemme. La Regola stessa prende le mosse da quelle parole: «Vivevano in un sol cuore e in una sola anima», con l'aggiunta tutta agostiniana: "protesi verso Dio".