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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > AntequeraCICLo AGOSTINIANo a Antequera
Nicola pregando vince le tentazioni del diavolo
ANTONIO MOHEDANO DE LA GUTIERRA o MIGUEL DOMINGUEZ MONTELAISLA
1624-1626
Antequera, chiesa di sant'Agostino
Nicola pregando vince le tentazioni del diavolo
La scena probabilmente viene ripresa da alcuni passi che sono narrati nella vita di san Nicola da Tolentino dal suo biografo da Pietro da Monterubbiano O.S.A. che nel terzo capitolo scrive, nei paragrafi dal 24 al 27, quanto segue:
24, Non solo con il digiuno e l'astinenza, ma anche con i flagelli e con altre pene costringeva il suo corpo a servire l'anima. Accontentandosi di solo un po' di paglia, dormiva per qualche ora della notte e poi si alzava a pregare. Castigava la sua carne con una catena di ferro; usava rozze tuniche e per evitare piaceri del corpo rifuggiva le vesti delicate, sempre seguendo l' ammonimento evangelico: "Ecco, quelli che si vestono mollemente, abitano le case dei re". Fu tanto assiduo nella preghiera che pregava sempre: dalla Compieta al canto del gallo; dal Mattutino fino alla mattina; dopo la messa (a meno che non fosse occupato nelle confessioni) fino all'ora Terza e dopo la Nona (salvo obblighi d'obbedienza) fino al Vespro; e ciò oltre alle preghiere delle ore stabilite, nelle quali era poi il primo. Il luogo delle sue preghiere non era solo l'oratorio presso uno degli altari dove ora giace sepolto, ma anche nella cella, dove aveva collocato due pietre: su una di esse piegava le ginocchia e sull'altra appoggiava le braccia quando per la troppa fatica dell'orazione era stanco, in modo che, se le braccia non erano afflitte dalla fatica, fossero almeno castigate dal freddo del loro appoggio.
25. Provando invidia per la devota orazione di lui, il diavolo lo molestava non solo inducendo cattive ispirazioni, ma con parole e apparizioni. Una volta accadde così che, mentre il santo in oratorio pregava più devotamente davanti all'altare di cui ho parlato, il diavolo non solo spense la lampada che illuminava, ma anche la spezzò gettandola a terra. Mettendosi sopra il tetto dell'oratorio, produceva voci delle più strane bestie e rovesciando gli embrici sembrava voler distruggere il tetto. Ma il sant'uomo sapendo che si trattava di illusioni del diavolo, più intensamente pregava. Ecco allora che il terribile nemico entrando con furie e terrore per la porta, lo assalì mentre pregava e lo colpì con tali colpi che per molti giorni le cicatrici delle ferite erano visibili in tutto il suo corpo.
26. Un'altra volta mentre Nicola si cuciva una tunica, il nemico del genere umano gli sottrasse una parte di quella tunica. Il sant'uomo volendo ricongiungere quella all'altra parte e non trovandola, la cercava e ricercava, e non riuscendo a trovarla, diceva: "Santo Dio, ma chi può prendersi gioco di me così ? Davvero costui non è degno di essere nominato!". Subito il diavolo rispose alle parole del santo, dicendo: "E' vero, ti ho ingannato e ti ingannerò ancora! ma in modo diverso da quello che ho adottato finora, dato che così non sono riuscito a superarti". E il sant'uomo: "Chi sei?"; e quello: "Sono Belial, assegnato al tormento della tua santità". E il santo "Se il Signore è il mio aiuto, non temerò ciò che può farmi l'uomo".
27. Una volta di notte, non volendo trascurare la consueta orazione, non essendo ancora aperto l'oratorio, dato che il sant'uomo anticipava l'ora del Mattutino, e volendo entrare nel refettorio dove era dipinta un'immagine del crocifisso sulla porta, fu spinto e gettato a terra da Belial con tanta forza che appena gli rimase il respiro. Tuttavia si fece forza e nel nome del Crocifisso si rialzò; volendo andare a pregare fu colpito e di nuovo piegato a terra. Infine si sforzò di tornare in dietro ma era sbattuto contro ogni angolo che incontrava, con violenza. Grazie a Dio, si sentì il rumore dei demoni che combattevano col santo: i frati svegliati accorsero presso il beato Nicola e lo sollevarono da terra. Lo portarono al povero letto, incapace di stare in piedi. Qui subito confortato da Cristo, pur sostenendosi con l'aiuto di un bastone, compiendo le consuete orazioni, rese grazie e lodò Cristo salvatore.