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CICLo AGOSTINIANo del Chiostro dei Morti a firenze

Particolare della scena del battesimo di sant'Agostino

Particolare della scena del battesimo di sant'Agostino

 

 

PIER MARIA BALDI

1630-1686

Chiostro dei Morti del Convento di S. Spirito a Firenze

 

Il battesimo di sant'Agostino

 

 

 

"Nella Ventiseesima dipinta dal Baldi si vede il Battesimo di S. Agostino datoli da S. Ambrogio. Il 24 aprile del 1387, il vescovo di Milano Sant'Ambrogio, che col suo insegnamento aveva influenzato la fede di Agostino, battezzò il Santo."

La scena, dal grande colorismo e dalla straordinaria definizione spaziale, anche se non perfettamente leggibile, si sviluppa attorno ad un fonte battesimale classicheggiante, dove Agostino, sulla sinistra con veste bianca, è inginocchiato e il vescovo Ambrogio, con piviale e mitra gialle decorate, è nell'atto di versare sul giovane l'acqua santa. Ai fianchi del vescovo due chierichetti reggono uno una candela e l'altro un crocifisso, mentre ai lati del fonte due preti, posti di spalle di tre quarti e quello di destra inginocchiato, assistono al Battesimo. A testimonianza del grande evento, una ricca schiera di persone circondano la parte centrale della scena; sulla destra, in veste nera, si presume sia rappresentata S. Monica, la madre di Agostino. Concludono l'episodio, sullo sfondo, uno scorcio architettonico di richiamo classicista e in alto tre angioletti che poggiano su una nuvola e assistono alla scena.

Nella fascia inferiore si legge la dicitura esplicativa: INCOLA TAGASTIS SACRO DUM MERGITUR IMBRE INCIPIT ESSE DEI DESINIT ESSE SIBI.

La lunetta viene attribuita ad un pittore-architetto fiorentino poco conosciuto, Pier Maria Baldi, forse nato a Firenze nel 1630 e morto nel 1686 nel convento Alcontarini a Montelupo Fiorentino. Baldi si forma presso la scuola di Baldassarre Franceschini (Volterrano), mentre per l'architettura riprende lo stile di Ferdinando Tacca. Abbiamo notizie di due sue opere: un quadro raffigurante "Fra Benedetto Bocci da Poggibonsi", commissionatogli dal Cardinale Carlo de' Medici e, per l'altare della chiesa di S. Domenico del Maglio, una "Madonna del Roseto", commissionatagli nel 1668 dal Conte della Gherardesca. Come architetto, nel 1670, amplia in parte palazzo Medici-Riccardi su commissione del Marchese Gabriele Riccardi. Nel 1673 progetta l'originaria fontana di piazza S. Croce, sostituita nell'Ottocento, e per commissione di Cosimo III de' Medici, nel 1686, allarga la Cappella Medici nel palazzo omonimo e interviene nella Galleria degli Uffizi.

 

 

Pier Maria Baldi

Si hanno di lui poche notizie, benché il suo nome si trovi citato in parecchie fonti, in relazione alle pochissime opere che di lui si conoscono e che tuttora esistono. Si tratta di un pittore di non eccelsa qualità, nella cui arte è possibile rilevare, accenti derivanti dal Volterrano. In due lettere di Ferdinando II de' Medici del 21ott. 1667 (cfr. A. M. Crinò), a P. Berrettini e a G. L. Bernini, il Baldi è caldamente raccomandato ai due autorevoli personaggi affinché essi lo assistano negli studi di disegno e di pittura ch'egli va a compiere a Roma. Nella lettera al Bernini il granduca definisce il Baldi "uj giovane fiorentino ... assai ben avanzato nel disegno e nel colorito". Negli anni 1668-1669 entrato al servizio di Cosimo de' Medici (poi Cosimo III), accompagna il principe in un viaggio in Spagna, Francia e Portogallo, che egli illustra in una nutrita serie di disegni (in due volumi alla Biblioteca Mediceo-Laurenziana), indubbiamente la cosa più brillante e piacevole fra tutte le sue opere pervenuteci.

Rimane a lungo al servizio di Cosimo: nel 1680 è il "sovrastante" alle fabbriche granducali in Pisa e Livorno. Morì a Firenze in data ignota. Di Baldi pittore restano oggi una pala sull'altar maggiore della soppressa chiesa di S. Domenico al Maglio in Firenze, con la Vergine del Rosario e san Domenico (circa 1684), e un affresco col Battesimo di sant'Agostino nel primo chiostro di S. Spirito che qui riportiamo. Perduto invece il ritratto ch'egli avrebbe fatto, secondo quanto risulterebbe da carte d'archivio, al card. Leopoldo de' Medici. A testimoniare della sua opera di architetto rimane la fontana monumentale di piazza S. Croce, eretta in pietra su suo disegno nel 1673 e rifatta in marmi policromi nelle stesse forme nel 1816.