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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > FirenzeCICLo AGOSTINIANo del Chiostro dei Morti a firenze
San Giovanni da san Facondo in estasi davanti alla Trinità
ULIVELLI COSIMO
1625-1705
Chiostro dei Morti del Convento di S. Spirito a Firenze
San Giovanni da san Facondo in estasi davanti alla Trinità
Per la decima lunetta l'anonimo scrittore fiorentino ricorda che "sopra di essa si osserva dipinto da Cosimo Ulivelli quando San Giovanni da San Facondo in atto di celebrare, vedendo così chiaramente la Santissima Trinità rimaneva estatico."
Le lunette con scene della vita di Agostino sono ubicate nel Chiostro dei Morti, costruito nel 1620 circa da Giulio Parigi e appartenente al complesso di Santo Spirito. Il ciclo di affreschi del Chiostro ha subito nel corso dei secoli gravi danneggiamenti. Nel 1890 le due lunette poste sopra la scalinata d'accesso alla Sagrestia sono andate in gran parte perdute a causa delle numerose infiltrazioni d'acqua, procurate dalla presenza di una terrazza scoperta collocata tra la Sagrestia stessa e il Chiostro, che non poteva essere chiusa perché fonte di luce per la Sagrestia. Inoltre nel 1895 Firenze venne colpita da un terremoto, che creò gravi danni sia alla Chiesa che al Chiostro, per cui dovettero intervenire i militari per effettuare un primo intervento di tamponamento.
Già nel 1914 si parla, nelle schede di inventario redatte dal Comune di Firenze, delle precarie condizioni di conservazione in cui versavano gli affreschi. Negli anni 1970-71 il restauratore Dino Dini decise di staccare una decina di lunette, scegliendo quelle maggiormente danneggiate, per restaurarle e successivamente collocarle su supporti di vetroresina. In un secondo tempo sono state ricollocate nella loro sede originale per ridare un'unità di lettura al Chiostro.
L'autore degli affreschi è riconosciuto in Cosimo Ulivelli (1625-1705)che tuttavia si avvalse della collaborazione di altri frescanti. Ulivelli fu un pittore di scuola barocca, attivo principalmente a Firenze dove lavorò come allievo del Volterrano. Dipinse tra l'altro gli affreschi che si trovano nella parte superiore della navata della Basilica della Santissima Annunziata a Firenze. Lavorò anche all'abside della abbazia di San Martino in Campo, distrutto durante i restauri degli anni '70 del Novecento.
Il Chiostro dei Morti
Oltre alla Chiesa, il complesso di Santo Spirito è composto dal convento e dai due Chiostri, detti dei Morti e Chiostro Grande. Dal vestibolo della Sagrestia, tramite una gradinata, si può scendere al primo chiostro, detto Chiostro dei Morti per la grande quantità di lapidi che ne affollano le pareti. L'antica vasca è rimasta intatta e può oggi essere ammirata al centro di Piazza Santo Spirito. Fu ricostruito attorno al 1620 dagli architetti Giulio Parigi e Alfonso Parigi il giovane. È di forma quadrata, con sette arcate a tutto sesto su ciascun lato, sostenute da massicci pilastri squadrati, che si prolungano al piano superiore in lesene inquadranti le finestre in successione. Ad ogni arcata corrisponde una lunetta decorata nel Seicento da vari artisti (Cosimo Ulivelli, Pier Maria Baldi, Atanasio Bimbacci, Paolo Gismondi, Stefano Cascetti, ecc.), alcune datate e firmate, con le Storie della vita di santi agostiniani.
Le lunette sono solo in parte restaurate, altre versano in uno stato di conservazione molto precario. Adiacente alla sagrestia si trova la Sala Capitolare, incorniciata sul fronte del chiostro dalle figure della Fede e della Speranza, datate, sopra la porta, al 1682. Sul lato sud si trova il vecchio Refettorio, oggi sede della Fondazione Romano del Cenacolo di Santo Spirito. I locali del Convento di Santo Spirito fanno parte del primo nucleo della Chiesa costruito da un gruppo di Eremiti Agostiniani a metà del XIII secolo. Il Convento lega strettamente la sua storia a quella della neonata cultura Umanistica. Fu infatti luogo di ritrovo per i maggiori letterati dell'epoca e proprio qui ebbero sede le prime compagnie di studiosi e umanisti. L'incendio che nel 1471 distrusse l'antico complesso agostiniano non risparmiò neanche il Convento.
Giovanni da San Facondo
Giovanni da San Facondo González de Castrillo (Sahagún, 1430 – Salamanca, 11 giugno 1479) è stato un sacerdote e religioso spagnolo, venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Nacque da una nobile famiglia a Sahagún un comune della Spagna del XV secolo. Prima che venisse ordinato sacerdote, lo zio fece in modo da fargli usufruire di un beneficio ecclesiastico con cura d'anime. Giovanni non accettò il beneficio, ritenendo tale dono non proveniente dalla grazia di Dio, ma da una manovra economica. Per la sua indole fu posto al servizio del vescovo di Burgos, Alfonso da Cartagena, che lo ordinò sacerdote, all'incirca all'età di 33 anni. Insoddisfatto della vita nella curia, alla morte del vescovo entrò nell'Ordine di Sant'Agostino il 18 giugno 1463. Si consacrò definitivamente al Signore il 28 agosto 1464. Il santo fu pure nominato Priore del convento di Salamanca a due riprese, nel 1471 e nel 1477. Morì nel 1479 e le sue spoglie sono conservate nella cattedrale nuova di Salamanca. I cittadini scolpiranno sul sepolcro del santo dopo la sua morte: "Hic jacet per quem Salmantica non jacet". Viene ricordato soprattutto per la sua umiltà e sincerità, fu un promotore di pace. Difensore dei diritti dei più poveri in particolare degli operai. Da ricordare la sua particolare devozione al culto eucaristico. Profondamente umile e sincero, fu instancabile promotore della pace e della convivenza sociale e difese strenuamente i diritti degli operai. Ebbe una spiccata devozione all'Eucaristia. Beatificato nel 1601 da papa Clemente VIII, fu canonizzato da papa Alessandro VIII nel 1690. La sua memoria liturgica ricorre il 12 giugno ed è invocato contro i calcoli renali dai quali egli stesso era stato guarito.