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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > San GinesioCICLo AGOSTINIANo di San Ginesio
Miracolo dei ceri che non si consumano mai
DOMENICO MALPIEDI
1630-1640
Chiostro del convento di San Ginesio
Miracolo dei ceri che non si consumano mai
Questa lunetta è molto simile a quella descritta da Bolswert, laddove nella didascalia si legge: Annuum miraculum Valentiolae prope Almagrum in Hispania quo cerei plures D. Augustini festo die accensi, ponderis diminuti iacturam non sentiunt, ut indeficiens doctrinae lumen intelligas. Nella raffigurazioone la statua del vescovo esce da una chiesa in processione per le vie della città. Fedeli e frati la circondano. In primo piano a sinistra, due laici controllano il miracolo in una bottega di un artigiano che pesa i ceri che non si sono consumati deposti in una grande cesta.
nella lunetta di San Ginesio il pittore a sinistra ha aggiunto un chierico che porta fra le mani un grande cero che arde senza spegnersi.
A questa lunetta era associato uno scudo con lo stemma della famiglia Rossi.
Il fatto viene descritto nel Regestum Reverendissimi Petrochini, 17 gennaio 1589 edito da Andrès Llorden, Los Agustinos en la Universida de Sevilla, 1951. Si tratta di una leggenda spagnola secondo cui durante una processione a Valenza presso Almagro, i ceri usati nella festività di Agostino non si consumarono né variò il loro valore. Il miracolo fu interpretato come esempio della forza imperitura della sua dottrina come luce delle genti.
ANDRES LLORDEN, Regestum Reverendissimi Petrochini