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CICLo AGOSTINIANo di Eder a Herrenchiemsee

La scena del tolle lege nel giardino di Milano a Herrenchiemsee

La scena del tolle lege nel giardino di Milano

 

 

JOSEPH EDER

1695

Herrenchiemsee

 

La scena del Tolle et Lege nel giardino di Milano

 

 

 

La scena propriamente detta è molto semplice, ma è inquadrata da molti dettagli scenografici. Ai piedi di un albero maestoso Agostino è seduto avvolto da un lungo mantello. Ha un viso massiccio e rustico e tende le mani con un ampio e largo gesto.

l libro delle Lettere è aperto sulle sue ginocchia: fra i rami dell'albero in mezzo a una nuvola appare un angelo con la scritta Tolle, lege. Tutto il resto è un sontuoso decoro della scena principale con colonne, fiori, fontane, vigneti, costruzioni architettoniche. La fontana simbolizza lo sprigionarsi della Grazia, mentre la vigna evoca il vino eucaristico.

 

E, come racconta nelle Confessioni, recatosi in giardino, si mise sotto una pianta a piangere amaramente, e diceva: - Quanto tempo ancora? Quanto ancora? Domani, domani ! ancora un po' di tempo. Ed era desolato di non sapersi decidere o a restare nel mondo o a consacrarsi a Dio.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.

Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29