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CICLo AGOSTINIANo di Enderle a magonza

Battesimo di Agostino: affresco di Enderle nella chiesa agostiniana di Magonza

Battesimo di Agostino

 

 

JOHANN BAPTIST ENDERLE

1772

Chiesa degli Eremitani di Magonza

 

Il Battesimo di Agostino

 

 

 

La scena del battesimo è inquadrata in un edificio di ampie dimensioni e dal portale in stile barocco. I personaggi sono raggruppato all'entrata della chiesa quasi fossero sui gradini. Ambrogio, con la mitra in testa, il viso schiarito da una folta barba bianca, versa con la mano dell'acqua sulla testa di Agostino. Con la sinistra fa un segno di preghiera mentre un chierico gli tiene aperto un libro che può leggere. Vi si legge: Ego te baptizo in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen.

In primo piano Agostino è in ginocchio, con i capelli che cadono sulle sue spalle e una larga cappa che gli copre i vestiti. Diversi uomini e personaggi si affollano davanti alla scena. Alcuni simboli, un serpente, Satana, una donna scollata, Cupido sottolineano la scelta di vita del santo.

 

Milano fu la tappa decisiva della conversazione di Agostino. Qui ebbe l'opportunità di ascoltare i sermoni di Ambrogio che teneva regolarmente in cattedrale, ma se le sue parole si scolpivano nel cuore di Agostino, fu la frequentazione con un anziano sacerdote, san Simpliciano, che aveva preparato Ambrogio all'episcopato, a dargli l'ispirazione giusta; il quale con fine intuito lo indirizzò a leggere i neoplatonici, perché i loro scritti suggerivano "in tutti i modi l'idea di Dio e del suo Verbo". Un successivo incontro con sant'Ambrogio, procuratogli dalla madre, segnò un altro passo verso il battesimo; fu convinto da Monica a seguire il consiglio dell'apostolo Paolo, sulla castità perfetta, che lo convinse pure a lasciare la moglie, la quale secondo la legge romana, essendo di classe inferiore, era praticamente una concubina, rimandandola in Africa e tenendo presso di sé il figlio Adeodato (ci riesce difficile ai nostri tempi comprendere questi atteggiamenti, così usuali per allora).

Dopo qualche settimana ancora d'insegnamento di retorica, Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, l'attuale Cassago Brianza, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti. Nella Quaresima del 386 ritornarono a Milano per una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino, il figlio Adeodato e l'amico Alipio. Il giorno di Pasqua Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.

 

Giunto il momento in cui dovevo dare il mio nome per il battesimo, lasciammo la campagna e facemmo ritorno a Milano. Alipio volle rinascere anch'egli in te con me. Era già rivestito dell'umiltà conveniente ai tuoi sacramenti e dominava così saldamente il proprio corpo, da calpestare il suolo italico ghiacciato a piedi nudi, il che richiede un coraggio non comune. Prendemmo con noi anche il giovane Adeodato, nato dalla mia carne e frutto del mio peccato. Tu l'avevi ben fatto. Era appena quindicenne e superava per intelligenza molti importanti e dotti personaggi.

AGOSTINO, Confessioni 9, 6, 14