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CICLo AGOSTINIANo di Enderle a magonza

Agostino e la sua posterità spirituale: affresco di Enderle nella chiesa agostiniana di Magonza

Agostino e la sua posterità spirituale

 

 

JOHANN BAPTIST ENDERLE

1772

Chiesa degli Eremitani di Magonza

 

Agostino e la sua posterità spirituale

 

 

 

Agostino è seduto in trono in mezzo a un edificio circolare ed è attorniato da un gran numero di personaggi. In mano regge un libro aperto che porta le prime parole della sua Regola: ante omnia fratres Charisssimi diligatur Deus deinde proximus. La sua mano fa unlargo gesto di benedizione. Grandi figure di angeli scendono dall'alto mentre è un brulicare continuo di religiosi i cui ordini seguivano la sua regola.

 

La scena rappresenta un riconoscimento alla grandezza di Agostino e della sua vita, che si ispira al passo di Timoteo: "Non coronabitur nisi qui legitime certaverit." Tre corone sono solitamente utilizzate per esprimere la gloria del santo, il cui significato è da riconoscere in tre simboli: la verginità, la scienza e il martirio.

L'episodio riprende passi della Epistola XVIII ad Cyrillum Jerosolymitanum episcopum dello Pseudo Agostino.

 

È difficile immaginare, prima di averlo constatato, quanto l'esempio e l'insegnamento di s. Agostino abbia modellato la tradizione latina: egli ha maggiori titoli dello stesso Virgilio, di essere chiamato «Padre dell'occidente». Egli svolge nel nostro occidente il ruolo che in oriente spetta il più delle volte al grande Origene; nessuno ha messo più idee in circolazione di questi due. Non bisogna dimenticare che il cristianesimo è nato in oriente; per lungo tempo è rimasto a dominante ellenica. Rispetto allo sviluppo tanto precoce e subito così complesso del pensiero greco cristiano, l'occidente come è lento a prendere coscienza di se stesso, ad affermarsi adulto! Certo, molto presto vediamo abbozzarsi nei paesi latini un modo diverso di pensare, di sentire, di vivere la fede cristiana: le personalità originali non mancano, da Tertulliano a Mario Vittorino (il precursore di Agostino in materia trinitaria), ma bisogna attendere il vescovo di Ippona per trovare una teologia occidentale veramente completa, divenuta autonoma, con una propria forma.

Ed è in lui che essa si riassume: per quanto importante sia l'apporto dell'uno o dell'altro, gli altri nomi impallidiscono di fronte al suo. Come ha ben sottolineato nella prima metà del secolo VI, la leggenda di quell'affresco del Laterano che è la più antica rappresentazione del nostro santo: «I diversi Padri hanno spiegato cose diverse, lui solo invece ha detto tutto in latino, spiegando i misteri nel tuono della sua grande voce». Quando, a partire dai prodromi della rinascita carolingia, l'occidente ricomincia a pensare e, con i materiali piuttosto scarsi scampati al grande disastro, si sforza di elaborare di nuovo una cultura di ispirazione cristiana, è con tutta naturalità che s. Agostino diventa nuovamente il suo consigliere, il suo ispiratore; più che mai egli è il maestro incontestato, colui che viene collocato tanto in alto da venire subito dopo gli Apostoli, post Apostolos omnium ecclesiarum magister.