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CICLo AGOSTINIANo di Enderle a Magonza

Agostino malleus haereticorum: affresco di Enderle nella chiesa agostiniana di Magonza

Agostino malleus haereticorum

 

 

JOHANN BAPTIST ENDERLE

1772

Chiesa degli Eremitani di Magonza

 

Agostino malleus haereticorum

 

 

 

Agostino si stacca in piedi, con le braccia stese e levate in alto, in mezzo a numerosi personaggi che lo circondano. Dei libri sono aperti ai suoi piedi. Con il braccio sinistro tiene un libro aperto: vicino a lui un tavolo è ancora ricolmo di libri con in mezzo un crocifisso. A sinistra e a destra eretici di ogni genere, alcuni con il cappello in testa, altri barbuti, altri con il turbante: c'è anche un negro che sfoglia un libro. Un personaggio seduto in primo piano si volge verso di lui con le mani sulle anche, un altro tiene sulle ginocchia due libri. Entrambi sono vestiti secondo il secolo.

Sul fondo dei frati ascoltano con attenzione e uno di loro tiene il bastone di Agostino. L'iscrizione riporta: Malleus Haereticorum, vale a dire il martello degli eretici, colui che più di altri si impegnò a sradicare l'eresia dalla dottrina insegnata dalla Chiesa.

 

Questi errori ... cercavamo di confutarli ... allo scopo che anche Pelagio, venendone a conoscenza, li correggesse senza essere attaccato personalmente: in tal modo sarebbe stata eliminata la sua funesta dottrina e gli sarebbe stata risparmiata la confusione ... Furono pertanto inviati alla Sede Apostolica dai due Concili di Cartagine e di Milevi rapporti concernenti tale questione prima che arrivassero in mano nostra o nell'Africa i verbali del processo ecclesiastico in cui si afferma che Pelagio si sia giustificato davanti ai vescovi della Palestina.

AGOSTINO, Lettera 186, 2 a Paolino

 

Sant'Agostino come Vescovo ha dovuto lottare con diversi movimenti eretici. E li ha affrontati con uno stile che potremmo definire da una parte di ricerca ancora (perché Agostino non ha mai smesso di essere ricercatore, anche dopo la conversione ha sempre continuato questa ricerca della verità) e con grande attenzione a questi movimenti e a queste persone. Molte volte nell'iconografia viene presentato come il "malleus haereticorum", come colui che li calpesta e cerca di spegnere ogni movimento che sia contrario o avverso alla cattolicità, ma non è l'immagine più esatta. Certo lui è stato molto preciso nella discussione e nell'affrontare il problema della verità cattolica. Possiamo citare due momenti emblematici: il primo quando ha dovuto affrontare un'eresia o potremmo dire una vera apostasia, che divideva la Chiesa in due nella stessa città, negli stessi paesi. Era l' eresia del donatismo.

Coloro che avevano rifiutato la fede nel periodo del martirio erano considerati apostati e quindi incapaci di poter essere reinseriti nella Chiesa Cattolica. Dovevano essere ribattezzati. E Agostino ha cercato di lottare per sostenere la validità dei sacramenti che non sono legati soltanto alla Chiesa che li amministra, ai ministri stessi della Chiesa, sacerdoti e Vescovi, ma sono soprattutto legati alla fede nella salvezza di Cristo stesso. Questo è stato un capitolo formidabile della teologia che poi la Chiesa ha fatto sua e l'ha battezzata come vera dottrina cattolica. Ha dovuto poi subire anche delle angherie perché questo movimento dei donatisti aveva anche delle bande armate e Agostino ha sempre cercato di distinguere l'errore dall'errante. Ha sempre cercato di voler bene, di accogliere, di dialogare con l'errante, rimanendo fermo nell'indicare l'errore che pregiudicava la salvezza stessa e quindi l'essenza stessa del cristianesimo. L'altra eresia, quella pelagiana, la possiamo considerare presente anche oggi, perché un certo spirito pelagiano caratterizza la cultura contemporanea, quando si pensa che non è necessaria la grazia di Cristo per vivere bene: è sufficiente il libero arbitrio e la coscienza.

Il pelagianesimo si configura come la teologia liberale. Cioè una teologia che non ritiene necessaria la grazia di Cristo per la nostra giustificazione. Noi invece abbiamo bisogno di essere liberati da Cristo. Non è sufficiente la legge, non è sufficiente il cosiddetto libero arbitrio: due grandi regali che il Signore ci ha fatto. Ma, come diceva spesso Paolo ai suoi correligionari, chi è capace di osservare tutta la legge? Abbiamo bisogno di una forza particolare che la nostra libertà non ha e Agostino poteva far leva proprio sulla sua esperienza personale. Per cui ha cercato soprattutto di sostenere la teologia paolina perché essa era soprattutto la valorizzazione della salvezza di Gesù Cristo attraverso la sua croce.

E Agostino cita spesso quella citazione di San Paolo: vogliamo annullare, rendere vuota la croce di Cristo? Se vogliamo annullarla non siamo più cristiani e cattolici. Ecco in tutto questo comportamento Agostino è stato sempre di una chiarezza unica. Ha sempre cercato di riferire ciò che la Bibbia, la Scrittura, gli Apostoli ci hanno tramandato e non per nulla la sua dottrina è diventata tout court la dottrina della Chiesa Cattolica.