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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Settecento > Carle van LooCICLo AGOSTINIANo di Carle van Loo a Notre Dame des Victoires a Parigi
Traslazione delle reliquie di sant'Agostino
CARL VAN LOO
1740
Coro della chiesa di Notre Dame des Victoires a Parigi
Traslazione delle reliquie di sant'Agostino
Questa tavola chiude il ciclo e fu eseguita attorno al 1748. Forse Van Loo si ispirò ad un'analoga opera di Galloche che si trovava nel refettorio del convento o forse considerò le incisioni di Cornelio Galle sul celebre album di Bolswert del 1624. Qui la processione è ridotta ai personaggi principali: i vescovi che sostengono la bara, un chierico che porta la croce che vivacizza l'insieme con i suoi colori smaglianti. A sinistra in primo piano è ritratto il re Liutprando che avanza immerso in drappo rosso, con le mani giunte e a piedi nudi. In primo piano a destra un malato seduto ricorda il miracolo di Agostino su letto di morte. Dietro imponenti colonne si notano delle mura di cinta, forse quelle di Pavia.
Il re appena lo seppe si affrettò ad andare incontro alle reliquie e le ricevette con gioia e venerazione. Il giorno appresso non si riuscì a procedere fino a che il re non ebbe fatto il voto di innalzare una chiesa in onore di S. Agostino se le reliquie fossero giunte a Pavia. Fatto il voto si poté procedere con la massima facilità, ed il re, fedele sue promesse costruì in onore del santo una magnifica basilica, sul luogo stesso dove il miracolo era avvenuto. Lo stesso fatto accadde il giorno appresso a Casale, ed anche lì fu eretta una chiesa. Il re vedendo che il santo era desideroso che fossero erette delle chiese in suo onore, e d'altra parte temendo che egli volesse fermarsi in qualche città differente da quella che egli stesso aveva scelto, si affrettò a costruire una chiesa in ciascun dei luoghi dove, passando, il corpo soggiornava. Giunto finalmente a Pavia, lo fece riporre con gran venerazione nella chiesa di S. Pietro.
JACOPO DI VARAGINE, Legenda Aurea
PHILIPPE DE HARVENGT, Vita Augustini, 33
Liutprando sentendo che i Saraceni, devastata la Sardegna, infestavano anche quei luoghi ove un tempo, per salvarle dalla profanazione dei barbari, erano state trasportate e onorevolmente sepolte le ossa di sant'Agostino vescovo, mandò dei messi, e pagando una forte somma, le ottenne, le trasportò a Pavia e le ripose con l'onore dovuto a così grande padre. In questi giorni la città di Narni fu occupata dai Longobardi
PAOLO DIACONO, Historia Langobardorum, VI, 48