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PITTORI: Cavagna Gian Paolo

Madonna della Cintura in gloria fra i santi Agostino, Monica, sant'Antonio da Padova e devoti

Madonna della Cintura in gloria fra i santi Agostino, Monica,

sant'Antonio da Padova e sei devoti

 

 

CAVAGNA GIAN PAOLO

1590-1599

Bergamo, Accademia Carrara

 

Madonna della Cintura in gloria fra i santi Agostino, Monica, sant'Antonio da Padova e devoti

 

 

 

L'autore dell'opera che raffigura la Madonna della Cintura in gloria fra i santi Agostino, Monica, sant'Antonio da Padova e devoti è un certo Cavagna Gian Paolo vissuto fra il 1550 e il 1627.

L'opera venne realizzata nell'ultima decade del Cinquecento fra il 1590 e il 1599 per la chiesa agostiniana di Romano di Lombardia, ora non più esistente. Il dipinto è firmato e datato, ma sulla tela la data riportata è 159... La pala tecnicamente è un olio su tela di medie dimensioni: 175 x 267cm. La scena raffigurata entro un riquadro propone la Vergine con il Bambino in braccio nella gloria tra angeli adoranti: ella porge la cintura a Sant'Agostino vescovo, inginocchiato tra santa Monica, vestita del saio monacale e sant'Antonio da Padova (riconoscibile per il crocefisso, il giglio, la luce sul petto e il saio francescano), in presenza di sei devoti committenti, tre uomini e tre donne vestite alla spagnola.

Agostino, Monica e Antonio portano l'aureola sul capo: il santo vescovo di Ippona non porta i paramenti vescovili ma il semplice saio nero dei monaci agostiniani ricoperto da un mantello giallo. L'accentuazione sul vestito presuppone una committenza religiosa agostiniana.

La pala del Cavagna ha un'impostazione piramidale, al cui vertice si trova la Vergine con il Bambino in braccio e alla base si trovano i santi e i fedeli, inginocchiati mentre assistono all'evento miracoloso. La suddivisone fra quello che è paradisiaco e quello che è terreno è netta

 

 

Cavagna Gian Paolo

In diverse sue opere si nota l'influenza artistica di Tintoretto, dei Bassano e di Veronese, soprattutto nelle grandi raffigurazioni dove è manifesto il gusto veneto. In queste opere si rileva anche un realismo che sconfina in un energico verismo.

Le influenze venete risultano filtrate dalla cultura lombarda e dalla presenza di Moroni. Il trittico che raffigura la Madonna con San Carlo e Santa Caterina, che presentano i devoti del 1591, nella chiesa di San Rocco di Bergamo, è una notevole espressione di questo sincretismo artistico in cui la luminosità propria di Moroni viene magistralmente esaltata. Più spiccata è l'influenza veneziana nelle sue tele in Santa Maria Maggiore a Bergamo, tra cui spicca la Natività, anche se l'afflato lombardo è sempre presente con richiami a diversi artisti contemporanei. Tra le sue opere più significative, a carattere religioso, vanno segnalati i Santi in gloria, nella chiesa di Sant'Alessandro a Bergamo, gli Angeli e i Profeti in Santa Maria Maggiore, la Caduta della manna e l'Ultima cena nella chiesa di San Martino a Treviglio, il San Carlo Borromeo tra San Rocco e San Pantaleone nel Santuario della Madonna del Castello ad Almenno San Salvatore, e il Miracolo dell'acqua che sgorga dall'arca dei Santi Fermo, Rustico e Procolo nella chiesa di San Benedetto a Bergamo.

 

L'episodio riprende le parole di Isaia Et erit Iustitia cingolum lomborum eius et Fides cingolum renum eius, che formano il riferimento teologico del culto della cintura, soprattutto in ambito agostiniano. Il culto mariano ha origini piuttosto antiche: già sant'Ambrogio nel IV sec. promosse un grande sviluppo della marianologia soprattutto in relazione alla Verginità della Madonna. L'eredità teologica mariana ambrosiana fu raccolta da Agostino e dai movimenti religiosi che a lui si ispirarono nei secoli successivi. Il culto mariano costituì un elemento unificante e di resistenza per occidentali e bizantini durante le fasi di espansione araba.

Sarà nel corso del VII secolo che i Franchi assumeranno su di sé questa missione riportandola ad esperienze puramente occidentali, grazie all'aiuto dei missionari delle isole britanniche e dell'Irlanda. Nei secoli precedenti era stato l'accordo tra Longobardi e Roma e diffonderne il culto in ogni città. Dal V secolo la Chiesa di Costantinopoli influì notevolmente sul culto mariano in Lombardia, soprattutto attraverso i monaci che hanno lasciato numerose testimonianze. All'epoca di san Carlo, dal 1560 al 1584, furono promosse nelle diverse parrocchie le istituzioni delle Confraternite del SS. Sacramento in collegamento a quelle già esistenti di ispirazione mariana.

Fra queste era particolarmente attiva la Confraternita della Madonna della Cintura o Confraternitas Cinturatorum. Proprio per l'influsso degli agostiniani, largamente presenti nel XVI secolo a Milano, tale confraternita prese il nome di Arciconfraternita dei Cinturati di S. Agostino e santa Monica sotto l'invocazione di Nostra Signora della Consolazione, ricordando così nella denominazione il fondatore del culto e sua madre. La prima grande festa in onore della Madonna della Cintura si tenne la prima domenica d'Avvento del 1575 in Roma con la partecipazione del papa, di cardinali e di una numerosa popolazione. Per secoli si continuò a celebrare questa festa la prima domenica di Avvento.

Papa Clemente X, con il breve Ex iniucto nobis del 27 marzo 1675, fissò la festa il giorno successivo a quello di S. Agostino. Nel 1700 è nota l'esistenza di confraternite della Madonna della Cintura in tutta Italia, in altre nazioni, nonché a Tagaste.