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Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria
ANTONIO DEL CERAIOLO
1520-1525
Faenza, Pinacoteca Comunale
Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria alla presenza di san Giovannino, sant'Agostino e san Giovanni Evangelista
Questo dipinto di Antonio del Ceraiolo è conservato a Faenza nella Pinacoteca Comunale. La scena raffigurata illustra il Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria alla presenza di san Giovannino, sant'Agostino e san Giovanni Evangelista.
Realizzato con la tecnica su tavola l'opera misura cm 120 di altezza e 120 di larghezza.
L'opera è stata attribuita anche a Menzocchi Francesco.
Santa Caterina d'Alessandria viene spesso rappresentata con la corona in testa e vestita di abiti regali per sottolineare la sua origine principesca. La palma che tiene nella mano sinistra indica il suo martirio. Il libro ricorda la sua sapienza e la sua funzione di protettrice degli studi e di alcune categorie sociali dedite all'insegnamento (insegnanti e Ordini religiosi come i Domenicani e gli Agostiniani). Talora, ma non è il nostro caso, viene rappresentata con una spada, l'arma che le tolse la vita, e la ruota dentata, lo strumento del martirio, elemento che lega la santa a numerose categorie di arti e mestieri che hanno a che fare con la ruota.
L'episodio mistico di Caterina d'Alessandria invita ad andare oltre il simbolo sponsale. Il messaggio che ci vuole trasmettere è la stabilità dell'unione di amore e di pensiero. Il diamante infatti, simboleggia la fede forte, perfetta, le quattro perle, simboleggiano la purezza d'intenzione, di pensiero, di parola e di azione.
Oltre alla incerta data di nascita (forse il 287) e al fatto che fu sottoposta a martirio ad Alessandria d'Egitto nel 304, della sua vita si sa poco ed è difficile distinguere la realtà storica dalle leggende popolari che ne seguirono. Secondo la tradizione, Caterina era una bella ragazza egiziana che, in occasione dell'insediamento ad Alessandria del governatore Massimino Daia, avvenuto nel 305, si presentò a palazzo durante i festeggiamenti in cui si celebravano feste pagane con sacrifici di animali. Caterina rifiutò i sacrifici e chiese al governatore di riconoscere Gesù Cristo come redentore dell'umanità.
Alla richiesta della ragazza, il governatore convocò alcuni retori perché la convincessero ad onorare gli dei. L'eloquenza di Caterina fu tale che essi stessi furono rapidamente convertiti al Cristianesimo. Il governatore ordinò la condanna a morte di tutti i retori e dopo l'ennesimo rifiuto di Caterina la condannò a morire su una ruota dentata. Questo strumento di tortura e condanna però si ruppe e Massimino fu obbligato a far decapitare la santa. Secondo una leggenda posteriore, il suo corpo fu trasportato dagli angeli sul monte Sinai. In questo luogo, nel VI secolo, l'imperatore Giustiniano fondò il monastero che porta il suo nome.
La sua è vissuta come la festa dei giovani. In Francia è patrona degli studenti di teologia e protettrice delle apprendiste sarte. Da Caterina di Alessandria deriva il termine francese catherinette (caterinetta) che in origine indicava una giovane donna da marito. La tradizione torinese, invece, indicava con il termine "caterinette" le giovani sartine e le modiste che svolgevano il loro apprendistato negli atelier di confezioni della città, e che assai sovente diventavano oggetto dei corteggiamenti da parte degli studenti universitari.
Antonio del Ceraiolo
Antonio di Arcangelo detto Antonio del Ceraiolo o semplicemente il Ceraiolo nacque a Firenze. Fu probabilmente un allievo di Ridolfo del Ghirlandaio e poi di Lorenzo di Credi. Artisticamente si orientò precocemente verso un ritorno al gusto classico. Visse nel Cinquecento e fu attivo soprattutto tra il 1520 e il 1538. La sua arte di gusto classico è riscontrabile, ad esempio, nell'opera del Cristo in casa di Marta (1524, Staatliche Museum, Berlino).