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PITTORI: Felice Damiani

Madonna della Cintura con i santi Agostino e Monica

Madonna della Cintura con i santi Agostino e Monica

 

 

DAMIANI FELICE

1593

Foligno, chiesa di sant'Agostino

 

Madonna della Cintura con i santi Agostino e Monica

 

 

 

La chiesa di sant'Agostino a Foligno conserva un interessante dipinto che raffigura la Madonna della Cintura. L'opera è collocata sul secondo altare della parete sinistra. Maria è stata ritratta nel momento in cui sta per essere incoronata da due angioletti. La Vergine è seduta su una coltre di nubi, da cui emergono i volti di alcuni cherubini. Ai suoi lati si notano due angeli che sorreggono dei drappi. Gesù Bambino, in piedi sul grembo della Madre, porge la cintura a sant'Agostino. La Madonna a sua volta compie lo stesso gesto con Monica.

La tela folignate è stata eseguita nel 1593 dal pittore Felice Damiani: data e firma sono riportate in un piccolo biglietto, che sembra quasi sul punto di cadere, poggiato sull'alto basamento dove trovano posto anche i libri e il pastorale di Sant'Agostino. Tutti questi elementi sono dipinti dall'artista con una spiccata insistenza per il dettaglio, caratteristica che contraddistingue molte delle sue opere: il dettaglio del cartiglio si ritrova identico anche in altri suoi dipinti, come nel Battesimo di sant'Agostino della chiesa di sant'Agostino a Gubbio, del 1594. I ritratti dei confratelli in primo piano sono raffigurati nelle comuni pose di devoto raccoglimento e alcuni tengono fisso lo sguardo per incontrare quello dell'osservatore.

Anche in questi dettagli si ritrova la predisposizione per una resa micrografica, di gusto quasi fiammingo, percepibile soprattutto nei preziosi particolari degli abiti femminili.

Sul basamento che inquadra la scena, compare la scritta SOCIETAS SANCTAE MATRIS MONICAE.

Società di Santa Monica è il nome con cui è comunemente nota la Confraternitas Cinturatorum, fondata a Bologna nel 1439 su iniziativa degli agostiniani. Il culto della Madonna della Cintura in ambito agostiniano si riallaccia alla tradizione secondo la quale Monica, la madre di Agostino, desiderando imitare in tutto la Madonna, domandò quale veste ella avesse indossato in seguito alla morte di Giuseppe. La Vergine le apparve in un abito dimesso, stretto in vita da una rozza cintura in pelle che scendeva quasi fino a terra. Per questo motivo la cintura divenne uno dei tratti distintivi dell'ordine degli agostiniani.

La prima grande celebrazione in onore della Madonna della Cintura si tenne la prima domenica d'Avvento del 1575 a Roma. Oggi la festa viene celebrata la prima domenica dopo il 28 agosto, memoria religiosa di sant'Agostino. La cintura fu venerata come la prova dell'Assunzione in cielo di Maria in anima e corpo, dogma di formulazione novecentesca, ma di antichissima tradizione.

 

 

Felice Damiani

Formatosi a Gubbio forse sotto la guida di Benedetto Nucci, Damiani nelle sue opere si firma solitamente come Felix Damianus eugubinus. Attivo dal 1575 al 1609, Felice Damiani lavorò alternativamente in Umbria e nelle Marche eseguendo numerose tele a Gubbio, tra le quali una Cena di Emmaus, un sant'Antonio da Padova e un san Diego d'Alcalà. Sul finire del Cinquecento e nei primi anni del Seicento Damiani realizzò nel Folignate diverse opere che lo collocano fra gli artefici della cosiddetta pittura "devota" della Controriforma. Oltre alla Madonna della Cintura in sant'Agostino, sue opere sono visibili a San Bartolomeo di Marano (una Immacolata Concezione, del 1592), a San Biagio di Pale (una Visitazione datata 1592; una Madonna del Rosario, un santo papa e i Santi Antonio da Padova, Caterina e Biagio, del 1598), a San Marco di Sant'Eraclio (una Madonna col Bambino e i Santi Michele Arcangelo e Rocco, firmata e datata 1602).

I suoi dipinti esprimono una naturale attrazione per i modelli più diversi: si individuano numerosi richiami arcaizzanti dell'arte eugubina dominata da Dono Doni e da Benedetto Nucci, ma anche elementi baroccheschi e spunti tratti dal manierismo riformato fiorentino. La tela custodita in sant'Agostino è considerata l'opera più interessante di questo artista, che si rivela capace di sintetizzare, in modo a volte ingenuo e superficiale ma sempre efficace, le variegate tendenze artistiche del suo tempo.