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PITTORI: Fiorenzo di Lorenzo

Madonna con Bambino in gloria tra sant'Agostino e san Michele Arcangelo, adorata da fanciulli, vecchi, pellegrini e figure oranti

Madonna con Bambino in gloria tra sant'Agostino e san Michele Arcangelo, adorata da fanciulli, vecchi, pellegrini

e figure oranti

 

 

FIORENZO DI LORENZO

1488

Vienna, Galleria d'Arte dell'Accademia di Belle Arti

 

Madonna con Bambino adorata da fanciulli, vecchi, pellegrini e figure oranti, in gloria tra sant'Agostino e san Michele Arcangelo

 

 

 

Questa miniatura su carta di Fiorenzo di Lorenzo che raffigura la Vergine con il Bambino in gloria tra sant'Agostino e san Michele Arcangelo che uccide un demonio. Ai piedi della scena, sul piano orizzontale sottostante si affollano in adorazione numerosi personaggi fra cui si distinguono fanciulli, vecchi, pellegrini e due figure oranti, che sono legati all'Ordine agostiniano. L'opera è stata attribuita anche a Bartolomeo Caporali, che probabilmente propose l'intero progetto decorativo. La critica non ha escluso anche la mano di Pinturicchio.

La miniatura attualmente è conservata a Vienna, alla Galleria d'Arte dell'Accademia di Belle Arti. Fu staccata non si sa quando dal volume della matricola dell'Ospedale di Santa Maria della Misericordia di Perugia. Questo volume fu eseguito tra il 1486 e il 1488 e comprendeva cinque pagine miniate che corrispondevano alle cinque porte cittadine.

Agostino è stato dipinto a sinistra della Vergine: indossa il piviale episcopale e regge con la mano destra il bastone pastorale. Con la sinistra tiene in mano un libro aperto che sta leggendo. In testa porta una mitra avvolta da un nimbo che ne attesta la santità. Sotto il piviale si nota il saio nero dei monaci agostiniani che con questo particolare hanno sempre voluto sottolinerare nella iconografia del santo la loro volontà di considerarlo come uno di loro, anzi il loro vero fondatore. Una folla di devoti si accalca sullo sfondo assieme ai fedeli, che maggiormente beneficiarono della assistenza ospedaliera.

A livello inferiore notiamo la figura di Amico Graziani, che ricoprì per ben quattordici anni ricoprì la carica di priore dell'ospedale (1488-1502). E' raffigurato vestito di nero, come priore laico agostiniano, con una collana d'oro che gli pende dal collo e una insegna cavalleresca sulla veste. Questa miniatura apriva la sezione relativa all'elenco degli iscritti del rione di Porta sant'Angelo, come si può leggere sull'arco trionfale. In primo piano a sinistra si nota il priore eremitano che spiega la presenza di Agostino.

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.

Nella Madonna, Agostino vede sintetizzate meravigliosamente la perfezione della Grazia di Dio e della libertà umana. Su questo punto ci possono essere degli equivoci e pensare che l'influsso della Grazia di Dio possa diminuire la libertà dell'uomo. In verità, come Agostino ha cercato di far capire, si tratta di due realtà che si richiamano a vicenda: più la libertà umana è corroborata dalla Grazia di Dio e più è libera dalle forze che la indeboliscono e le impediscono di scegliere il bene, più la Grazia di Dio invade un'anima e più le sue facoltà si dispiegano in tutta la loro potenza. Nella Madonna, allora, tutto è Grazia, tutto è dono che viene da Dio: questo ci spiega la grandezza della Vergine Maria. Nella Madonna, però, tutto è allo stesso tempo frutto del suo libero consenso al progetto di Dio: questo ci dà ragione della santità eccelsa della Vergine Maria.

 

 

Fiorenzo di Lorenzo

Nato a Perugia verso il 1440, frequenta l'ambiente artistico di Niccolò Alunno, di Bonfigli e di Caporali, da cui viene formato artisticamente. Fiorenzo ebbe contatti anche con la pittura fiorentina nelle persone di Baldovinetti e del Pollaiolo. L'influenza decisiva fu dettata tuttavia soprattutto dal Perugino. Nella Galleria Nazionale dell'Umbria, a Perugia, sono conservate alcune sue opere firmate (la Madonna della Misericordia o dei Raccomandati, che risale al 1476 e una nicchia con lunetta, due ali e la predella di una pala del 1487) nonché altre sue opere non firmate ma di certa attribuzione (ricordiamo soprattutto l'Adorazione dei pastori, il polittico di S. Maria Nuova, il S. Sebastiano).

Sappiamo da alcuni documenti che era decemviro di Perugia nel 1472, quando ha stipulato un contratto per dipingere una pala d'altare per la chiesa di Santa Maria Nuova. Giorgio Vasari non lo menziona nella sua monumentale opera che ricorda i pittori italiani. Lorenzo morì probabilmente nel 1522.