Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Francesco di CristoforoPITTORI: Francesco di Cristoforo
San Nicola da Tolentino canonizzato da papa Eugenio IV
FRANCESCO DI CRISTOFORO detto il FRANCIABIGIO
1516-1517
Dublino, National Gallery of Ireland
San Nicola da Tolentino canonizzato da papa Eugenio IV
La tavola del Franciabigio descrive in modo drammatico e aulico la canonizzazione di san Nicola da Tolentino da parte di papa Eugenio IV.
Il processo di canonizzazione era iniziato nel 1325 con papa Giovanni XXII, ma si concluse soltanto nel 1446 con papa Eugenio IV. Tuttavia già fin dalla metà del Trecento Nicola veniva raffigurato con l'aureola dei santi, come si può notare ad esempio già in una sua raffigurazione nel cappellone della Basilica di Tolentino. Papa Bonifacio IX concesse l'indulgenza plenaria a chi visitava la sua tomba con la Bolla Papale Splendor paternae gloriae del 1º gennaio 1390.
La tavola, oggi alla Galleria Nazionale d'Irlanda a Dublino, in precedenza era collocata a Firenze presso l'altare di S. Nicola da Tolentino nella chiesa di Santo Spirito come scomparto della predella, che narrava le storie del santo.
La tavola misura cm 18 in altezza e 26 in larghezza. Dell'opera parla Giorgio Vasari ne "Le vite de più eccellenti pittori scultori ed architettori scritte da Giorgio Vasari pittore aretino".
La scena immaginata da Franciabigio mostra la salma del santo deposta su un catafalco davanti al papa attorniato da uno stuolo di cardinali. Accanto alla salma, vestita con il saio degli eremitani, si affaccendano due monaci che rivolgono lo sguardo a destra dove si ergono in piedi due personaggi: il primo, un funzionario di Curia, sta leggendo il decreto di canonizzazione approvato dal papa Eugenio IV, mentre l'altro è sant'Agostino, anch'egli vestito con il saio eremitano, che guarda con soddisfazione la scena che celebra il primo santo dell'Ordine agostiniano.
Francesco di Cristofano, detto il Franciabigio
Nacque probabilmente a Firenze verso il 1482.
La sua carriera artistica fu breve poiché morì nel 1525 a meno di quarant'anni e si svolse interamente a Firenze, dove fu soprattutto un ritrattista. Allievo di Mariotto Albertinelli, fu influenzato da Raffaello e soprattutto da Andrea del Sarto, con cui lavorò dopo il 1510. I suoi dipinti sono caratterizzati da semplificazioni compositive che rimandano al gusto quattrocentesco. La concretezza dei dettagli tuttavia è in grado di ravvivare la scenografia. Completò prima del 1516 il ciclo di affreschi con Andrea del Sarto nel Chiostrino dei Voti e quindi fece un viaggio a Roma. Nella città capitolina conobbe le opere della maturità dei grandi maestri Raffaello e Michelangelo. Il suo stile ne fu influenzato tanto che nelle nuove opere accentuò la pienezza rinascimentale delle figure e la complessità degli schemi compositivi, come nel Trionfo di Cesare affrescato nel 1521 nella villa di Poggio a Caiano. Di notevole fattura sono i ritratti, in particolare quelli della maturità, dove le figure, emergendo da fondali ombrosi, sporgono i volti in una luce che ne svela la fisionomia, ma anche la tensione psicologica.