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PITTORI: Benvenuto Tisi

La Trinità e l'Immacolata Concezione con i Dottori della Chiesa

La Trinità e l'Immacolata Concezione con i Dottori della Chiesa

 

 

BENVENUTO TISI detto IL GAROFALO

1528-1536

Milano, Pinacoteca di Brera

 

La Trinità e l'Immacolata Concezione con i Dottori della Chiesa

 

 

 

Questo straordinario dipinto conosciuto come "La Trinità e l'Immacolata Concezione" è una delle opere che furono realizzate dal Garofalo e dalla sua bottega per la chiesa di Bernardino e il vicino Convento delle monache di clausura di Santa Chiara a Ferrara. L'esecuzione dell'opera risale al periodo tra il 1528 e il 1536. In questa composizione l'autore, su probabile suggerimento del committente, ha voluto esaltare la figura della Madonna, che è raffigurata al centro della composizione. La Vergine è circondata dai simboli che tradizionalmente rimandano all'iconografia dell'Immacolata Concezione. I cartigli riportano alcune specifiche caratteristiche e attributi che la fede popolare e dotta attribuisce alla Vergine: Ellecta ut sol; Turris davidica; Angeli videte matrem filii dei sine peccato original,i conceptionis; Porta celi; Sicut lilium inter spinas; Plantatio rose; Speculum sine macula; Virga Yesse floruit; Fons ortorum; Puteus aquarum viventium; Civitas Dei sumi e Ortus conclusus.

La Vergine viene indicata all'osservatore dai quattro Dottori della Chiesa: sulla sinistra se ne sta solo Agostino, mentre a destra sono raggruppati Ambrogio e Gerolamo.

Lo stesso soggetto si ritrova in un'altra "Immacolata Concezione e Santi", conservata oggi nella Pinacoteca Capitolina a Roma. L'opera è attualmente conservata nella Pinacoteca di Brera di Milano.

 

 

Benvenuto Tisi

Garofalo appartenne alla Scuola ferrarese e lavorò a lungo alla corte degli Estensi. Il soprannome Garofalo gli deriva dal nome del paese in cui forse nacque e lui stesso alle volte firmava i suoi quadri con un piccolo disegno di garofano. La sua famiglia era originaria della regione delle Giudicarie del Trentino. Verso la fine del Cinquecento la famiglia si divise in due rami: il primo, cui appartenne il famoso pittore, si stabilì a Ferrara mentre l'altro si trasferì a San Cipriano Picentino (SA). Nato forse proprio a Garofalo, ora una frazione di Canaro, in provincia di Rovigo, sembra che Tisi sia stato apprendista di Domenico Panetti dal 1491. Fu un contemporaneo e talvolta collaboratore di Dosso Dossi. Nel 1495 lavorò a Cremona alle dipendenze di Boccaccio Boccaccino, che gli fece apprendere lo stile cromatico veneziano. Nel 1500 fece il suo primo viaggio a Roma dove, pare, conobbe il fiorentino Giovanni Baldini. Nel 1501 si trasferì a Bologna dove rimase due anni presso la bottega di Lorenzo Costa il Vecchio. Nel 1504 tornò a Ferrara e lavorò con i fratelli Dossi. Viaggiò molto, a Mantova, a Venezia, a Roma. Su invito del concittadino Girolamo Sacrati nel 1512 tornò a Roma, presso lo corte di papa Giulio II, dove conobbe Raffaello. Questo lo portò a cambiare il suo stile da lombardo ad uno più classico stilizzato, influenzato da Giulio Romano. Intorno al 1512 tornò ancora a Ferrara dove lavorò a numerose opere per il duca Alfonso d'Este. Tra il 1529 ed il 1530 sposa Caterina Scoperti. Pare che nel 1520, Girolamo da Carpi fu apprendista nella sua bottega e lavorò con lui per alcuni progetti a Ferrara nel periodo 1530-40. Nel 1531 perse la vista all'occhio destro. Sebbene non riuscisse a vedere con un occhio, continuò a lavorare fino al 1550 quando divenne completamente cieco. Benvenuto Tisi morì nel 1559 e venne sepolto a Ferrara nella basilica di Santa Maria in Vado nel loculo fattosi costruire già da qualche anno accanto a quello della moglie morta precedentemente. Nel 1829 le sue spoglie furono trasferite nel cimitero della Certosa di Ferrara dove nel 1841 gli sarà dedicato un monumento nella Cella degli Uomini Illustri, opera dello scultore Angelo Conti.