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PITTORI: Girolamo Genga

Particolare del quadro Madonna col Bambino e i quattro Dottori della Chiesa di Girolamo Genga

Agostino e Gerolamo

 

 

GIROLAMO GENGA

1516-1518

Milano, Pinacoteca di Brera

 

Immacolata Concezione e i quattro Dottori della Chiesa

 

 

 

Il 12 settembre del 1513 a Cesena Genga stipulò con i padri agostiniani un contratto di committenza per un polittico destinato alla cappella maggiore della chiesa di sant'Agostino. Il polittico doveva essere strutturato in modo da comprendere una tavola centrale con il tema della Disputa sulla Immacolata Concezione, una cimasa con Annunciazione, una predella con Storie di sant'Agostino e due Beati agostiniani nei pilastrini laterali. La pala non fu terminata prima del 1518 e fu messa in opera solo nel 1520. La pala di Cesena è la prima vera testimonianza dell'arte di Genga al momento in cui raggiunge la maturità stilistica. Purtroppo la pala è andata smembrata durante le spoliazioni napoleoniche: oggi la grande tavola centrale con la Disputa sull'Immacolata Concezione è conservata a Milano alla Pinacoteca di Brera, mentre la cimasa con l'Annunciazione è rimasta in loco sull'altare centrale della chiesa di sant'Agostino a Cesena. Della predella, la tavoletta con sant'Agostino che battezza i catecumeni è conservata all'Accademia Carrara di Bergamo, quella con S. Agostino che distribuisce l'abito dell'Ordine al Columbia South Carolina Museum of Art, quella con la Vocazione di sant'Agostino è nella collezione privata milanese Morandotti. Genga rivela qui una cultura composita ma aggiornatissima agli esiti più recenti dei maestri contemporanei quali Michelangelo e Raffaello che, unita alla concitazione di gesti e panneggi, testimonia un anticlassicismo assai prossimo all'arte di Lorenzo Lotto.

In questa grande tela la Madonna con Bambino è attorniata da santi e dai quattro Dottori della Chiesa, mentre in alto Dio Padre, con un nugolo di angeli scruta la scena. Sulla destra Agostino e Girolamo conversano fra di loro di questioni teologiche. L'opera è oggi conservata a Milano alla Pinacoteca di Brera.

 

 

Gerolamo Genga

Nasce a Urbino nel 1476 e vi muore nel 1551. Genga fu pittore, scultore e architetto. Gerolamo è il padre di Bartolomeo Genga. Con il ritorno nel 1521 del duca Francesco Maria I della Rovere e di sua moglie Eleonora Gonzaga dall'esilio, dal 1522 al 1551, data della sua morte, Girolamo Genga fu il Plenipotenziario Artistico del ducato di Urbino. In questa veste gli venne affidata la ristrutturazione della vecchia Villa Imperiale a Pesaro, dove dal 1528 coordina la decorazione di otto stanze, con pareti affrescate con cicli encomiastici sfondati su ariosi paesaggi e cieli dipinti: illusionismo decorativo e costante ricerca di teatralizzazione del dato naturale, dove l'interno e l'esterno affrescati si compenetrano in un sottile ed ironico gioco di piani e prospettive; a questo ciclo partecipano Dosso e Battista Dossi, Raffaellino del Colle, Francesco Menzocchi e Agnolo Bronzino. Successivamente gli viene affidata la realizzazione di un'ala nuova del palazzo per ospitare gli svaghi e i piaceri del duca: si tratta dell'aggiunta di un corpo quadrangolare, con logge ai quattro angoli, gli interni vengono realizzate in forme ovali circolari e poligonali, con i soffitti che vengono ripresi sui pavimenti dal gioco delle maioliche. Sue opere si trovano nel Museo Civico e d'Arte Sacra di Colle di Val d'Elsa.