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PITTORI: Sigismondo de Magistris

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo con gli altri Dottori della Chiesa e gli evangelisti

 

 

SIGISMONDO DE MAGISTRIS

1531

Alzate Brianza, chiesa di san Giorgio

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La volta della cappella di san Giorgio ad Alzate è suddivisa da otto spicchi e riporta ancora sul posto, divise da costoloni a grottesche, le raffigurazioni dei Dottori della Chiesa e degli Evangelisti. Purtroppo ormai sono diventati scarsamente leggibili. L'intradosso dell'arco d'ingresso conserva, in uno stato fatiscente, i busti di un Vescovo, di Mosè, di Davide e di un Re biblico tra due stemmi. Al di sopra del personaggio di destra si leggono le lettere "FR B". Sono rimaste anche alcune tracce illeggibili di colore anche sulla parete interna sinistra dell'arco d'ingresso della cappella.

La critica individua in Sigismondo De Magistris l'autore degli affreschi, un pittore originario di Como, attivo nella prima metà del Cinquecento. De Magistris lavorò soprattutto nell'Alto Lario e in Valtellina, affrescando chiese e cappelle, fra cui Sorico, Gravedona, Germasino e Rezzonico, realizzando alcune pale d'altare come quella di Varenna. Si tratta di opere che mostrano effettivamente una certa affinità di stile e di modi con il ciclo di San Giorgio ad Alzate.

Nella medesima chiesa il nostro pittore dipinse un'ultima cena parte di un ciclo decorativo che ricopriva le pareti di una cappella dedicata alla Vergine Immacolata, fatta erigere probabilmente dalla famiglia Balduini.

L'Ultima Cena di Alzate Brianza reca la data "1531", ed è quindi di un trentennio posteriore al Cenacolo vinciano, che fu ultimato nel 1498. Il dipinto di Alzate tuttavia non è una semplice copia del Cenacolo di Leonardo, ma piuttosto un'opera che “ispira” a quella vinciana. Sigismondo De Magistris, o chi per lui, ne riprende infatti il motivo della tavola con Gesù al centro e gli apostoli disposti alla sua destra e alla sua sinistra.

 

 

De Magistris Sigismondo

Figlio di Giovanni Andrea De Magistris e nipote di Gian Antonio detto Gentilino, fu figlio d'arte. Sia il padre che lo zio furono pittori; Sigismondo si formò nella bottega paterna, ma è probabile che fece il suo apprendistato presso un altro pittore, forse Alvise de Donati. La sua attività si apre nel 1515 con le Storie della Vergine, Santi e Profeti della chiesa di Santa Maria del Carmine a Montagna in Valtellina. In lui convivono rimandi alla cultura milanese del tardo Quattrocento, quale Montorfano, Leonardo e Zenale, probabilmente recepiti attraverso Alvise de Donati; inoltre utilizza ampiamente le stampe düreriane e nel caso del ciclo di Montagna in Valtellina usa le xilografia della Vita della Vergine del 1511. Verso il 1530 collabora con Ambrogio Arcimboldi, mentre dal 1534 si trasferirà in zona lariana, dove troviamo, tra le ultime opere, il ciclo di S. Pietro a Garzeno con Storie dell'infanzia di Cristo, Apostoli e Santi, in cui si assesta su moduli luineschi e gaudenziani. La morte dell'artista avviene dopo il 1548.